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Esattamente 50 anni fa, nel cuore della città, si riunivano una ventina di uomini tra i più influenti di Detroit. L'incontro, che si tenne in cima all'edificio Penobscot, allora la costruzione più alta della città, era esclusivo se non addirittura clandestino. Al di sotto, per chilometri e chilometri lungo la pianura levigata dal ghiacciaio, si estendeva l'orgoglio dell'industrialismo americano, la città dei motori di Henry Ford. Il destino di Detroit, almeno fino all'ultimo istante del secondo millennio, è stato servito in questo luogo, come aperitivo prima dell'abbuffata del capitalismo.
Partecipavano all'incontro i dirigenti di tre delle cinque società più grandi del mondo, le industrie automobilistiche di Detroit. Di fronte ai "Grandi Tre" sedeva una nuova generazione di progettisti e grandi proprietari di beni immobili i quali avrebbero spinto in avanti un nuovo concetto di spazi al dettaglio, infine costruiti fuori Detroit. L'iniziativa era solo il primo tentativo di un attacco residenziale e commerciale verso le terre coltivabili, il quale più tardi fece sorgere innumerevoli centri commerciali dando il via a un'espansione urbana disordinata.
All'ultimo minuto erano stati invitati alcuni funzionari pubblici cittadini che accettarono con solennità l'irrilevanza del loro potere eletto. Di fronte a loro vi erano i presidenti e i membri del consiglio d’amministrazione dei maggiori istituti bancari di Detroit, i quali cercavano di privatizzare l'"Arsenale della Democrazia", come veniva chiamata la città durante la seconda guerra mondiale, quando era la maggiore produttrice d’armi dell'intera nazione.
Sul tavolo vi era un documento intitolato «L'ultimo che lascia la città, spenga la luce per favore». Elaborato dall'industria automobilistica insieme ai progettisti immobiliari, questo rapporto dalla brevità sorprendente si apre con un'introduzione sui problemi delle città concentrate, in modo particolare sull'inefficienza economica della formazione urbana statica e sulla vulnerabilità della popolazione accentrata di fronte alla recente comparsa di missili balistici intercontinentali armati di testate nucleari. Favorevole alla strategia di difesa della nazione che mirava alla decentralizzazione di industrie e popolazione, questo rapporto raccomandava l'estensione regionale di un movimento centrifugo già in atto, nel momento in cui le città americane andavano espandendosi in metropoli.
L'infrastruttura che avrebbe favorito la predestinata frammentazione culturale era il nuovo sistema di autostrade interstatali, il progetto per un'unica costruzione più vasto dell'intera storia della civiltà. Sviluppata in parallelo rispetto a un nuovo sistema di comunicazione elettronica (il quale fu inizialmente chiamato Arpanet e in seguito Internet), questa rete veicolare ad alta velocità intendeva generare movimenti irreversibili all'interno della popolazione e dell'insieme delle merci. Sostituendo i tradizionali centri abitativi con strutture urbane a matrici, queste reti avrebbero introdotto il concetto di dislocazione continua della società, delle città e delle industrie.
Ciò che segue è un sunto di tale documento, il manoscritto di una cospirazione urbana.
FATE I BAGAGLI E ABBANDONATE SUBITO LA CITTÀ
A Detroit il sogno americano non esiste più. Questa città è gremita di stranieri che non parlano la nostra lingua e che non hanno alcuna intenzione di abbracciare lo stile di vita americano. Non apprezzano il nostro duro lavoro e i nostri successi. Sono degli scansafatiche! Come se non bastasse, la città è ormai troppo inquinata per allevarci i nostri figli e troppo costosa per costruirci industrie nuove e più competitive.
Dobbiamo costruire una città nuova, più aperta. Ci servono strade più larghe, automobili più numerose, cortili più ampi affinché i nostri figli possano giocare senza alcun pericolo. Dobbiamo demolire tutti gli edifici alti e ritornare a vivere vicino alla terra. Dobbiamo riconquistare la frontiera. E per fare questo occorre che la nostra gente torni agli spazi aperti, lontano dalle città in stile europeo ad alta densità abitativa. Noi abbiamo spazio, loro no.
TRASFORMATE LE AZIENDE AGRICOLE IN ABITAZIONI
I nostri vittoriosi soldati stanno tornando a casa dall'Asia e dall'Europa, perciò dobbiamo costruire nuove case affinché possano farsi una famiglia. La vecchia città abbonda di vecchie case e ristrutturarle risulterebbe troppo costoso. Dovremmo semplicemente abbandonarle. Non dimentichiamoci che questo è il nuovo mondo e dobbiamo seguitare a costruire. Oltre a tutto i materiali per costruire nuove abitazioni sono più economici rispetto ai terreni dell'area di Detroit. Abbiamo a disposizione un'enorme quantità di materiali. Le nostre nuove autostrade li porteranno rapidamente ovunque vorremo.
Ma ci sono ragioni ancora più importanti per cui il nuovo è meglio del vecchio. Innanzitutto vi sarà un enorme ritorno economico nel convertire le aziende agricole in abitazioni e difatti si ottengono più profitti costruendo nuove case piuttosto che coltivando grano. In secondo luogo le nuove abitazioni creano spazi vuoti che andranno necessariamente riempiti. La gente comprerà nuovi oggetti per le nuove case e questo significherà nuovi frigoriferi, forni, stufe, condizionatori d'aria, mobilio, bagni, lavatrici, essicatori, falciatrici, piscine e altro ancora. Questa è una lista senza fine: finché continueremo a costruire cose, la gente andrà a comprarle.
Grazie alla televisione possiamo inculcare in tutti quanti la convinzione di non poter fare a meno dei nostri prodotti moderni. Concepiremo e costruiremo case in serie così che tutti le riempiano esattamente degli stessi oggetti. Questo faciliterà il nostro compito. Tutto quello che dobbiamo fare è progettare poche cose e produrle a milioni. Continueremo ad aggiornare i nostri prodotti rendendo così obsoleti i vecchi modelli. Poi costruiremo case più grandi e più costose, sempre più lontano dalla città. La gente comprerà le abitazioni ancora più nuove e le riempirà un'altra volta dei nostri prodotti ammodernati. Ma ancora più significativamente, faremo in modo che la nostra gente cresca senza istruzione cosicché nessuno potrà metterci in discussione. Trasformeremo il consumismo in un fenomeno di massa.
DALL'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA A QUELLA EDILIZIA
L'intera industria dipende dalla costruzione delle abitazioni del sogno americano. Prima di tutto occorre trovare gli acquirenti per tali abitazioni, gli stessi che in seguito compreranno anche le nostre auto. Essi avranno spazi da riempire di oggetti e per acquistarli avranno bisogno di un veicolo. Dovremo assicurarci che queste case siano costruite lontane dai posti di lavoro affinché la gente sia costretta all'acquisto di più auto e benzina. Meno auto compreranno da noi, più noi aumenteremo il prezzo della benzina. Più auto acquisteranno da noi, più noi abbasseremo i prezzi del carburante. Più tempo li costringiamo a passare sulla strada, meglio sarà per noi. Dobbiamo creare ingorghi stradali e far sì che il tragitto che li porterà da casa al lavoro diventi sempre più lungo. E non costruiremo né daremo alcun contributo ai trasporti pubblici, in quanto più li costringiamo a usare le vetture, prima avranno bisogno di auto nuove.
In seguito renderemo automatici i lavori domestici grazie alle nostre apparecchiature moderne. Le fabbriche di Detroit che costruivano macchinari bellici inizieranno a produrre casalinghi. Molto presto anche le donne di casa dovranno mettersi a lavorare se vorranno comperare i nostri nuovi prodotti, sempre più costosi. Le donne avranno bisogno della loro auto per recarsi al lavoro e anche i figli avranno presto questa necessità. Non solo ogni famiglia americana avrà bisogno di una vettura, ma a tutti gli americani ne servirà una. Le autostrade faranno sì che ciò accada tramite il continuo allontanamento della popolazione. L'unico modo che gli Americani avranno di vedere altri americani sarà mettendosi alla guida di un'auto.
Ecco perché noi, l'industria automobilistica, dobbiamo sostenere la produzione di nuove case. Più abitazioni nuove significa più auto nuove. È così ovvio. Noi contribuiremo alla costruzione di queste nuove case solo se il progetto prevederà almeno tre o quattro garage. Siamo certi che avremo il sostegno di altre aziende anche al di fuori di questo incontro.
Il consumismo è il reale dividendo della pace. Dobbiamo estendere lo stile di vita americano a tutto il mondo attraverso il nostro concetto di globalità. Tuttavia continueremo a fingere di essere solo un gruppetto di industrie automobilistiche. Non vogliamo che la gente conosca le nostre reali intenzioni.
SULLA PULIZIA ETNICA
Con due guerre mondiali nel giro di soli 25 anni, dobbiamo renderci conto del fatto che il resto del mondo è assolutamente pericoloso. Di conseguenza abbiamo bisogno di più americani che difendano questa grande terra, e intendiamo americani veri!
Affinché l'America resti vera, è necessario continuare a essere in maggioranza rispetto alle ondate di immigrati. Ricordiamoci la maniera in cui abbiamo trasformato questa terra in un posto meraviglioso per viverci. Prima di tutto abbiamo sterminato le popolazioni indigene e in seguito abbiamo sconfitto i francesi, gli inglesi e gli spagnoli. Da una manciata di quelle che allora erano solo minoranze siamo diventati la maggioranza.
Lasciamo pure che i negri e gli stranieri arrivino a Detroit, perché tanto creeremo posti migliori per noi stessi lontano dalla città. Loro possono pure tenersi l'inquinamento e gli ingorghi; noi invece respireremo aria pulita e avremo più spazio. Dovremo assicurarci che all'interno della città loro siano in lotta e in competizione gli uni contro gli altri, mai contro di noi. Faremo in modo che si sospettino a vicenda e che solo pochi di loro abbiano il controllo su tutti gli altri. È così che ci si comportò con gli schiavi, adesso occorre continuare con lo stesso metodo. Quando avremo bisogno di manodopera a basso costo, faremo in modo che a Detroit ci sia un'eccedenza lavorativa. Toccherà a loro svolgere i mestieri da noi rifiutati. Lavoreranno sodo e a lungo pensando che un giorno il sogno americano li porterà nei sobborghi residenziali. E invece noi li terremo rinchiusi in città, proprio come avviene per le popolazioni indigene nelle riserve.
Noi bianchi dobbiamo andarcene e non smettere mai di muoverci. Questa è l'idea che si cela dietro il grande capitalismo, il quale conta sulla trasformazione e sul movimento per generare profitto. La stabilità è controproducente per la stessa natura ciclica della produzione, del consumo, dell'obsolescenza e dell'eliminazione. Progetteremo le autostrade in modo tale che le rampe d'uscita da Detroit possano essere chiuse agevolmente per contenere eventuali rivolte all'interno della città e per impedire che ci raggiungano. Bruceranno i loro stessi quartieri e uccideranno la loro stessa gente.
TRASFORMATE LA CITTÀ IN CAMPAGNA
Questa è la parte migliore del piano. Prima di tutto intraprenderemo il disinvestimento e l'abbandono del centro cittadino incominciando dalle proprietà e dalle aziende di Detroit. Costruire nuovi edifici in quell'area risulterà impossibile perché nessuno sarà disposto a concedere prestiti. Tutte le nuove abitazioni verranno costruite esclusivamente nei sobborghi residenziali. Il governo federale ci appoggerà assicurando la totalità dei nostri prestiti e dei nostri investimenti. Se qualcuno di essi fallisse, il governo ci ripagherà con denaro proveniente dalle tasse. Il nostro piano è a prova di fallimento.
Una volta che avremo iniziato a trasferire le grandi fabbriche fuori Detroit, tutte le altre aziende, i negozi e persino le stazioni di servizio ci seguiranno. Ma faremo in modo che i negozi di liquori restino in città e che ne inquinino la mente e l'anima. Faremo in modo che a Detroit comprare armi, droga o sesso sia più semplice che andare a votare, cosicché la gente continui a uccidersi a vicenda. Potremo anche recarci in città per divertirci un po' ma ogni volta rientreremo, puliti e rispettabili, a casa dalla nostra famiglia.
Indeboliremo il sistema dell'istruzione di Detroit sottraendo fondi e corrompendo funzionari scolastici. Gremiremo di allievi le classi, compenseremo meno gli insegnanti e non forniremo nuovi libri alle biblioteche. Appoggeremo solo programmi sportivi affinché i cittadini siano abbastanza forti per lavorare alle catene di montaggio o nei fast food. Ciò contribuirà a far crescere un atteggiamento negativo nei confronti dello studio causando precoci ritiri scolastici. Vogliamo che la popolazione di Detroit manchi di istruzione e qualifiche necessarie per qualsiasi mansione professionale. Daremo un'istruzione solo a pochi di loro, tramite borse di studio e organizzazioni religiose affinché siano in grado di lavorare per i vigili del fuoco, la polizia e altre istituzioni cittadine. Essi terranno il resto della popolazione sotto controllo, con la nostra supervisione e i nostri compensi.
Di tanto in tanto elargiremo qualche sovvenzione alla città, ma mai a sufficienza. Le varie istituzioni si accapiglieranno per ottenerle. Ciò alimenterà il fenomeno della corruzione e degli illeciti, e a conti fatti il denaro pubblico non giungerà mai a coloro a cui sarebbe destinato. Mentre tali finanziamenti ci faranno apparire compassionevoli, noi continueremo a portare avanti il nostro obiettivo di distruggere completamente il centro città senza aver destato alcun sospetto.
Quando il sistema educativo sarà fallito e i posti di lavoro si saranno spostati fuori città, il centro andrà in rovina. Rimarranno soli gli indigenti, gli anziani e gli ignoranti, i pochi a cui far pagare le tasse. Bloccheremo la riparazione di strade, ponti, fognature, edifici scolastici, parchi e giardini. Edifici e abitazioni verranno abbandonati nell'ordine delle centinaia di migliaia. Li lasceremo marcire o li bruceremo. Creeremo una condizione sociale del tutto inospitale e densa di pericoli che servirà ad avvilire la popolazione. Ciò che più importa è che questo meccanismo abbasserà ulteriormente i prezzi dei terreni. Diminuiranno a tal punto che la terra sarà praticamente venduta a costo zero quando ne avremo bisogno.
A quel punto ci staremo allontanando dalla città ma vi faremo ritorno. Secondo la nostra ricerca, ci vorranno circa 50 anni per completare la distruzione di Detroit e dei suoi abitanti. Gli studi indicano inoltre che il momento migliore per riprendersi la città sarà quando i prezzi medi delle case saranno scesi sotto la media del reddito annuo degli americani. A quel punto la maggior parte degli edifici e delle case sarà stata bruciata o demolita e non occorrerà molto altro tempo per spazzare via il resto. Con così tanti appezzamenti vuoti e spazi aperti, la città comincerà ad assomigliare più che altro a una campagna. Al posto delle vecchie città si stenderà una sorta di tabula rasa, pronta per tornare nelle nostre mani a un costo quasi nullo.
In seguito edificheremo una nuova città esclusivamente nostra all'interno di Detroit. L'amministrazione comunale, alla disperata ricerca di impieghi e investimenti, ci darà ampio respiro dal punto di vista fiscale e costruiremo strade e parchi per noi soltanto. Le istituzioni non avranno altra scelta che darci ciò che vogliamo, altrimenti ce ne andremo altrove. Gli illeciti e la corruzione che avremo già innescato all'interno dell'amministrazione comunale seguiteranno a sostenerci. Gli amministratori lasceranno che il controllo sui settori più importanti passi nelle nostre mani lasciandoci entrare nei vari consigli istituzionali in maniera tale da poterli in seguito deregolamentare o privatizzare. Il nuovo centro città sarà congegnato secondo i nostri progetti e parametri e ne espelleremo gli abitanti esistenti. Incrementeremo le tasse, aumenteremo il caro vita, ricorreremo al diritto in uso nelle varie istituzioni nonché ad altri mezzi legali e illegali per costringere i residenti a vendere le loro proprietà. A quel punto dovranno sentirsi più che paghi di andare a vivere nei sobborghi residenziali perché penseranno di aver finalmente ottenuto ciò che abbiamo noi.
A quel punto abbandoneremo i sobborghi residenziali allo stesso modo in cui avremo abbandonato la città. E riprenderemo un intero ciclo di nuovo sviluppo e abbandono istituendo una sequenza continua di obsolescenza intrinseca. Tutti si sposteranno verso Detroit oppure verso la periferia, comprando nuove abitazioni o pagando affitti più alti per le vecchie case. Il bello di questo piano è che passerà inosservato perché loro penseranno di essere vicini al sogno americano. Investire disinvestendo, che idea brillante!
PRENDETE LA TERRA CON LA FORZA
Il modo migliore per prendersi la terra è con la forza. È il mezzo più rapido ed economico. Abbiamo accumulato più di 500 anni di esperienza mentre colonizzavamo il mondo grazie alla nostra intelligenza superiore e alle armi.
Ma ora non è più necessario ricorrere alle forze armate. Il nuovo metodo sfrutta le angosce urbane e l'odio razziale. Ecco perché occorre tempestare ogni canale televisivo e ogni quotidiano di facce di negri ritratte in scene di criminalità urbana. Che siano criminali o semplicemente degli spettatori non importa. Tramite il controllo e la manipolazione dei media possiamo infondere l'incontrovertibile convinzione secondo cui tutta la violenza domestica e altri mali urbani sarebbero dovuti ai negri.
Faremo in modo che Detroit sembri così violenta che la gente ne fuggirà quasi fosse una zona di guerra. Credendo di essere in pericolo, gli abitanti della città si precipiteranno a vendere le loro proprietà a basso costo. A quel punto noi avremo la possibilità di vendere le case dei sobborghi residenziali a prezzi rialzati per via dell'aumento della richiesta. Continueremo a incoraggiare le differenze culturali ed etniche poiché la segregazione razziale è un beneficio per le nostre attività.
Che uno stato promuova la ridistribuzione delle terre non è una novità in America. E difatti è il modo in cui all'inizio abbiamo creato Detroit. Abbiamo tolto la terra alle popolazione indigene e adesso la toglieremo ai negri ignoranti e senza diritto di voto.
Ora è la volta del neocolonialismo, in atto secondo metodi più subdoli e complessi. Nascosto da innumerevoli strati di accordi economici e procedure legali, il neocolonialismo è profondamente impresso e automatizzato nella matrice globale del capitalismo avanzato. L'unica vera differenza è che i colonizzatori siamo noi, le aziende, non lo stato, e poiché i nostri metodi eliminano la necessità di guerre al fine di ottenere qualche proprietà, si potrebbe addirittura dire che favoriamo la pace di questa terra.
Lo scopo di questo piano è di assicurare la sostenibilità delle aziende per il prossimo secolo e anche più. Noi siamo il nuovo governo di questa grande nazione e forse del mondo intero.
Il retro di questo documento riportava la scritta "INDUSTRIE PER SEMPRE!".
Kyong Park
1 settembre 2000
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