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31 ottobre 2008
Conclusione: la fine dell'età insostenibile. Una cartolina di Mario Carpo. "Questa è una cartolina virtuale da luoghi lontani e vicini che nei prossimi cinque o dieci anni potremo fare a meno di visitare: Dubai, Qatar, Shenzen, la City di Londra, Paris-La Défense, la maggior parte di Downtown Manhattan, etc. Sono le 13:30, ora dell'Europa Centrale, di venerdì 24 ottobre 2008, e vari siti web di informazione finanziaria hanno smesso di diagrammare i dati che continuano ad arrivare perché quasi tutti i numeri ormai sono fuori scala...". In ARCH'IT files. 25 ottobre 2008 Uno spazio vago, un dispositivo flessibile, una macchina sensoriale chiude la passeggiata del molo di Levante. Il progetto di Boeri Studio e Ghigos per la riqualificazione del locale Rock Island a Rimini. "Un vuoto che accoglie i riminesi prima ancora che i turisti -si legge nella relazione di progetto ospitata in ARCH'IT architetture-, a tutte le ore del giorno e della notte, un luogo sicuro e intimo, che porta verso il mare e restituisce alla fine una visione allargata e panoramica del fronte della città. E di questo seleziona alcune immagini specifiche: la spiaggia libera sullo sfondo della Rimini dei "bagni", l'entrare e uscire delle barche dalla darsena, il mare aperto che si frange contro le difese del porto. È uno spazio urbano senza quelle caratteristiche di servizio e rappresentatività che siamo soliti riconoscere a uno spazio urbano tradizionale." 25 ottobre 2008 La scuola. L'università. L'insegnamento. La cultura. I giovani? Il nostro futuro. La ricerca? Un investimento per il Paese. Tutto bene allora? Per niente. "Le maiuscole si dispongono sulle labbra ancora prima di trasferirsi sul foglio e, quando ci finiscono, si attorcono come la ferraglia nelle ringhiere di Victor Horta per schioccare poi, maestosamente, nel colpo di frusta finale. Chi le pronuncia s'illumina di buoni sentimenti. Si vedono compassati ordinari indignatissimi e talvolta urlanti, e non perché, nel corso della sessione di luglio, il bar tarda a portargli la granita, bensì perché qui e oggi è in gioco la sorte d'Italia. Di nuovo rullano i tamburi della rivolta. Ça ira, Ça ira...". Una nota di Ugo Rosa in ARCH'IT lanterna magica. 19 ottobre 2008 La parrocchia realizzata da Giuseppe Di Vita a San Cataldo in provincia di Caltanissetta se ne sta al sole e sorride, per quanto un'architettura può farlo. Così Ugo Rosa nel presentare quella che lui stesso definisce Santa Maria del Bronx. "La chiesa -scrive Ugo Rosa in ARCH'IT architetture- si trova in un quartiere popolare e di non specchiata reputazione (Bronx lo chiamano in paese...): e dunque? Altri si sarebbero, forse, rifugiati in una mistica introspezione, avrebbero creato cortili, chiusure, schermi. Giuseppe Di Vita no e, solo per questo, dovremmo essergli grati. Ha fatto di più: non solo non ha volto il battistero verso la parte interna del lotto ma l'ha rivolto (direi "polemicamente", se non lo conoscessi) verso la strada e verso il quartiere. Ciò che si vede da questa lanterna sono, infatti, proprio le case del quartiere, né più né meno. Nello stesso tempo la luce che da quelle case si vedrà, la sera, quando uomini e donne, forse stanchi, forse addolorati, forse sfiduciati, si sederanno a cena, sarà quella che affiora dal battistero di Santa Maria di Nazareth. In questo io trovo qualcosa di commovente e non saprei, neppure se lo volessi, spiegarvi perché." 18 ottobre 2008 Patrimonio "incorruttibile" e "corruttibilità" del presente. Il convegno curato da Carmen Andriani e organizzato dalla PARC - Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee come evento collaterale della 11. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia tende alla rilettura e alla ridefinizione di uno dei temi che maggiormente coinvolgono la progettazione del contemporaneo. L'iniziativa si svolgerà i prossimi 22 e 23 ottobre presso il Teatro Piccolo Arsenale. "Affrontato attraverso la sovrapposizione di diversi registri interpretativi il tema del patrimonio, è qui inteso in una accezione ampia ed inclusiva, in rapporto alle nuove forme della città e dell'abitare. Nell'arco di due giornate il convegno proporrà differenti livelli di lettura. Strutturato in tre parti (patrimonio vs nuove forme d'abitare, patrimonio vs sguardi incrociati, patrimonio vs architettura) alternerà agli interventi dei relatori, sequenze filmiche, video d'autore e quadri sonori come interpretazioni parallele ed autonome...". Tra i partecipanti Alfonso Berardinelli, Cristina Bianchetti, Manuel Blanco, Richard Burdett, Michel Corajoud, Francesco Dal Co, Michel Desvigne, Franco Farinelli, Vittorio Gregotti, Fulvio Irace, Junya Ishigami, Ludovico Micara, Carlo Olmo, Francesco Prosperetti, Franco Purini, Joseph Rykwert, Bernardo Secchi, Zheng Shiling, Eduardo Souto De Moura, Ai Wei Wei. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni. 3 ottobre 2008 Un ritratto vivente dell'Italia abusiva. Che mette insieme territorio e società e riconosce nel carattere molecolare dell'abusivismo i presupposti per un racconto plurale. Città latenti. Fabrizia Ippolito commenta il volume di Federico Zanfi. "Non c'è un'unica città abusiva -si legge nella recensione di Fabrizia Ippolito pubblicata in ARCH'IT books-, ma ci sono tante declinazioni di un fenomeno che non può essere liquidato con un'analisi quantitativa e un richiamo alle regole. Né può essere ridotto all'interno di un'estetica postmoderna. Il grigio apparentemente indistinto dell'immagine zenitale dell'urbano è composto da tante sfumature, che comprendono le tante diverse forme della città abusiva; la visione rassicurante di un mondo fondato sulla contrapposizione tra ordine e disordine è messa in crisi dai tanti tipi di contaminazione che quotidianamente costruiscono il territorio reale. Andare oltre la campitura dei retini per entrare nelle sfumature di quel grigio, e andare oltre le posizioni disciplinari sclerotizzate per cercare una nuova attenzione a quel territorio è un atto politico, che porta alla luce una città invisibile, con le sue tante sfaccettature, e la impone all'attenzione della politica e della pratica progettuale...". 2 ottobre 2008 Ci si è a tal punto abituati a considerare l'alitosi una forma di argomentazione che oramai siamo costretti a far confusione tra il vaporizzatore del deodorante e la penna stilografica. Ugo Rosa torna su una lettera di Don Milani. "Leggetela bene questa lettera -scrive Ugo Rosa in Il ponte di Barbiana, pubblicato in ARCH'IT lanterna magica-, perché ci chiama in causa. Noi, architetti. Noi, insegnanti. Noi, genitori. Noi figli. [...] A noi architetti mostra e spiega che cosa è un'opera d'architettura. Ai genitori e ai figli mostra e spiega che cos'è e come agisce una comunità cosciente di se stessa e una famiglia. Agli insegnanti mostra e spiega cosa vuol dire essere maestri. E lo fa senza sprecare un gesto e neppure una parola. Per questo, a più di quarant'anni dalla morte, i fascisti ancora lo odiano e pensano di poterne mettere al rogo il ricordo cospargendolo di gel...". |
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