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ARCHIVIO AGOSTO 2009

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22 agosto 2009

"I nuovi single siamo noi, in una qualche fase, più o meno lunga e più o meno definitiva della nostra vita" scrive Teresanna Donà nel rileggere in ARCH'IT files l'esperienza di S1NGLETOWN, il progetto di Droog e KesselsKramer presentato lo scorso anno a Venezia. "Noi agli albori della nostra esistenza da adulti, magari attratti all'estero da un qualche rinomato master universitario; noi quando nel pieno della carriera siamo spinti a viaggiare in lungo e in largo per lunghi periodi di tempo; noi che ancora all'apice della maturità, in seguito a un divorzio o a una separazione, siamo costretti a ricominciare tutto daccapo; e infine noi quando, ormai giunti alla fine del nostro viaggio terreno, ci ritroviamo ad aver perduto l'ultimo partner e ci rassegnamo all'attesa dell'inevitabile all'interno di un alloggio appositamente previsto per tale scopo...".

 

15 agosto 2009

Un atteggiamento rivolto all'ascolto e alla collaborazione con i diversi attori del processo edilizio caratterizza SHoP, il gruppo cui Stefano Converso ha dedicato una nuova indagine, ospitata dalla collana sulla IT Revolution in Architecture diretta da Antonino Saggio. "Converso analizza SHoP architects con un'attenzione che è sì analitica alle specifiche evoluzioni e ricerche di ogni progetto ma che conserva allo stesso tempo un respiro generale e quindi un implicito scopo dimostrativo e indicativo alla trattazione: attraverso i progetti di SHoP si possono ripercorrere ed eventualmente tentare di duplicare le tappe che hanno portato dei giovani architetti a sperimentare (spesso con pochi mezzi) una logica digitale di progettazione e di esecuzione...". In ARCH'IT Coffee Break.

 

13 agosto 2009

Un origami a scala urbana determinato da organizzazione distributiva e schema funzionale. Il museo dell'automobile a Nanchino progettato da Francesco Gatti presentato da Giampiero Sanguigni. "I visitatori percorrono gli spazi espositivi all'interno delle proprie vetture -scrive Sanguigni in ARCH'IT architetture-, un'esperienza che l'architetto descrive come un "safari" in cui chi osserva è esso stesso, in quanto automobilista, in mostra. Le auto in movimento attraversano un percorso diacronico che va dai veicoli avveniristici agli esemplari storici e che si insinua nelle pieghe dell'origami per raggiungere il parcheggio posizionato sul tetto dell'edificio. Qui il visitatore abbandona l'abitacolo e percorre a piedi un percorso a ritroso, dall'alto verso il basso, attraversando l'esposizione ma anche una folta accumulazione di scatole di vetro in cui sono contenute le funzioni complementari al museo...".

 

7 agosto 2009

Authors, Agents, Agencies, and the Digital Public, di Mario Carpo, è stato scritto in occasione della nona edizione del festival di architettura BEYOND MEDIA che ha avuto luogo a Firenze, con il tema VISIONS, dal 9 al 17 luglio scorsi. Pubblicato all'interno del catalogo della manifestazione, il testo di Mario Carpo si è offerto come spunto e complemento dell'incontro "La visione costruttiva, oltre la standardizzazione", che Mario Carpo ha condotto nell'ambito del simposio curato da Pietro Valle. "Design versioning can now be so fast -scrive Mario Carpo nel saggio ospitato da ARCH'IT extended play- that design files can be as transient and evolutive as a Wikipedia entry -and, just like a Wikipedia entry, as collaborative and almost as anonymous. When too many authors intervene on the same file at the same time, at the end of the day it may be difficult to tell who did what- even when all changes are recorded and tracked. Interactive versioning is significantly different in spirit from the traditional, consensus-seeking modes of "design by committee": interactive versioning posits a never-ending accrual of independent, diverse and individual edits and changes, where consensus is neither sought for nor ever achievable, even though the game at some point must presumably stop, and the object be built.".

 

6 agosto 2009

I lavori proposti da Birnbaum portano a compimento una tendenza di ridefinizione dell'ambito artistico che ha preso l'avvio più di trent'anni fa con il Concettuale e con la reazione che esso ha provocato nelle discipline espressive tradizionali. Pietro Valle commenta in ARCH'IT artland la rassegna curata da Daniel Birnbaum in Mostra d'Arte alla Biennale di Venezia. "... l'irriducibilità dell'arte contemporanea di un "prodotto" o un "messaggio" concluso, la processualità del "fare" condivisa tra l'artista e il pubblico, la libertà linguistica slegata da discipline ereditate dal passato, l'apertura a un'alterità sempre possibile. Non è solo l'arte che apre micro- o macro-cosmi, ma è la modalità di ricezione che propone a ognuno di noi; quest'ultima non è un consumo passivo ma un continuo ri-posizionarsi del fruitore rispetto ad assunti costantemente mobili. Birnbaum ha accettato la sfida di portare questa forma di consapevolezza all'interno del sistema-Biennale ed è sorprendentemente riuscito nel suo intento allestendo la migliore mostra d'arte da diverse edizioni.".

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