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Spotlight

5+1AA

Michele Bonino



Il risultato del concorso per il Nuovo Palazzo del Cinema di Venezia ha messo in evidenza, la scorsa primavera, un punto di vista che sembra al centro dell'impegno di 5+1. La gran parte delle soluzioni finaliste rivelava una forte fiducia, tra soluzioni di rigore compositivo e altre più formaliste -da Moneo a Bolles+Wilson-, nel linguaggio e negli strumenti della disciplina architettonica, come mezzi più sicuri per far fronte alle richieste di un bando complesso. La scelta adottata da 5+1 con il francese Rudy Ricciotti, e premiata dalla giuria, è stata invece differente. Nel rispondere a una chiara "esigenza di visibilità ed espressività internazionale", la quota delegata al linguaggio si risolve in un'immagine sintetica: un volume privo di forma e un segno orizzontale legato alla presenza del mare. Difatti "Venezia (...) non ha bisogno di violenza e prevaricazione formale", e per questo le scelte di 5+1 fanno leva su altre strategie. Sono in particolare criteri, come quello che afferma l'oltraggio di "distruggere il verde del Lido e pensare di competere a livello architettonico-espressivo con il Casinò e con il Palazzo del Cinema", oppure posizioni che ambiscono a coinvolgere strati ampi della cultura e le aspettative di un pubblico esteso, piuttosto che di tecnici: per cui, come si legge nella relazione di concorso, nel progetto sono soprattutto "contenute le idee di cinema, di festa, di sensualità, di percorso, di scoperta, di avvenimento urbano".

[09apr2006]

5+1AA & Rudy Ricciotti. Nuovo Palazzo del Cinema di Venezia.

Se questa attitudine risulta così visibile in un'esperienza concorsuale, dove spesso può invece essere un approccio direttamente compositivo a comunicare immediatezza ed efficacia presso giurie di addetti ai lavori, allora è possibile che nelle opere realizzate di 5+1 (a partire dagli esordi del 1995) essa emerga con forza ancora maggiore: fino a rivelarsi, in contesti di progetto e costruzione dove prendono peso forme di negoziazione complesse -dialoghi intrecciati tra le diverse professioni, spazi per il confronto pubblico-, la vera e propria "cifra" del gruppo, il carattere distintivo, il punto di partenza irrinunciabile per esplorazioni anche sui versanti più espressivi del progetto. Spiegandoci attraverso la prima opera di 5+1 impostasi all'attenzione internazionale, il campus e centro di formazione di Savona -realizzato in più fasi, tra 1997 e oggi, presso l'ex-caserma Bligny-, questa deve le sue ragioni "fisiche" ad alcune idee di origine non disciplinare.

 
5+1AA. Campus a Savona.

Sono idee che informano il progetto e da questo, senza mediazioni, si aspettano una loro materializzazione: un'ipotesi di formazione continua e trasversale alle generazioni; un'idea aperta e non "autoritaria" di edificio pubblico; la volontà di trovare nella qualità spaziale e ambientale una forma di rappresentazione dell'istituzione universitaria (committente è l'Università di Genova, con SPES Spa). È un brief alla cui definizione i progettisti concorrono (insieme ai parigini Chaix&Morel), e da cui discende un criterio architettonico chiaro: modificare minimamente l'impianto urbano dell'anonimo quartiere militare, sovrapponendogli un secondo sistema che, nelle sue tre componenti, ambisca a rispondere a quel programma.

In alto, viene montata sugli edifici una copertura di frangisole in fibrocemento, che ricorda quella che Josep Llinás aveva posto a protezione di una piccola abitazione sulla costa catalana una decina di anni prima, offrendole dignità e scala paesaggistica: a Savona, essa garantisce all'intero complesso riconoscibilità e compattezza, e riserva agli utenti accoglienza e chiarezza nell'orientamento. In basso, pedane continue in legno intersecano gli edifici collegandoli secondo logiche nuove, inverse rispetto alla distribuzione preesistente: questa scelta risolve nuove necessità di funzionamento e allude a un incrocio di funzioni, secondo formule non consuete. Nel mezzo, trova sede un sistema minuto di elementi di collegamento (le scale elicoidali), di richiamo (i volumi colorati che fuoriescono dalla biblioteca multimediale), di relazione tra interno e esterno (i nuovi serramenti), cui va il ruolo di trasferire un'idea di qualità dalla scala urbana fino a quella dell'individuo.


5+1AA.
Palazzo Elica Spa a Fabriano.

Un percorso attraverso gli edifici pubblici realizzati dallo studio genovese fornisce nuovi elementi per arricchire l'ipotesi iniziale: dopo Savona, il nuovo ospedale di Biella (progetto vincitore del concorso internazionale del 1997, ora in fase di completamento), il Museo Archeologico del foro di Aquileia (Udine, progetto del 1999 e completamento nel 2002), la caserma della Guardia di Finanza di Albenga (Savona, inaugurata nel 2003) e il recupero della Caserma Ferdinando di Savoia a Roma per il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (progetto del 2001, in cantiere), raccolgono temi di lavoro che nell'ambito pubblico trovano tipicamente il culmine di complessità e di intreccio.


5+1AA.
Centro HELVETIA a Milano.

Il rapporto con la storia nel dialogo con le Soprintendenze friulana e romana, il confronto con la fitta rete normativa che impone un edificio per la sanità, l'aspettativa simbolica (spesso troppo banale) di un'architettura istituzionale, sono vissute -attraverso quell'"arte del disincanto" che 5+1 sceglie come motto operativo- come occasioni. Invece di subirle come elemento di difficoltà della realtà italiana, su queste 5+1 costruisce paradossalmente il fronte più forte di confronto internazionale. Un profilo competitivo su questo piano -che l'architettura italiana stenta invece a tessere, in termini di riconoscibilità, sul piano figurativo e compositivo– è ricercato con realismo e strategia attraverso l'adesione a processi, piuttosto che a linguaggi, di matrice e ispirazione internazionali: interpretare il progetto come mezzo per la ricerca di consenso presso le amministrazioni e l'opinione pubblica, coltivare collaborazioni e partnership all'estero, oppure sostenere l'impegno professionale con una quota fissa di "investimento" culturale - che si realizza ad esempio attraverso la cura, dal 1997 e con la collaborazione di Yves Nacher, della collana di architettura dell'editore Joshua.


5+1AA. Master plan per la centralità urbana di Romanina.

Nel caso della Caserma Ferdinando di Savoia, a fronte di una complessiva conservazione delle strutture storiche del complesso, una discussione rivolta ai temi del percorso (anche con risvolti urbani) e della distribuzione (con attenzione al rapporto tra spazi di lavoro e spazi pubblici) è il mezzo per convincere committente e Soprintendenza di soluzioni non conservative: si consegue anzi un forte impatto espressivo e un ruolo centrale dei percorsi nella nuova immagine dell'edificio. È una possibilità linguistica "di ritorno", maturata su una riflessione circolare che transita prima sui terreni del confronto e della verifica: questa inclinazione è tra i valori professionali più convincenti che 5+1, raggiunti nel 2005 i dieci anni di attività, annovera nel proprio metodo di lavoro; una consapevolezza che forse è tra i fattori che hanno suggerito l'idea di affiancare allo studio una struttura parallela, con particolare vocazione alla ricerca, "che proponga i temi da approfondire, le deviazioni qualitative su cui investire", come spiegano Alfonso Femia e Gianluca Peluffo a proposito della nuova sede da poco aperta a Milano.


5+1AA. DESPINA Business Park Zola Predosa, Bologna.

In questo contesto di sviluppo, i progetti per quattro gare a inviti -bandite da promotori questa volta privati, ed educati ai vantaggi dello strumento concorsuale in termini di trasparenza e qualità– possono rendere conto di una nuova condizione di lavoro. Nelle proposte per il "Palazzo Elica Spa" a Fabriano del 2003, per il DESPINA Business Park a Bologna e il Centro Helvetia a Milano del 2004, per il masterplan per la nuova Centralità metropolitana di Romanina del 2005 (presentate in questo Spotlight), si dimostra la praticabilità di una ricerca linguistica, spaziale e morfologica dal suo proprio statuto, nella chiara consapevolezza che possa farsi ora componente parallela, direzione rivendicabile in sé, valore aggiunto per la qualità del progetto.

Michele Bonino
michele.bonino@polito.it
5+1 AGENZIA DI ARCHITETTURA

Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, soci dello studio 5+1 architetti associati fondano l'agenzia di architettura 5+1AA Srl nel 2005. Sono stati invitati ad esporre il loro lavoro all'Istituto Italiano di Cultura di Parigi (1998), all'ETH di Zurigo (2001) e al SESV di Firenze (2001). Segnalati al Premio Borromini (2001), al Mies van der Rohe (2002) e alla Medaglia d'Oro della Triennale (2003), vincono premi all'opera per il Campus Universitario di Savona, il Museo archeologico di Aquileia e la Caserma di Finanza di Albenga. Nel 2003 ricevono a Roma la medaglia di bronzo per l'attività e la ricerca dal Ministero dei Beni Culturali. Skira nel 2001 pubblica la monografia: 5+1. L'ombra delle idee. Stanno sviluppando progetti a Torino, Firenze, Milano, Roma, Venezia e Savona. Nel 2005 vincono con l'amico e complice Rudy Ricciotti il concorso internazionale per il Nuovo Palazzo del Cinema di Venezia.

Costruendo nel tempo, intorno alla centralità del progetto, un importante team interdisciplinare, coadiuvato da un significativo gruppo di collaboratori, Alfonso Femia e Gianluca Peluffo affrontano la città, il suo superamento e la sua riaffermazione, confrontandosi con la trasformazione e la descrizione della realtà, perseguendo azioni quali il dialogo con la realtà del banale e del "brutto", l'estetica della "povertà", l'etica della percezione. L'attenzione per il pubblico e il sociale, i suoi linguaggi contemporanei e la relativa contaminazione, unita al conforto della memoria, creano gli elementi di riferimento per un'architettura che si esprime come un gioco d'incontro tra azioni e reazioni, verso una sperimentazione del reale e sul reale. La ricerca progettuale si svolge sulla sottile linea di confine che separa e unisce il pubblico con il privato, il dialogo ed il contrasto, tra il territorio che diviene città e la città che vi si perde. Un pragmatismo visionario, un realismo magico, un nuovo contestualismo.

5+1AA struttura sia l'attività di progettazione integrata, in grado di nutrire il progetto delle diverse componenti specialistiche dall'infrastruttura alla cantierizzazione, sia l'attività di ricerca sulla città contemporanea e sull'idea di "nuovo contestualismo".

5+1AA è attualmente impegnata: nello sviluppo di importanti aree strategiche in Italia e in Cina (DarE04), di progetti residenziali e turistico-ricettivi in Italia e in Spagna, nella realizzazione dell'area dei Frigoriferi Milanesi e del Palazzo del Ghiaccio a Milano, del centro urbano di San Giuliano di Puglia, nel recupero della ex-Caserma Ferdinando Savoia a Roma, dell'ex Caserma Bligny a Savona, di Villa Sottanis e dell'ex-Omni a Casarza Ligure, nella progettazione della Nuova Agenzia Spaziale Italiana, dell'ampliamento dello IULM a Milano, del nuovo polo scolastico di Campodarsego.

Da marzo 2006, 5+1AA ha una nuova sede a Milano dove verrà concentrata l'attività "aperta" di ricerca sulla città contemporanea e lo sviluppo dei progetti urbani complessi.

> ARCHITETTURE: 5+1AA. CAMPUS A SAVONA
> ARCHITETTURE: 5+1AA. L'OMBRA DELLE IDEE
> ARCHITETTURE: 5+1AA. PALAZZO DI GIUSTIZIA A SIENA
> ARCHITETTURE: 5+1AA. AREA FRIGORIFERI MILANESI A MILANO
> COLLECTION: 5+1AA. GIOCO DI PAZIENZA PER L'87° DISTRETTO
> ARCHITETTURE: 5+1AA. PALAZZO ELICA SPA A FABRIANO

> ARCHITETTURE: 5+1AA. CENTRO HELVETIA A MILANO
> ARCHITETTURE: 5+1AA. DESPINA BUSINESS PARK A BOLOGNA
> ARCHITETTURE: 5+1AA & RUDY RICCIOTTI. PALAZZO DEL CINEMA
> ARCHITETTURE: 5+1AA. CENTRALITÀ URBANA DI ROMANINA

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