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ARCHIVIO NOVEMBRE 2005

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27 novembre 2005

L'autore pare interessarsi di fusioni, metamorfosi, forse sollecitato dall'area ibrida. Matteo Zambelli presenta il volume dedicato da Claudio Lamanna a Venezia. Racconto di architettura, pubblicato da Gangemi Editore. 'Questo terrain vague -scrive Matteo Zambelli in ARCH'IT books review- è fonte di potenti suggestioni. Metamorfosi fra naturale e artificiale, ovvero quando il naturale (acqua e terreno) diventa artificiale pur mantenendo i caratteri della naturalità e viceversa. Metamorfosi di solido e fluido: quando l'acqua si trasforma in suolo che si trasforma in foglie che si trasforma in architettura. Metamorfosi di navi che diventano edifici che incontrano foglie che sono suolo che è acqua...'.

 

26 novembre 2005

Non un dizionario, né l'inizio di un'opera dalle aspirazioni enciclopediche. Parole Chiave di Giovanni Corbellini è un osservatorio, un luogo di discussione sui termini più significativi del linguaggio architettonico. La sezione di ARCH'IT dedicata alle parole che descrivono, all'interno della grande massa dell'offerta editoriale internazionale, alcuni percorsi significativi, è protagonista di un ciclo di incontri al MusArc di Ferrara fino al prossimo 14 dicembre. 'Parole Chiave è un progetto aperto -afferma Giovanni Corbellini-, che nasce sulla rete e intende sfruttarne le potenzialità, aggiornandosi continuamente, raccogliendo segnalazioni e contributi e inserendosi nella ramificazione dei percorsi ipertestuali...'. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni.

 

24 novembre 2005

Le scritture, i progetti, gli architetti, i linguaggi, le immagini, i video. L'ottava edizione del festival BEYOND MEDIA, dedicato alle più attuali visioni sull'architettura e al dibattito sulle relazioni del progetto con i media, torna dall'1 all'11 dicembre a Firenze con il tema SCRIPT. Come si racconta, oggi, l'architettura? Quali forme di narrazione si legano all'idea di progetto, alle sue manifestazioni, alle forme della sua pubblicità? Come il pensiero progettuale struttura i propri linguaggi ed esprime, in un'attuale forma di scrittura, la cultura del nostro tempo? Attraverso quali percorsi la creatività emergente avvicina nuove modalità di espressione rese possibili dagli strumenti digitali e dai nuovi media? Un ampio programma di eventi e di incontri per rinnovare il discorso in architettura. Da Claude Parent a Giuliana Bruno, da Sam Jacob a François Roche. E poi Philippe Morel, Paul Karasik, Aldo Cibic, William Menking, Helena Casanova, Ole Bauman e molti altri autori ancora, insieme a tanti tra i più brillanti progettisti italiani.

 

21 novembre 2005

Interpretare l'architettura come sfondo. Per Valerio Paolo Mosco l'architettura in Italia non produce ancora un linguaggio specifico e l'impressione è che il tutto rimanga a livello di intuizione, che stenti ad elevarsi ad espressione compiuta. 'L'architettura come sfondo -scrive Valerio Paolo Mosco in ARCH'IT files- parte dal concetto che il valore figurativo non è mai autonomo, ma sempre relativo. Allo stesso tempo prende le distanze dai contesti, evitando qualunque forma mimetica. In generale si presenta come una architettura di impianto, di forma compiuta e tendenzialmente ordinata. Si potrebbe definire come una architettura assertiva e nitida, refrattaria al narrativo e al vernacolare. Preferisce lavorare con le proporzioni tra le parti rispetto alla definizione puntuale degli elementi...'.

 

14 novembre 2005

Taiwan. La Far Eastern Memorial Foundation, in collaborazione col Graduate Institute of Architecture, presenta la nuova edizione del premio FEIDAD, organizzato allo scopo di incoraggiare l'esplorazione e la definizione del progetto di architettura nell'era digitale. Nella giuria finale del FEIDAD AWARD si attendono Ben van Berkel, Greg Lynn, Marcos Novak, Jacob van Rijs di MVRDV, Birger Sevaldson di OCEAN-north. Termine ultimo di iscrizione e consegna elaborati il 31 dicembre 2005. Maggiori informazioni sul bando e sul cospicuo premio in denaro in ARCH'IT concorsi. (Teresanna Donà)

 

8 novembre 2005

L'in/arch Istituto Nazionale di Architettura organizza la seconda edizione del master 'Paesaggi sensibili. Architettura e nuove tecnologie' mirato ad esplorare le potenzialità generate dall’incontro tra architettura e nuove tecnologie di comunicazione. A partire da un punto di osservazione privilegiato sul cantiere del MAXXI, il nuovo museo d’arte contemporanea realizzato da Zaha Hadid, il lavoro procederà dallo studio del progetto all’elaborazione di una ipotesi di sistemazione degli ambienti esterni del museo. Obiettivo primario del master è fornire nuovi strumenti utili alla progettazione di spazi interattivi, di spazi pubblici per la comunicazione, di sistemi di allestimento, di installazioni multimediali, di impianti di autoproduzione energetica. Il master è realizzato in collaborazione con la DARC del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Il termine ultimo per l’invio delle domande di iscrizione è fissato per il 22 novembre 2005. (Francesca Oddo)

 

6 novembre 2005

'Abbiamo individuato due principali gruppi di forze con cui il progetto si deve confrontare: quelle che trasformano il sito partendo dal terreno,chiamate archeologia della terra, e quelle dal cielo, definite archeologia del cielo. Le prime hanno a che fare con gli strati di storia ed archeologia che sono ora sepolti nel sito e che ne costituiscono la sua memoria. Le seconde si riferiscono alla recente storia di questi cieli. Durante la Seconda Guerra Mondiale i dintorni di Arnhem furono teatro di una delle più importanti battaglie combattute durante il conflitto...'. Il dispositivo narrativo usato in The Landing ha a che fare con il tempo e la storia. Raoul Bunschoten e Roberto Bottazzi presentano in ARCH'IT architetture il progetto di Chora, GroosMax e Joost Grootens vincitore del concorso a inviti per un nuovo spazio pubblico in Arnhem, in Olanda.

 

6 novembre 2005

La galleria urbana elaborata da Chora diventa un modello delle naturali interazioni al lavoro nelle città che galleggiano sulla seconda pelle. In se stessa è un meta-spazio, un piccolo mondo tascabile. Ne parla Raoul Bunschoten. 'C'è una fotografia -scrive Raoul Bunschoten nel saggio Toccando la seconda pelle, pubblicato in ARCH'IT files- scattata durante il seminario "Copenhagen X: Urban Gallery" (CPHX) che ancora oggi mi entusiasma: un gruppo di studenti siede su una mappa aerea della città di Copenhagen. Stanno trasferendo sulla carta la posizione dei 4000 fagioli che erano stati precedentemente lanciati sulla mappa stessa. Stanno abitando la carta, quella che in fondo è una vista della città da un clerestory, un meta-spazio sospeso sulla città che è normalmente attraversato solo da aerei ed elicotteri, i quali comunque mai si soffermano ad osservare la città dall'unico punto in cui può essere colta nella sua totalità apparente...'.

 

5 novembre 2005

Il catalogo della mostra dedicata a Giancarlo De Carlo è articolato secondo tematiche di pensiero. Per presentare, scrive Ilaria Giannetti nella recensione di Giancarlo De Carlo. Le ragioni dell'architettura, pubblicata in ARCH'IT books review- non i soli progetti ma i processi e le idee che li hanno alimentati nel loro stesso farsi. 'Ricercato e asciutto nei toni. Né monografia né saggio critico, il catalogo, edito da Electa/operaDARC, curato da Margherita Guccione e Alessandra Vittorini, si scopre essenziale e compresso strumento di supporto al visitatore nel percorso dell'esposizione, seguendone ogni traccia, ogni ombra, ogni deviazione. Trasponendo fedelmente il concept della mostra, tessuto da piani e registri diversi suscettibili di lettura autonoma, questo volume sceglie la forma di ipertesto a più voci...'.

 

1 novembre 2005

L'ultima monografica di un professionista libero ha assunto, suo malgrado, il carattere di una retrospettiva. Laura Masiero rilegge oggi la mostra dedicata a Giancarlo De Carlo dal MAXXI. Con una nota di Alessandro D'Onofrio. La mostra Giancarlo De Carlo. Le ragioni dell'architettura, scrive Laura Masiero in ARCH'IT sopralluoghi, 'doveva presentare, nelle intenzioni di De Carlo, gli ultimi progetti dello studio. L'architetto aveva allontanato, spiazzando i suoi interlocutori della DARC, l'ipotesi di una mostra d'architettura "canonica", e non desiderava che l'esposizione diventasse una mostra "celebrativa" sulla sua figura in quanto professionista ancora in piena attività. Questo era Giancarlo De Carlo, "maestro involontario" e fuori dagli schemi. Le sue richieste coraggiose confermano appieno il suo stile, la sua disponibilità ad essere "il più possibile esposto alle critiche" e la straordinaria lucidità di un architetto che a 84 anni era ancora animato da una notevole vivacità progettuale. La scelta della DARC è stata di affiancare agli ultimi lavori dello studio i progetti "collaudati" e più conosciuti del passato con le attività più significative (gli scritti, i libri, il laboratorio ILA&UD, la rivista "Spazio e Società") che in qualche modo li hanno generati, e che inquadrassero la figura complessa dell'architetto optando per una soluzione intermedia tra le due ipotesi espositive...'.

 

1 novembre 2005

'Io mi sono formato in un periodo in cui l'abitazione era il problema chiave dell'architettura. Tutti gli architetti che avevo conosciuto si dedicavano a studiarla. Un poco perché era l'unico argomento possibile in quel momento, i finanziamenti pubblici erano concentrati sull'abitazione anche a discapito di edifici pubblici importanti o servizi. Bisogna dire anche che esisteva una ragione per questo; c'era una gran penuria di abitazioni, era scoppiata la guerra, c'erano stati tanti sfollati, ma una delle ragioni fondamentali era l'inurbamento formidabile e la campagna che stava per essere abbandonata. O lo era già stata in molti posti. Stavamo per passare dalla civiltà agricola alla civiltà urbana o, direi oggi, addirittura territoriale. Allora non si era consapevoli; tutti questi stravolgimenti non erano ancora stati esaminati da un punto di vista teorico, però la dimensione degli avvenimenti, il loro peso, influiva sulla formazione di un'ideologia...'. A partire dal tema dell'abitare le riflessioni di Giancarlo De Carlo, raccolte negli ultimi mesi, in frammenti sparsi, da Alessandro D'Onofrio. In ARCH'IT files.

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