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ARCHIVIO SETTEMBRE 2008

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28 settembre 2008

L'architettura oltre agli edifici, ma anche al di là della funzione classica del progetto e della teoria come li abbiamo sempre conosciuti. Non è più possibile astrarsi e usare il distacco tra linguaggio e realtà come strumento critico di riflessione. Pietro Valle commenta l'ultima mostra della Biennale di Venezia. "La sensazione generale che deriva da questa Biennale -scrive Pietro Valle in ARCH'IT esposizioni- è che non vi sia più scarto tra architettura esibita e reale, perché quella in mostra o, meglio, l'architettura che mostra se stessa in ogni istante è l'unica possibile. Per affermare la propria dimensione spettacolare, essa deve, tuttavia, perdere per strada il costruito (come richiesto dai curatori), ma anche la ricerca e la teoria (come conseguenza dell'inseguimento di una comunicazione perenne). Non è possibile rilevare alcuna distanza tra ricerca e progetto, tra progetto e realizzazione, tra figurazione e realtà in una situazione in cui ogni istante di un processo corrisponde alla sua autorappresentazione pubblica e assorbe ogni sforzo dei progettisti."

 

24 settembre 2008

Cosa succede se si decide di far uscire il software dal proprio "isolamento" e di metterlo a confronto col caotico mondo dell'esperienza professionale? Nel presentare la ricerca di John Nastasi, Stefano Converso discute la possibilità di rompere alcuni dei recinti disciplinari. "È sostanzialmente questo -scrive Converso nell'articolo La forma oltre il software pubblicato in ARCH'IT extended play- il terreno con il quale ha deciso di confrontarsi John Nastasi, architetto che ha aperto nell'autunno del 2004 un programma di insegnamento interdisciplinare dal titolo "Product-Architecture Lab" presso lo Stevens Institute of Technology, una delle scuole di ingegneria più antiche dell'area di New York con sede a Hoboken, sulla sponda opposta a Manhattan dell'Hudson River."

 

21 settembre 2008

Vivacità culturale e incertezza identitaria. Nel commentare la mostra I Maestri e la Scena curata da Adolph Stiller e Luka Skansi e dedicata all'architettura slovena, Pietro Valle riflette sull'idea di appartenenza e sul confronto con le tendenze internazionali. Slowenien Architektur. Meister & Szene. "I pur abili progettisti sloveni -scrive Pietro Valle in ARCH'IT files- portano in evidenza i limiti di un'architettura che riduce tutto a formule e diagrammi, che si preoccupa più della diffusione invece di riflettere sul proprio significato. Persa in loro è quella dialettica tra locale, soprannazionale e globale che caratterizzava le generazioni precedenti. Forse esse anelavano a una possibilità di espressione all'interno di sistemi politici estranei che li dominavano, mentre ora, nella pacificazione liberista della nuova nazione slovena, questa tensione culturale non è più sentita...".

 

17 settembre 2008

"Difficile negarlo. Negli ultimi anni i nostri occhi si sono abituati a vedere scomparire gli spazi. L'orizzonte si è fatto denso, solido e pieno. Pieno di immobili, palazzine, palazzoni, villette, muri, recinzioni, divieti d'accesso". Alberto Iacovoni e Marialuisa Palumbo riflettono, in un intervento ospitato da ARCH'IT files su L'importanza del vuoto, scritto a margine di un recente articolo di Ilvo Diamanti. "Occorre salvare quello che resta ma anche e soprattutto costruire una cultura, una sensibilità comune, diffusa in ogni cittadino e certamente tra tutti gli amministratori, i progettisti e i tecnici coinvolti quotidianamente nel farsi della città, per l'importanza dello spazio vuoto, non solo come negativo del pieno, ma come spazio delle relazioni, tra le cose e tra le persone...".

 

16 settembre 2008

"Ogni riunione [...] era uno psicodramma nel quale le tensioni e le frustrazioni personali s'intrecciavano alla lettura critica della condizione presente e alle visioni oniriche sulla condizione futura. Ci definivamo i figli traditi del razionalismo, svuotato ormai della sua carica rivoluzionaria. E sostenevamo che il progetto d'architettura, privo d'inibizioni, preconcetti, formalismi e scuole, era l'unico strumento che ci apparteneva e su cui contavamo per capire il presente e immaginare il futuro". In vista della presentazione a Firenze della mostra ARCHIZOOM ASSOCIATI 1966-1974. Dall'onda pop alla superficie neutra, curata da Roberto Gargiani, Gilberto Corretti ricorda, in una nota pubblicata in ARCH'IT files, le vicende dell'esame di gruppo, La Città estrusa, che nel 1964 diede origine a un percorso che in seguito è stato chiamato Architettura Radicale.

 

14 settembre 2008

Nel contesto del programma europeo MACE (Metadata for Architectural Contents in Europe) si svolgerà a Venezia i prossimi 20 e 21 settembre il convegno On-line Repositories in Architecture, organizzato da Collaboratorio (Italia) e EAAE European Association for Architectural Education (Belgio) in corrispondenza con l'11. Mostra di Architettura della Biennale di Venezia. Il programma è teso alla definizione di criteri per l'interconnessione tra informazioni e archivi digitali di architettura nella prospettiva di facilitare il raggiungimento e la condivisione di contenuti spesso sparsi, autonomi e scollegati. Tre sessioni di lavoro, centrate sull'e-learning, sugli archivi, sui website inquadrano il congresso che vede un'ampia partecipazione di insigni studiosi e di specialisti.

 

7 settembre 2008

Toyo Ito accoppia all'interesse per i media elettronici e per tutto il mondo nuovo delle informazioni anche un sentire profondissimo e leggero allo stesso tempo verso gli elementi della natura. Antonino Saggio nell'introduzione al volume di Patrizia Mello dedicata a Ito digitale, recentemente pubblicato da Edilstampa. "Due opere -scrive Saggio nella nota Le forme dell'acqua ripubblicata in ARCH'IT coffee break- rivelano l'emergere di un tema che sarà sempre più caratteristico e decisivo in Ito sino alle ultime opere. La proposta per una Biblioteca universitaria a Parigi immaginata come un chip di un computer e in cui si anticipano alcuni temi successivi, e soprattutto l'allestimento della sala Sogni alla mostra Vision of Japan del 1992. In questa sala l'intero spazio è pervaso da un sentire continuo, trasformazionale, come sottomarino...'.

 

5 settembre 2008

011+ Architetture made in Torino. Quella che si ritrova a Torino, scrive Luca Molinari nel commentare il volume curato da Davide Tommaso Ferrando, è "una dimensione composita che si muove tra l'università, il territorio, una relazione consapevole e attiva con il dibattito e la produzione contemporanea, e una pratica sperimentale sulla materia dell'architettura e i suoi strumenti operativi. È la generazione che sancisce il definitivo superamento della separazione dolorosa e masochistica tra professionismo e ricerca, ma che soprattutto sta tracciando oggi la possibilità di una via originale dell'architettura italiana alla contemporaneità, cercando di evitare le pericolose strettoie tra il folclore rassicurante dello stile regionale e la deriva del secondo International Style...". Il saggio Una generazione "post" per una città che cambia è ospitato in ARCH'IT files.

 

5 settembre 2008

Un luogo non comune. un contesto urbano disordinato e diviso tra permanenze della cittadina rurale e interventi di edilizia recente. Qui l'Atelier Fleuriste di ELASTICO SPA a Chieri, Torino. "L'intervento è articolato in due blocchi edilizi -si legge nella relazione di progetto pubblicata in ARCH'IT architetture-, formalmente molto diversi, concepiti l'uno come una grande vetrina-piazza su via Andezeno, l'altro come un padiglione isolato all'interno del giardino aperto al pubblico, visibile dalla strada attraverso scorci prospettici. La ristrutturazione dell'edificio a cortina prevede il mantenimento della porzione centrale in tutti i suoi caratteri -le coperture voltate, i serramenti, gli intonaci e le decorazioni– mentre ai lati la sagoma originale dell'edificio è ricostruita da una grande vetrata a tutta altezza verso strada e da una pelle cangiante in rame verso il cortile...".

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