home

News

ARCHIVIO MAGGIO 2005

ultime news

30 maggio 2005

Il prossimo lunedì, 6 giugno, alle ore 18.00 il SESV, galleria dell'Università di Firenze, ospita Maurice Nio e presenta la mostra 'SNAKE SPACE. NIO architecten', curata da Marco Brizzi. Focalizzata sulla ricerca dell'architetto olandese già fondatore di NOX, la mostra è dedicata al tema degli spazi tecnici, luoghi della città diseredati, di transito o addirittura ad accesso interdetto: discariche, autostrade, parcheggi, aree industriali, tunnel, viadotti. È qui che Nio realizza le sue architetture, donando anima e vita a territori indefiniti, freddi, spazi di scarto e di rifiuto. Particolari dispositivi robotici, protagonisti dell'installazione, si insinueranno –come l'architettura di Nio– negli anfratti dimenticati di un paesaggio urbano ai confini tra l'astrazione e la realtà. Quella di Firenze è la prima tappa di un tour organizzato da iMage, viewpoints on architecture che porterà la mostra nelle principali capitali europee. A Firenze Maurice Nio introdurrà il tema della sua ricerca durante un momento di incontro che avrà luogo nel cortile del SESV alle ore 18.00. Seguirà l'inaugurazione della mostra alle ore 19.00.

 

30 maggio 2005

Matteo Agnoletto, Nicola Desiderio, Nicola Marzot, Piero Santi sono gli autori di 'Ascoltare l'architettura. I generalisti parlano di architettura al grande pubblico', dibattito radiofonico che indaga il modo in cui la cultura architettonica viene proposta al grande pubblico. Saranno alcuni fra i personaggi più significativi dell'editoria non specialistica a raccontare le strategie di comunicazione pianificate per raggiungere i "non architetti". Fra gli ospiti dell'iniziativa organizzata da Arcomai, Sebastiano Brandolini, Sara Banti, Enrico Arosio, Anna Detheridge, Lorena Bari e Marta Francocci. La rassegna -pensata per Humus, programma di approfondimento culturale- propone un palinsesto sviluppato in tre appuntamenti radiofonici in onda dalle 17.00 alle 17.30 dei prossimi tre lunedì (30 maggio, 6 giugno, 13 giugno) sulle frequenze di Città del Capo - Radio Metropolitana. (Francesca Oddo)

 

26 maggio 2005

Il serpente di acciaio dei Tezuka inscrive una differenza nel sito. Che si rivela come paesaggio. Il Matsunoyama Natural Science Museum, scrive Matteo Zambelli nel presentare il progetto, è anche earth-art. Un'opera di earth-art manipola il suolo della crosta terrestre con scavi, incisioni, movimenti di terra che rimodellano il terreno. 'Ci sono architetture -scrive Matteo Zambelli in ARCH'IT architetture- che creano un luogo dove prima c'era sito; il Matsunoyama Natural Science Museum a Niigata di Takaharu e Yui Tezuka è una di queste architetture: ha creato un luogo dove prima esisteva solo un bel bosco di faggi. Ci sono opere che traggono la propria forza dalla condizione simbiotica che stabiliscono con l'intorno, questo museo non potrebbe esistere senza il contesto collinare in cui si erge, enorme cobra meccanico (l'edificio è completamente rivestito in acciaio Cor-Ten) bloccato nell'atto di mordere la preda...'.

 

23 maggio 2005

La contemporanea critica di architettura è incapace di proporre prospettive di dibattito alternative al letterale broadcasting della novità. Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli sottolineano l'assenza di un discorso critico che sia ancorato a presupposti teorici non limitati ad un tautologica e acritica rappresentazione della realtà. Teoria e Critica. Punto e a capo. 'Non vi può essere cultura architettonica -scrivono Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli in ARCH'IT files- laddove la Teoria non disponga i propri mezzi nel modo più chiaro e rigoroso ed individui i propri scopi al di là di banali compiti quali il superamento dello status quo. All'eterogeneità delle condizioni la Teoria deve opporre la propria specificità, giacché è proprio in questa opposizione che l'architettura, come ogni altro dire, trova il suo fondamento...'. 'Il problema -continuano i due autori- sorge nel momento in cui ci si interroga in base a quali posizioni, in base a quale teoria, intesa nel senso letterale del termine, cioè in base a quale visione del mondo questa figura opera al di là dei vaghi contenitori tematici di volta in volta proposti in forma di libri, conferenze, mostre e riviste. E spesso la risposta a questo interrogativo è un imbarazzato silenzio subito riempito dall'arrogante insofferenza per qualsiasi assunzione di responsabilità che non sia il dovere di facilitare un generico nuovo, alimentare il flusso dell'informazione e rispondere all'urgenza di essere lì invece di essere qualche cosa...'.

 

23 maggio 2005

Italy Now? Occorre riflettere ed agire a partire da ciò che si ha realmente intorno. Evitando lifting formali che tentano inutilmente di fare più o meno bene ciò che si fa altrove. Alberto Alessi riassume i temi che hanno accompagnato l'iniziativa recentemente svoltasi presso la Cornell University, a Ithaca. Cosa avviene oggi in Italia? La domanda, scrive Alberto Alesi in ARCH'IT files, 'nasce da una percezione di assenza, imputa all'Italia una abiura dalla sua missione presunta: essere luogo di riflessione sul farsi della disciplina, come lo è stata nel corso del '900, soprattutto quando, negli anni '60 e '70, con i lavori di Rossi, Grassi, Gregotti, Tafuri, è diventata il termine di paragone della ricerca teorica e progettuale. E poi? Di colpo più nulla pare, l'Italia è scivolata a luogo dove semplicemente e quotidianamente si produce architettura, come in ogni altro luogo, anzi con una maggiore difficoltà realizzativa e quindi qualitativa. E così lo sguardo "straniero" da allora si è rivolto altrove, e legge l'Italia come nelle antiche mappe, che sugli spazi vuoti dei luoghi sconosciuti riportavano: Hic sunt leones...'.

 

20 maggio 2005

Il tentativo di penetrare nel labirinto, di concorrere a fornire un criterio di ordinamento, forse differente, del numero incontrollabile dei «pezzi che non coincidono». Gli scritti di Ignasi de Solà-Morales raccolti nel secondo volume antologico, appena pubblicato da Allemandi. 'Ciò che spesso è stato compreso nel termine classicismo non può essere inteso come una classificazione monolitica ma come un insieme di atteggiamenti diversi, per i quali il riferimento a un ipotetico e unitario classicismo non è altro che il risultato di un'interpretazione senza che, per il resto, essi abbiano molto a che vedere gli uni con gli altri...'. In ARCH'IT books review un estratto dall'ultimo capitolo 'Classicismi nell'architettura moderna' del libro Archeologia del moderno. Da Durand a Le Corbusier, che raccoglie gli scritti di Ignasi de Solà-Morales e che segue il volume 'Decifrare l'architettura. Inscripciones del XX secolo' pubblicato nel 2001. I due volumi, a cura di Michele Bonino il primo, di Michele Bonino e Daniele Vitale il secondo, riuniscono la quasi totalità dell'opera teorica dello studioso catalano prematuramente scomparso nel 2001.

 

20 maggio 2005

Milano. Oggi alle 17.30 viene presentata la versione estesa di 'IN ALTO. Arte sui ponteggi'. Dal 2002 già 10 artisti contemporanei hanno realizzato opere site specific su porzioni di ponteggi di edifici in restauro nel centro di Milano. Insinuandosi accanto alle consuete pubblicità con la loro presenza nel contesto urbano questi interventi sono stati una 'provocazione estetica' finalizzata a interrompere il flusso continuo di messaggi commerciali che invadono usualmente le vie di Milano. La nuova versione del progetto, invece, commissiona ad altri 11 tra artisti, grafici, designer, fotografi ed architetti (gruppo A12 e Studio Rota) delle immagini modulari per ralizzare delle 'tappezzerie urbane' con cui rivestire interamente i ponteggi. 'In Alto' è un progetto di arte pubblica coordinato dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. L'incontro si svolgerà presso la Pinacoteca di Brera. Sala della Passione, via Brera, 28. (Elisabetta Mori)

 

16 maggio 2005

A quarant'anni di distanza dalla morte di Le Corbusier uno dei suoi progetti tardivi vedrà infine la luce. In un lungo articolo, comparso lo scorso 12 maggio sulla International Herald Tribune (Le Corbusier, by design), Jan Otakar Fischer riflette su quanto dell'opera realizzata potrà essere attribuito al maestro scomparso e quanto invece alle persone che ne hanno voluto la realizzazione postuma, ripercorrendo le fila di quest'opera ancora incompiuta. Il progetto è quello per la chiesa di St-Pierre in Firminy, uno degli ultimi progetti di Le Corbusier, la cui costruzione interrotta nel 1978 per mancanza di fondi è di recente ripresa per giungere, negli scorsi giorni, fino al completamento del tetto. Firminy è una cittadina nella valle della Loira che ospita già un'Unité d'Habitation, uno stadio e un centro culturale realizzati da Le Corbusier. A questi si aggiungerà ben presto quella che potrebbe diventare la terza costruzione a carattere religioso più importante dell'architetto, dopo Ronchamp (del 1954) e il convento de La Tourette (del 1959). Al progetto della chiesa il maestro aveva lavorato in due momenti successivi, nel 1960 e nel 1964, mentre il cantiere era iniziato cinque anni dopo la sua morte, nel 1970, sotto la direzione di José Oubrerie, uno dei suoi ultimi collaboratori. Ventisei anni più tardi, nella primavera del 2004, è lo stesso Oubrerie a riprendere la direzione dei lavori che dovrebbero essere ultimati, una volta per tutte, nell'estate del 2006. (Teresanna Donà)

 

16 maggio 2005

Ambientato in una sorta di cantiere alpino, il laboratorio progettuale di Gellner è di volta in volta un osservatorio di modalità ed abitudini costruttive locali volte a trasformarsi in progetto. L'architetto del paesaggio. Una memoria di Luciano Bolzoni. 'L'immagine della montagna -scrive Bolzoni in ARCH'IT files-, impervia, difficile, pericolosa ma comunque conciliante, diede luogo ad una sua effigie edilizia che caratterizzerà una breve quanto contraddittoria stagione progettuale. Gellner rappresentò una testarda eccezione a questo atteggiamento; il suo lavoro non produsse mai opere uniche, sole, solitarie e benché egli denunciasse la sua fatica ad abituarsi ad un paesaggio così impegnativo come quello alpino, fece sue le leggi e le caratteristiche del territorio dei siti in cui operò, senza arrivare ad atteggiamenti mimetici ma interpretando nella sua architettura i tratti tecnici, sociali, topografici, culturali ed economici del luogo...'.

 

15 maggio 2005

L'architettura è in festa! Il luogo è la Triennale di Milano: quinta della 'Festa per l'architettura', iniziativa giunta alla seconda edizione, curata quest'anno da Fulvio Irace in collaborazione con Maria Vittoria Capitanucci. L'evento propone due mesi densi di incontri, mostre, occasioni di dibattito e di confronto sulle tematiche più discusse dell'architettura contemporanea. Fra le mostre, 'Le case nella Triennale. Esposizioni e progetti sul tema dell'abitare' –a cura di Graziella Tonon e Graziella Leyla Ciagà- ricostruisce le fasi del contributo della Triennale al tema della casa in Italia, mentre 'Emilio Ambasz: Costruire con la Natura' propone una rassegna di alcuni dei più significativi lavori dell'architetto argentino nel settore della green architecture. Per il ciclo di incontri 'Italy Builds. L'Italia che costruisce' –curato da Fulvio Irace- la Triennale ospita, fra gli altri, Italo Rota, Vittorio Gregotti e Jan Kaplicky. 'Open Lectures' -a cura di Giampiero Bosoni- propone Cino Zucchi e Carlo Ratti. Spazio anche alla cultura cinematografica e alle sue interferenze con l'architettura: 'Cinema e Architettura' -a cura di Gianni Canova- è un evento dedicato alla rappresentazione della città nel cinema. E ancora studi di architettura milanesi aperti al pubblico e tre itinerari tematici organizzati dalla Fondazione dell'Ordine degli Architetti di Milano in collaborazione con La Triennale di Milano: 'Ignazio Gardella e Milano', 'Franco Albini e Milano', 'Arte e Architettura a Milano'. (Francesca Oddo)

 

14 maggio 2005

Sei corridoi lunghi dai 200 ai 300 metri stabiliscono una connessione territoriale tra la città e la costa. È questo il softscape che integra un nuovo sistema di drenaggio ad una rete viaria, piste ciclabili e percorsi pedonali. Il progetto di ITERAE Architecture, vincitore del concorso per l'Hellenikon Metropolitan Park di Atene. 'Instead of projecting an artificial landscape on the site -scrivono gli autori nel presentare il progetto in ARCH'IT architetture-, this system uses existing conditions and establishes the root of a natural ecosystem, which channeled and distributes natural resources to the park vegetation and reduces the park's maintenance. The northern softscape integrates the new highway using a set of berms and trees for acoustical protection and visual screening...'.

 

10 maggio 2005

L'Università mediterranea di Reggio Calabria ha conferito ieri la laurea honoris causa in Architettura a Umberto Eco. La laudatio pronunciata da Franco Zagari traccia un percorso attraverso le numerose occasioni di confronto che il celebre intellettuale ha avviato con l'architettura. 'È una visione -afferma Franco Zagari nell'introdurre il punto di vista offerto da Eco ne 'La struttura assente'- che segna, è il caso di dirlo, l'ingresso dell'architettura in una nuova epoca culturale, quella della comunicazione, e ne riafferma la vitalità, spostandone radicalmente strumenti e fini, codici e comportamenti, rappresentazioni e realizzazioni. Le Colonne d'Ercole di questo passaggio sono la progressiva perdita di centralità psicologica dello spazio come interno costruito, dello spazio in carne e ossa nel senso di Heinrich Wölfflin, e l'affermazione di valori immateriali, la scoperta di nuove frontiere della rappresentazione virtuale che spesso più che raccontare sostituiscono il corpo stesso dell'architettura...'. In ARCH'IT files.

 

9 maggio 2005

Il luogo del bar come risultato mutevole dell'adattamento reciproco tra spazio e consumatori. Ordinato sulla base di una potenzialmente elevata domanda di riconfigurazione. Tray: il progetto di Filippo Innocenti e Paola Mariotto, segnalato al concorso indetto da Domus e Illy. 'La costruzione della matrice delle possibilità architettoniche -scrivono gli autori nella prsentazione pubblicata in ARCH'IT architetture- parte dall'identificazione di un numero minimo di superfici, articolate in modo da servire un programma specifico; in analogia con il concetto del vassoio. Le caratteristiche geometriche dei vassoi sono tali da consentire diversi abbinamenti funzionali, a seconda dell'accostamento scelto. Volendo mantenere la semplicità di un prodotto a bassa tecnologia, la soluzione proposta non è reattiva ma adattabile. Il tempo di risposta del sistema non è immediato ma coincide con l'intervallo in cui, valutata l'efficienza della configurazione attuale, si apportano le necessarie modifiche...'.

 

5 maggio 2005

Laboratorio di una rapida modernizzazione, il Cile ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo sorprendente. Con Sud, sud, sud, Fabrizio Gallanti traccia un percorso attraverso la recente produzione architettonica che sta dando risposta ad una diffusa richiesta di qualità. 'The most interesting contemporary Chilean architecture -scrive Fabrizio Gallanti nell'articolo pubblicato in ARCH'IT files- is tensed between two extremes: an expressive freedom, where heterogeneous references collide and cohabit within rarefied and elegant compositions and a realist attitude, which has to adapt formal solutions and details to the local condition of low technological development...'.

 

3 maggio 2005

Milano, fuori Salone 2005: la Toyota espone nel teatro della Triennale, interamente foderato di bianco, due Lexus bianche immerse nella nebbia. Gilberto Corretti sul design contemporaneo, sull'idea di progresso, sull'attesa di una rivoluzione tecnologica e culturale. 'Il capitalismo contemporaneo -scrive Corretti in I nuovi barbari, pubblicato in ARCH'IT files- è un sistema dalla filosofia debole, senza religioni né cattedrali, ma che è in grado di movimentare grandi masse di persone senza una regia o un grande vecchio che le diriga. Così come avviene per gli stormi nei quali la massa di uccelli in movimento, apparentemente compatta e determinata, in realtà si muove rispondendo a leggi semplici e banali: che ogni uccello faccia quello che fa l'uccello accanto. E ciò nonostante la massa si muove in modo coordinato e intelligente ma sembra in preda a decisioni improvvise e incomprensibili se lo si osserva con una logica che guardi a scenari e obbiettivi razionali e pianificati in partenza...'.

 

1 maggio 2005

Varcando l'ingresso sovrastato da una copertura a sbalzo in cemento colorato, lo spettatore è immediatamente proiettato verso la scena. Il Teatro di Montalto di Castro, progettato da MDU architetti, non si risolve esclusivamente nella sua architettura e nella sua dimensione urbana, ovvero nello spazio simbolico che occupa nella città, ma è semplicemente rappresentato da ciò che avviene oltre il boccascena. 'Un grande monolite in cemento colorato -scrivono gli autori in ARCH'IT architetture, nel presentare il progetto primo classificato al concorso indetto dall'amministrazione comunale- sul quale la torre scenica appare appoggiata in modo etereo: un volume in policarbonato che si smaterializza di giorno confondendosi con il cielo e che di notte, illuminandosi dall'interno, si trasforma in una grande "lanterna" alla scala territoriale. Il monolite è caratterizzato da leggere variazioni cromatiche e di texture che derivano concettualmente dai blocchi in tufo che compongono il Tempio Grande filtrati attraverso i Wall Paintings di Sol Lewitt...'.

ultime news

Per qualsiasi comunicazione
 è possibile contattare la
redazione di ARCH'IT


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


indice


iscriviti gratuitamente al bollettino ARCH'IT news







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by iMage