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ARCHIVIO SETTEMBRE 2005

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30 settembre 2005

'Alta velocità. Il sistema italiano' è il tema di Parametro numero 258/259, luglio/ottobre 2005. 'Nell'aprile del 1986 vede la luce il Piano Generale dei Trasporti, che individua per la prima volta la creazione di una rete ferroviaria ad Alta Velocità. Il progetto Alta Velocità/Alta Capacità è oggi in fase di avanzata costruzione attraverso viadotti, gallerie, rilevati e la definizione dei nuovi terminal, affidati agli esiti dei risultati di prestigiosi concorsi internazionali. Parametro 258/259 indaga lo stato di questo grande cantiere diffuso, le cui imponenti infrastrutture stanno ridisegnando il paesaggio e gli accessi delle principali città italiane'. Curato da Marco Guarnieri, il volume ospita analisi e riflessioni di Paolo Desideri, Norman Foster, Santiago Calatrava, fra gli altri. (Francesca Oddo)

 

30 settembre 2005

Dimmi se sei felice - La gioia, il piacere, il bello della vita è il titolo del programma televisivo curato da Alessandra Polveroni per CultNetworkItalia. Attraverso tredici puntate, in onda dal 5 ottobre tutti i mercoledì alle 22.00, la giornalista indagherà il concetto di felicità nei vari aspetti della vita, dall'arte, alla politica, all'amore, al pensiero, al divino, al gioco, al corpo, al denaro, al piacere, alla scienza. All'architettura, anche... dato che la settima puntata, prevista per il 16 novembre, avrà fra gli ospiti Stefano Boeri e Odile Decq. Ciascuna puntata è accompagnata da immagini fornite -tra gli altri- da artisti come Pipilotti Rist, Richard Wilson, Tatsuo Myajima, Francesco Vezzoli, Stefano Cagol, Chiara Passa, Marianne Heier. Video, mostre e singole opere appartenenti al repertorio della contemporaneità, per sottolineare il tentativo intrapreso in questo progetto di formulare idee e immagini della felicità nella nostra epoca. (Francesca Oddo)

 

27 settembre 2005

'L'affermazione delle tecnologie informatiche, i crescenti bisogni in termini di risparmio energetico, i cambiamenti socio-culturali riguardanti i diritti dell'individuo nei confronti dell'ambiente professionale e soprattutto il crescente requisito di "fluidità" che contraddistingue le strutture organizzative all'interno delle società; di fronte ad un simile scenario la ricerca del DRL si è mossa prendendo ad esempio le modalità operative interne di alcune multinazionali (Microsoft UK, la società di web design Razorfish, Arup Engineers, e la compagnia pubblicitaria M&C Saatchi) ed ha portato alla concezione di ambienti di lavoro altamente innovativi in grado di rispondere alle nuove necessità...'. Corporate Fields: New Office Environments by the AA DRL. Curato da Brett Steele il volume, concepito come un software, riassume le esperienze compiute in 3 anni di didattica nel prestigioso laboratorio dell'Architectural Association. La presentazione di Maurizio Meossi in ARCH'IT books review.

 

27 settembre 2005

'Ai più giovani non posso che dare un consiglio (se i consigli valgono ancora qualcosa... e ne dubito): scappatevene via, mentre ancora siete in tempo. Lasciate perdere tutto questo. Provate ad imbarcavi in una petroliera, cercate lavoro come portiere di notte, barista, netturbino o fornaio, dedicatevi alla riparazione delle scarpe o degli orologi, trovatevi un mestiere che vi permetta di custodire quel poco d'autentico che ancora vi rimane. Ma fuggite, ve ne prego, da tutto questo. Non c'è alcuna speranza per gli architetti. È finita. Verosimilmente nessuno può più salvarli, credetemi. E nessun architetto, neppure se fosse il più grande di tutti i tempi, passati e a venire, potrebbe farci nulla...'. L'architetto è estinto, scrive Ugo Rosa in Festival dell'architettura, la nota pubblicata in ARCH'IT files. È morto per elefantiasi ed è morto dal ridere. Così si muore oggi: in un'esplosione di salute. È un'epidemia che ha battuto sul tempo quella dei polli.

 

26 settembre 2005

Il Ryugyong Hotel di Pyongyang, in Corea del Nord, è una di quelle architetture non compiute e apparentemente prive di vita, in realtà capaci di suggerire significati e di trasformare il paesagio urbano in un teatro nel quale il tempo, lo spazio, i movimenti assumono i tratti di una scena sospesa, inquieta, da immaginare. Domus, in collaborazione con la Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano, intende raccogliere i messaggi che l'edificio -iniziato nel 1987 in occasione dei giochi mondiali della gioventù- continua a comunicare per le vie della città. Immaginifica anch'essa, Pyongyang -rasa al suolo nel 1952- è il frutto di un disegno urbano rapido, cinematografico, tessuto di quinte, monumenti altissimi e grandi intervalli vuoti. Oggi il Ryugyong Hotel, svettante piramide di 330 metri di altezza, è diventato uno dei simboli della politica di armamento nucleare della Corea del Nord, quindi, potenziale obiettivo militare. 'Domus crede che la piramide di cemento del Ryugyong Hotel –insieme utopia costruttiva, breccia simbolica e landmark urbano– possa oggi diventare un catalizzatore di idee e visioni per il futuro di Pyongyang. Ma anche il nodo di un nuovo flusso di scambi tra gli immaginari contemporanei delle arti visive e dell'architettura. Al di là di qualsiasi ostacolo geopolitico, ideologico, militare'. Con questo obiettivo, la rivista promuove una consultazione di idee per il completamento e la ridefinizione funzionale dell'edificio. Disegni, fotomontaggi, video, diagrammi, progetti, elaborati verbali dovranno essere inviati alla redazione entro il 30 settembre 2005. Maggiori informazioni su ARCH'IT concorsi. (Francesca Oddo)

 

25 settembre 2005

Mercoledì 28 settembre apre a Milano la mostra "Disegni di architettura–cinque storie italiane", organizzata dalla Fondazione Portaluppi, curata da Luca Molinari, Tito Canella e Massimo Martignoni. Carlo Aymonino, Guido Canella, Gabetti & Isola, Paolo Portoghesi e Aldo Rossi saranno raccontati attraverso i loro disegni originali, per accendere una riflessione sul valore che questi progettisti hanno dato al disegno come strumento di ricerca e come traccia di un percorso intellettuale. La mostra sarà strutturata in cinque nuclei ciascuno dei quali ricostruisce, attraverso i disegni, l'intenzione progettuale di ciascun architetto, sarà inoltre corredata da una rassegna video sulle opere realizzate dai progettisti e da un'antologia dei loro scritti più significativi. Per completare il quadro offerto dall'esposizione sono in programma una serie di incontri, diluiti nel tempo, con alcuni dei protagonisti. La mostra resterà aperta fino al 22 dicembre. (Paola Ricco)

 

24 settembre 2005

Quello di R&Sie(n) è il racconto, sussurrato allo spettatore, di una cosa ingarbugliata e intrecciata che sembra essere una città. Teresanna Donà ha visitato I've heard about..., l'ultima mostra di François Roche e Stéphanie Lavaux, realizzata in collaborazione con Jean Navarro e Benoît Durandin, allestita al Museo d'Arte Moderna di Parigi 'I've heard about... -scrive Teresanna Donà in ARCH'IT allestimenti- è anche un'accurata e documentata speculazione urbana, troppo complessa per essere immediatamente compresa o facilmente trasmessa. Ecco il perché della scelta degli architetti di colpire più direttamente ai sensi che all'intelletto dello spettatore, rinviando le spiegazioni quasi a margine e impacchettandole in un contenitore effimero, dall'aspetto di libello stampato con un inchiostro sensibile alla temperatura, che diventa illeggibile al di sopra della soglia di 13 gradi Celsius. Il libello, il cosiddetto Protocollo Territoriale, raccoglie l'insieme di regole e procedure atte alla colonizzazione individuale e collettiva di questa città, e va conservato... in frigorifero...'.

 

24 settembre 2005

'Ho sentito parlare di una cosa che si costituisce solo attraverso scenari eterogenei, multipli e contraddittori, una cosa che rifiuta l'idea stessa che una previsione possa essere emessa quanto alla sua forma di crescita o alla determinazione del suo futuro. Qualcosa di informe che si innesta su un tessuto esistente, una cosa che non cerca un punto di fuga per giustificare la propria esistenza ma accetta di palpitare, di immergersi in uno stato vibratorio, "qui ed ora". Questa cosa ingarbugliata, intrecciata, sembra essere una città, no, piuttosto un frammento di città...'. Il mondo è terrificante quando è decifrabile, quando si aggrappa a un'apparenza di prevedibilità, quando cerca di preservare un'unità fasulla. Presentato in ARCH'IT files nella traduzione italiana di Teresanna Donà, Rumeurs, il saggio di New-Territories che accompagna il protocollo territoriale di R&Sie(n) nella mostra 'I've heard about...'.

 

18 settembre 2005

A Lascaux l'inequivocabile confine che separa le arti non si è ancora prodotto. In questo ventre gli stessi autori agivano muti, avvolti dal buio. Nessuna concezione d'insieme li ha mai sfiorati, neppure l'ombra di un progetto. 'Nessun ambiente voltato -scrive Ugo Rosa in La grotta e il teschio, pubblicato in ARCH'IT lanterna magica- possiede l'impressionante gesto protettivo di Lascaux, la sua particolarissima furia avvolgente, così poderosa da spegnere senza sforzo qualsiasi sensazione di moto, e perciò paradossalmente quieta e silenziosa: un furor pietrificato e immobile. Né si conoscono, infine, opere di scultura in grado di offrire un'immagine tridimensionale così ricca e cangiante, sensazioni tattili ugualmente intense e mutevoli, nessun rilievo, da allora, sarà più sfiorato dalla luce in maniera altrettanto sensuale. La cavità è invasa dalle escrescenze rocciose delle pareti e del soffitto, le cui sagome scultoree trascolorano in pittura; tutto travasa in tutto, mutandosi in una sola, grandiosa, esperienza spaziale che si rivela, oggi, a noi e, badate, a noi soltanto: quest'epifania ha atteso quindicimila anni perché agli stessi autori "l'opera" era ignota...'.

 

16 settembre 2005

Approda a Venezia la tappa italiana di Wonderland. La mostra, aperta da oggi al 2 ottobre, è porzione di un tour più ampio partito nel 2004 e in continua crescita: ogni tappa, nella quale 11 nuovi gruppi si aggiungono all'esposizione, è un'occasione per raccogliere nuovi apporti, una sorta di sommatoria di esperienze che fisicamente si traduce in un allestimento modulare. I team selezionati per questa sessione italiana (Arbau studio, Avatar Architettura, baukuh, DOGMA, liverani/molteni architetti, MaP, Architetto Francesco Matucci, mod.Land, PArch., studioata, zD6 studio) partecipano sia all'esposizione sia ai workshop in programma. Marco Biraghi, nella nota di presentazione e commento all'evento, "Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo", sceglie di esprimersi al negativo, nell'intento di non cadere in una rischiosa generalizzazione delle poetiche dei progettisti in mostra. 'L'architettura -scrive infatti Biraghi nell'intervento pubblicato in ARCH'IT files- è quasi sempre qualcosa di serio, di concreto, di reale, anche quando non è realizzata. Per questa ragione le inadempienze della critica d'architettura sono più colpevoli di quelle della critica d'arte. La critica d'architettura raramente aggiunge qualcosa al progetto. Se si escludono i casi (tutt'altro che rari al giorno d'oggi) in cui sia al soldo dell'architetto, in cui sia il suo press agent, la critica d'architettura difficilmente sfugge all'alternativa di trascrivere il progetto in termini tecnici o letterari...'.

 

15 settembre 2005

Se entrate in Codecity, dove sono raccolte una riflessione e una denuncia sull'edilizia economica e popolare a New York, vi trovate al centro di un dibattito sul conflitto razziale. Dentro Houston wet un controllo remoto permette di muoversi fra riflessioni e provocazioni sullo sviluppo contemporaneo delle città americane. Titoli quotidiani, attualità e dibattiti all'interno del grande contenitore McGraw Hill Construction. Come un negozio di caramelle lo spazio web di Venturi, Scott Brown & Associates: la scelta al prodotto più invitante. Rigoroso nella presentazione dei progetti e disinfettato dalla contaminazione delle icone e dei colori quello proposto da Cino Zucchi. Questo e molto altro in Find a Good Site on Earth!, la guida di ARCH'IT agli spazi piacevoli della Rete.

 

15 settembre 2005

Dall'uso alla forma. Federica Morgia presenta il volume che Paola Veronica Dell'Aira ha scritto raccogliendo esperienze sull'abitare moderno e contemporaneo. Un filo rosso che si snoda atraverso un personalissimo e eterogeneo compendio di esperienze, progetti e realizzazioni. 'L'interno della casa -scrive Federica Morgia in ARCH'IT books review- appare come accadimento continuo, spazio dove tutto può avvenire, costruito per scarti e divergenze. Episodi progettuali come la casa sulla Barceloneta di José Antonio Coderch in cui l'edificio vibra secondo le linee di forza del sito si relazionano in un continuum narrativo con l'esperienza delle case monogrammatiche di Steven Holl innestate nel paesaggio nella maniera in cui "il cielo si rompe, le nuvole piegano, lo spazio interno si innalza verso l'orizzonte lontano"...'.

 

14 settembre 2005

Italian Metamorph. La rivista giapponese 'a+u' ha pubblicato nei giorni scorsi un numero monografico dedicato alla scena italiana, curato da Luca Molinari. Una visione ad ampio spettro che tenta di raccogliere e interpretare con spirito laico una molteplicità di percorsi di ricerca. 'In questi ultimi anni -con queste parole apre il numero Luca Molinari-, lentamente ma con una costante linea ascendente, si ritorna a parlare dell'architettura italiana contemporanea, tutto questo malgrado l'ostracismo di molte Biennali e il silenzio ignorante di molti critici. Dopo due decenni di crisi di progetti e di opere costruite, la scena italiana si sta rigenerando sotto la spinta dell'opera di nuove generazioni di progettisti e di qualche "maestro" capace di non cadere schiavo della propria biografia linguistica per rimettersi in discussione attraverso il progetto...'. In ARCH'IT files.

 

9 settembre 2005

In occasione dell'anniversario della tragedia dell'11 settembre 2001 sarà inaugurato a Padova, alla presenza del progettista, lo spazio-monumento firmato da Daniel Libeskind denominato "Memoria e Luce". Il memoriale, progettato intorno a un frammento delle torri donato dal sindaco di New York alla Regione Veneto, assume le sembianze di un libro aperto luminoso. Spiega Libeskind: "La luce della libertà risplende attraverso il Libro della Storia, un libro aperto alla memoria degli eroi dell'11 settembre 2001. L'eterna espressione della libertà è inscritta nella Statua della Libertà, impressa negli occhi dei milioni di emigranti approdati in America [...] la drammatica trave salvata dall'attacco al World Trade Center è riposta nella pagina sinistra. La latitudine di New York è connessa al centro di Padova sotto forma di taglio verticale, su cui si impernia l'intero libro". L'opportunità della realizzazione e la variazione della collocazione del monumento all'interno della stessa area sono state oggetto negli ultimi mesi di numerose polemiche. (Laura Masiero)

 

5 settembre 2005

Una vera e propria mappa per orientarsi nell'età della plastica. Così il volume di Cecilia Cecchini, Plastiche: i materiali del possibile. Polimeri e compositi tra design e architettura, dedicato al pensare sintetico, nella presentazione di Loredana Di Lucchio. 'Una suggestiva visione di come questo materiale -scrive Loredana Di Lucchio in ARCH'IT books review-, alimentato dai progressi tecnologici e dall'inventiva progettuale, sia stato e continua ad essere il vero luogo dell'innovazione dell'ultimo secolo. Innovazione che ha consentito di tramutare un pugno di granuli, una manciata di polvere o un barattolo di liquido in un oggetto finito dotato di forma, capace di assolvere ad una funzione così come di raccontarci un senso dell'agire. Questo lavoro di Cecilia Cecchini, pur toccando tutti gli aspetti scientifico-produttivi sui polimeri, non si limita alla natura di manuale storico-tecnico ma indaga i possibili risvolti semantici e progettuali che possono scaturire dall'utilizzo della plastica in tutte le sue declinazioni -dalla produzione di oggetti d'uso ai componenti per l'architettura...'.

 

5 settembre 2005

Una rappresentazione temporale, abitabile, interattiva, della città di New York. Martha Skinner e Doug Hecker presentano il progetto NY AV. A section through the city and through time, recentemente approdato con una installazione che ha percorso Broadway tra maggio e giogno scorsi. Con una nota di Speranza Octavia. 'This study -scrivono gli atori del progetto in ARCH'IT files-, which merges the vocabularies of drawing and of moving image to address time in the study of place is drawn by the movement of the investigators' bodies/camera as if giant instruments with which to measure, locate, inscribe and represent the city...'.

 

3 settembre 2005

È in arrivo l'ottava edizione di BEYOND MEDIA, ricca di novità e di argomenti inediti, orginali, attuali. Quest'anno il festival internazionale di architettura e media, promosso dall'Università di Firenze, organizzato da iMage e curato da Marco Brizzi, affronterà il tema "SCRIPT": 'Come si racconta, oggi, l'architettura? Quali forme di narrazione si legano all'idea di progetto, alle sue manifestazioni, alle forme della sua pubblicità? Come il pensiero progettuale struttura i propri linguaggi ed esprime, in un'attuale forma di scrittura, la cultura del nostro tempo? Attraverso quali percorsi la creatività emergente avvicina nuove modalità di espressione rese possibili dagli strumenti digitali e dai nuovi media?'. Questi gli interrogativi sui quali il festival invita a riflettere attraverso momenti di dibattito alternati ad una selezione di video e animazioni sul tema dell'architettura e del suo progetto. L'evento -divenuto ormai un appuntamento consolidato e atteso nel panorama degli incontri internazionali di architettura- avrà luogo a Firenze dall'1 all'11 dicembre 2005. La scadenza per la candidatura delle opere video è il 30 settembre. (Francesca Oddo)

 

2 settembre 2005

Ognuna delle opere di Gino Valle respira le qualità del luogo, si confronta con le sue diverse scale, dialoga delicatamente con la morfologia degli insediamenti, e riassume una propria storia progettuale, umana, programmatica, tettonica. Luka Skansi presenta la mostra Architettura in Montagna. Gino Valle in Carnia, allestita a Treppo Carnico intorno all'opera di uno dei più importanti architetti italiani del dopoguerra. 'Nell'affrontare il suo lavoro -scrive Luka Skansi in ARCH'IT sopralluoghi- sembra in realtà inadatto usare i termini linguaggi e ideologie, o perlomeno a loro andrebbe assegnato un connotato differente, più strutturato rispetto alle etichette e alle metodologie con le quali la cultura architettonica che ci ha preceduto li ha reso canoniche, e dei quali si è servita per dividere e classificare il dibattito. Vi sono stati pochi architetti così poco ideologici nel dopoguerra come lo è stato Valle, eppure in qualche modo Valle ha sperimentato molte metodologie e ha attraversato molte delle lingue che hanno caratterizzato gli ultimi 60 anni, non essendo però mai del tutto appartenuto a qualcuna di queste. Ha assorbito direttamente l'insegnamento dell'ondata wrightiana in Italia senza mai diventare un suo apologeta; si è formato all'interno della prima scuola veneziana senza mai trasferire o permutare le lingue dei suoi maestri Scarpa, Albini, Samonà; ha seguito con attenzione le vicende inglesi della ricostruzione, in particolare lo Stirling della fase Ham Common e le vicende del primo brutalismo, senza diventare mai parte di quel mondo; ha rielaborato alcuni temi dell'architettura dei grandi maestri, Le Corbusier, Mies e Aalto su tutti, senza mai cadere in manierismi né in dirette citazioni; è stato infine un interprete originale, e alquanto anomalo per i canoni nazionali, della problematica del contesto...'.

 

1 settembre 2005

Il Canadian Center for Architecture ha pubblicato il bando di concorso per il Visiting Scholars Program 2006-2007. Scopo dell'attività del CCA è promuovere la ricerca in ambito architettonico ed artistico, coltivare e supportare indagini innovative relative alla storia, alla teoria e alla critica architettonica. A tale proposito concorre l'istituzione della borsa di studio, rivolta a coloro che abbiano conseguito il dottorato o altri titoli accademici più avanzati, che offre la possibilità di svolgere ricerca potendo usufruire delle agevolazioni messe a disposizione dal Centro. I partecipanti sono tenuti a comunicare un proprio progetto di ricerca, per il quale non vi è alcuna restrizione cronologica o tematica, che sarà valutato da una commissione internazionale composta da professionisti e studiosi. Principale discriminante per la selezione sarà la qualità, la coerenza e l'originalità del progetto. La scadenza dei termini per presentare la domanda è fissata per l'1 novembre 2005. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito web del CCA. (Paola Ricco)

 

1 settembre 2005

Planum -rivista digitale promossa dall'omonima associazione attiva nel campo della conservazione e della valorizzazione del tessuto urbano storico- rende noto che dall'8 al 10 settembre 2005, a Berlino, avrà luogo "30 Years: The European City – Review and Prospects", momento di incontro patrocinato dal Council for European Urbanism. Si legge sulla newsletter della e-zine: "In 1975, the European Council initiated one of the most successful urban development programmes in history. Its motto was: 'A Future for our Past'." L'iniziativa ebbe successo, tanto da creare una 'coalizione' di politici, imprenditori, esperti, cittadini tutti mossi dalla volontà di riabilitare l'anima storica della città, la sua essenza, il suo respiro. Il loro obiettivo consisteva quindi nel recupero dell'eredità storico-culturale attraverso uno spirito propositivo e di analisi critica dei processi di pianificazione urbana degli anni '70. A distanza di trenta anni, il congresso intende raccontare i risultati ottenuti attraverso due indagini: la prima sull'evoluzione della città di Berlino, la seconda su alcuni esempi di progetti a scala urbana realizzati in Inghilterra, Belgio, Svezia, Olanda, Italia, Stati Uniti, Israele, Polonia e Portogallo. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni (Francesca Oddo)

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