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26 febbraio 2006 Un corpo di fabbrica parzialmente ipogeo, integrato nella collina, si sdoppia producendo due promenade. OBR presenta una nota sul progetto per il Museo di Pitagora a Crotone. 'La promenade interna -si legge in ARCH'IT architetture- attraverso uno schema a "loop" distribuisce le funzioni del museo, foyer, sale espositive permanenti e temporanee, laboratori didattici, uffici e conduce il visitatore fino alla copertura del museo. La copertura pensile, concepita come belvedere sulla città in direzione del Castello Carlo V, è luogo di socializzazione ed attività all'aperto, dove il limite tra funzione espositiva, piazza e giardino sarà connotato dagli utenti...'.
La norvegese National Foundation for Art in Public Buildings invita gli artisti attivi nei campi delle arti visive, art & craft, architettura e architettura del paesaggio a partecipare a un concorso di idee aperto a livello internazionale. Sulla scia del disastro causato nel Sud Est Asiatico dallo tsunami del 26 dicembre 2004, il governo norvegese ha deciso di creare un sito commemorativo delle vittime. Il memorial sarà un progetto d'arte o d'architettura da collocarsi in un punto della linea costiera della penisola di Bygdøy, presso Oslo, in modo tale da rendersi visibile sia dalla terra sia dal mare. Maggiori informazioni in ARCH'IT concorsi. (Teresanna Donà)
25 febbraio 2006 In un mondo saturo di flussi invisibili e di intricati pattern c'è davvero bisogno di aggiungere complessità con oggetti architettonici sovraccaricati di intenzionalità plastiche ed emozionali? Antoine Picon commenta i contenuti proposti dalla mostra digital-minimal, appena inaugurata alla Wolk Gallery del MIT. 'What many designers have had in common is the belief that architectural form must express the intrinsic complexity of the invisible electronic networks and fields that surrounds it -scrive Antoine Picon nel saggio pubblicato in ARCH'IT extended play. 'Carlo Ratti and his colleagues and partners have taken a different course. Their mapping comes prior to any architectural endeavor. It reveals a level of complexity with which design should not even try to compete...'.
"Evolution of space". L'apertura al pubblico il prossimo maggio a Stoccarda del nuovo museo Mercedes Benz, primo edificio a larga scala in Germania di UN studio, offre l'occasione per una mostra sull'opera di Ben Van Berkel e Caroline Bos. A Francoforte, presso il Deutsches Architektur Museum (DAM), il 24 febbraio inaugura "UN STUDIO: Evolution of Space". La mostra presenta l'opera architettonica e teorica del duo olandese, focalizzando in particolare sulle nuove strategie progettuali legate all'era digitale. Attraverso un allestimento site-specific -concepito dallo stesso studio- sono rappresentati quelli che attualmente per Van Berkel & Bos sono i cinque più importanti "design models" ("inclusiviness principle", "deep planning", "V model" "mathematical model", "Blob-to-box model") che hanno generato i diversi progetti dello studio nel corso dei 18 anni di attività -dalla "Moebius House" al celeberrimo "Erasmus Bridge" a Rotterdam, fino al nuovo Museo Mercedes Benz di Stoccarda. La mostra è accompagnata da un programma speciale di conferenze e visite guidate. Catalogo bilingue edito da Peter Cachola Schmal. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)
17 febbraio 2006 Il bisogno di discutere, di confrontarsi, di stabilire strategie comuni, di portare avanti analisi e visioni condivise, mettendo in discussione le pratiche di gestione del territorio e individuandone di nuove. Marialuisa Palumbo racconta l'esperienza di RomaLab. 'Obiettivo delle esplorazioni -scrive Marialuisa Palubo in ARCH'IT files- è capire come, negli ultimi anni, è stata costruita la città: con quale idea di spazio pubblico, e di relazione tra spazio pubblico ed edilizia privata, con quali forme di margine, quale rapporto tra spazi verdi, aree agricole e città costruita, quali modalità di attraversamento e di servizio. Con l'idea che, a partire da questa analisi sul campo della città esistente, si producano visioni per possibili trasformazioni future del territorio. E, più generale, con l'obiettivo, esplorazione dopo esplorazione, di articolare dei principi di fondo su cui ripensare lo sviluppo urbano...'.
16 febbraio 2006 La recente interruzione delle pubblicazioni della storica testata "L'architettura, cronache e storia" fondata da Zevi offre l'occasione per una riflessione sullo stato dell'arte delle riviste italiane. Giovanni Damiani ha raccolto, sul tema, il parere di una serie eterogenea di architetti, critici, storici. Pippo Ciorra, Leila Di Gangi, Francesco Garofalo, Gabriele Mastrigli, Manuel Orazi, Luigi Prestinenza Puglisi, Maddalena Scimemi, Luka Skansi, Valter Tronchin, Giovanni Vaccarini, Pietro Valle, Roberto Zancan commentano 'sei riviste che ci sembrano emblematiche –scrive Giovanni Damiani in ARCH'IT instant forum- o perché sono le più famose (come "Casabella", "Domus" e la relativamente giovane, ma oramai solida "Area"), o perché rappresentano un modo di porsi particolare come "Gomorra" o un modo diverso di affrontare il formato editoriale, come nel caso de "Il Giornale dell'Architettura", oltre alla scomparsa "L'architettura, cronache e storia" che davvero ha segnato un'epoca straordinaria dell'architettura italiana e che già ci manca, perché forse ci manca proprio la vitalità intersecata alla profondità di pensiero che ha caratterizzato una stagione estremamente ricca per il nostro Paese, la nostra cultura e la nostra architettura.'
14 febbraio 2006 Dagli spazi delle ginestre al politeismo vegetale. Indecisione, instabilità, nomadismo biologico. Nuovi valori positivi all'interno di una concezione non economica del territorio. In ARCH'IT books review Antonio di Campli legge il Manifesto del Terzo paesaggio di Gilles Clément, recentemente pubblicato da Quodlibet. 'Clément scrive della necessità di abituare lo sguardo al riconoscimento del Terzo Paesaggio; e, di conseguenza, a gestirlo. Poiché le forme di controllo spaziale istituzionali tendono a suddividere in comparti ed ambiti, e ad opporsi alla libera trasformazione, la rappresentazione, gestione e progetto del Terzo Paesaggio devono lasciare spazi all'indecisione, introducendo come variabile l'entropia, mantenendo coscienza dei legami generali con l'ecosistema, ragionando per spessori e non per confini, e considerando l'assenza di regolamentazione morale, sociale, politica non necessariamente in maniera negativa...'.
Oggi alle ore 18.30 presso la Casa del Cinema in Largo Marcello Mastroianni 1, Villa Borghese, a Roma, sarà presentato il volume "Massimiliano Fuksas. Opere e progetti 1970-2005" di Luca Molinari, recentemente pubblicato da Skira editore. Interverranno Walter Veltroni e Dario Vergassola. Saranno presenti all'incontro Massimiliano Fuksas, Luca Molinari, Achille Bonito Oliva. 'Il volume -recita il comunicato- mostra le opere e i progetti prodotti con ritmo febbrile componendoli come in un racconto dagli acrilici passando per gli schizzi, i disegni, i dettagli costruttivi, i reportages fotografici con l'integrazione di una serie di piccole, esclusive interviste ad alcuni dei committenti più attenti e importanti di questi ultimi anni per il lavoro di Fuksas da Giorgio Armani passando per Walter Veltroni e la famiglia Nardini...'. (Susanne Lambert)
13 febbraio 2006 Terra e universo, dune di sabbia e stelle. La torre che DOSarchitects sta realizzando a Dubai tende a creare un'icona e una struttura resistente alle difficili condizioni climatiche. 'Il sovrapporsi delle linee sinuose che rimanda a paesaggi senza tempo e l'alternarsi di luce e ombre è -scrivono Lorenzo Grifantini e Tavis Wright in ARCH'IT architetture nel presentare il progetto per il Grattacielo residenziale a Dubai Marina- quanto di più lontano possa esistere dall'arrogante presunzione e severità dei moderni edifici in acciaio e vetro. Le dune di sabbia sono eterne, rassicuranti e sensuali, e danno un tocco e un aroma femminile al più maschile dei generi architettonici. Il processo compositivo di questa torre è il risultato del legame fra le nostre origini più ancestrali e una inspirata visione del futuro dove l'unione di tecnologia e design, dà forma a uno spazio dove il benessere di chi lo vive è predominante...'.
13 febbraio 2006 Una sorta di dittatura del desiderio. Dubai, secondo Marco Vanucci, è lì per soddisfare le ultime fantasie sulla città. Il campionario residuale di tutto ciò che avrebbe già potuto essere ma che la tecnica non era ancora stata in grado di realizzare. 'La Dubai dei nostri giorni rappresenta, infatti, un caso di ready-made urbano in cui una massiccia somministrazione di capitali economici unitamente all'impiego delle più straordinarie risorse tecnologiche ed infrastrutturali rendono possibile la reificazione di una condizione urbana utopistica e allo stesso tempo iperreale; si instaura, infatti, una sospensione temporale in cui il passato è attualizzato all'interno di un eterno presente. La Grande Muraglia e i grattacieli high tech, lo skydome e una antica medina fedelmente riprodotta convivono senza soluzione di continuità all'interno di una città che diventa il simulacro di se stessa...'. Dreaming Dubai, di Marco Vanucci, in ARCH'IT files.
11 febbraio 2006 Oggi è illusorio ricercare o identificare una coerenza scolastica o una continuità linguistica nell'architettura in Italia. Clichefication? Alberto Alessi espone alcuni dei temi introdotti nei due numeri di WA che saranno discussi il prossimo 13 febbraio a Roma. 'Nonostante questo, anzi forse proprio per questo -scrive Alberto Alessi nella nota pubblicata in ARCH'IT files-, la discussione contemporanea più in voga sull'architettura gira invece continuamente attorno alla nostalgica ricerca di una sempre nuova e definitiva definizione di architetti, architetture ed esperienze, e delle loro possibili appartenenze, incasellando cose che sono necessariamente uniche e continuamente differenti. Ed in particolare, poiché l'analisi morfologica e tipologica paiono essere non più utilizzabili, non più selettive di gruppi univoci e non più indicanti soluzioni definite, la classificazione più di successo diviene quella della identificazione nazionale...'.
'After scattering around the country and being placed in emergency shelters, hurricane evacuees are now in need of more permanent housing...'. Designing the future of New Orleans. Restano ancora pochi giorni per iscriversi al concorso indetto dalla rivista Architectural Record per offrire proposte di ricostruzione alla città di New Orleans, ampiamente danneggiata dal passaggio dell'uragano Katrina nella scorsa estate. Il concorso si divide in due parti: la prima indirizzata ai soli studenti delle facoltà di architettura, la seconda è invece aperta a tutti, studenti e professionisti. Maggiori informazioni in ARCH'IT concorsi. (Teresanna Donà)
6 febbraio 2006 L'atto del ricordare è spesso associato al movimento del ritorno. Ricordando, noi ritorniamo all'oggetto del nostro ricordo. Eppure non cessiamo mai di allontanarcene. Ritornare allontanandosi, di Ugo Rosa, in ARCH'IT lanterna magica. 'S'immagina che, ricordando, ci s'incammini sempre sulla strada del ritorno: "I'm going home" sembra sussurrare chi ricorda. In realtà se è vero che, in qualche modo, ricordando, noi ritorniamo all'oggetto del nostro ricordo è ugualmente vero che, nel tempo, non cessiamo mai di allontanarcene. Ciò che ricordo continua ad allontanarsi nel momento stesso in cui lo ricordo e rimane, di fatto, irraggiungibile. Svanisce continuamente, si perde all'orizzonte...'.
'Architetture sullo schermo. Tra film e video'. Questo il tema dell'incontro del 16 febbraio con Ugo Gregoretti, Giorgio Di Tullio, Filippo Macelloni organizzato dall'in/arch nell'ambito del master di architettura digitale. 'Il seminario -si legge nel comunicato- si pone l'obiettivo di osservare e discutere il tema della comunicazione dell'architettura in formato video a partire da tre punti di vista distinti ma strettamente correlati: quello del regista cinematografico con un occhio attento al design (Ugo Gregoretti), quello del documentarista (Giorgio Di Tullio), quello dell'autore di video che interpreta e racconta il progetto di architettura (Filippo Macelloni)'. Coordina l'incontro Marco Brizzi. Appuntamento a Roma, alle 20.45, nei locali della Libreria Bibli, via dei Fienaroli 28. (Francesca Oddo)
6 febbraio 2006 Lo spazio aperto ed i volumi delle réserves tendono a confondersi nel progetto elaborato da n!studio per la seconda fase del concorso per un Centro di Conservazione per il Museo delle Civiltà dell'Europa del Mediterraneo a Marsiglia. 'Il progetto -scrive n!studio, oggi protagonista a Roma dell'incontro "Pensare la materia", interno al programma dei Lunedì dell'architettura (maggiori dettagli in ARCH'IT convegni)- si sviluppa attorno a due temi paralleli: da una parte la necessità di garantire dei percorsi differenziati e un'accessibilità controllata di visitatori e ricercatori, dall'altra la volontà di intervenire sul suolo, aprendo gli ambienti delle réserves verso un parco pubblico. L'obiettivo del progetto è di attivare un nuovo rapporto tra il quartiere e il Centro di conservazione e proporre una nuova idea di Deposito, introducendo degli spazi di visita per il pubblico e individuando negli atelier un punto forza distintivo e caratterizzante. Non un tema aulico, quindi, quanto una riflessione su un edifico per la cultura...'. La presentazione del progetto in ARCH'IT architetture. |
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