home

News

ARCHIVIO AGOSTO 2004

ultime news

29 agosto 2004

Gli aeroporti internazionali sono le architetture più vicine ai sogni utopistici dei film sulle città del futuro. Chiusi in se stessi, isolati, ma autosufficienti, con una propria popolazione di lavoratori, controllati da occhi indiscreti. In attesa dell'uscita del suo ultimo libro dedicato agli aeroporti, 'Airports: a century of architecture', editore Laurence King, Hugh Pearman pubblica per il londinese The Sunday Times un articolo su questa tipologia. E proprio nei giorni della Mostra del Cinema di Venezia non può non citare il nuovo film di Spielberg, regista che ha sempre avuto una certa "sensibilità architettonica" e che ha ambientato "Terminal" con Tom Hanks proprio nel JFK di New York. Per le riprese di questa pellicola è stata ricostruita una parte del JFK non in maniera fedele, ma si è scelto di renderlo più luccicante e più inconsistente, sono stati inserite più scale mobili e più monitor informativi, si è voluto quindi dare quindi una maggiore sensazione di finzione. Due i motivi per cui Pearman ha voluto realizzare un volume sugli aeroporti: primo perché strategicamente sono i più importanti edifici al mondo nonché dei landmark; secondo perché non sono più semplici edifici, ma veri e propri centri multifunzionali, frammenti fittizi del paesaggio urbano che cercano di fondersi con la parte reale delle città. (Samuele Martelli)

 

29 agosto 2004

Tra pratica progettuale quotidiana e impiego sperimentale dei mezzi di comunicazione. I cataloghi di INTIMACY presentati in ARCH'IT books review con le parole di Marco Brizzi, curatore del festival BEYOND MEDIA, e di Paola Giaconia, curatrice della mostra SPOT ON SCHOOLS, tra le iniziative più interessanti della scorsa manifestazione. 'Poche le concessioni al fascino suadente degli strumenti digitali -scrive Marco Brizzi nell'introdurre la pubblicazione che riassume le proposte dell'evento dello scorso ottobre-, molto understatement, una diffusa riflessione sulle attuali e spesso compromissorie condizioni proposte dall'ambiente progettato...'. 'The works and researches presented by the 19 schools invited -nota Paola Giaconia nell'introdurre la ricerca espressa dagli istituti selezionati al fine di mostrare la ricerca più avanzata su architettura e media- testify how greatly, despite the differences, the new digital tools have modified the discipline of architecture and, as explorative design aides for the creative process, shifted design expressions and ways of designing...'.

 

27 agosto 2004

NYC2012. Il progetto di mOrphosis, vincitore del concorso per l'Olympic Village di New York City, si mostra attraverso un disteso e sinuoso nastro che si dispone lungo quello che diventerà il più lungo waterfront della città. Lo presenta Paola Giaconia in ARCH'IT architetture. 'Morphosis positions most of the structures along the water close to the western edge of the site. The two transportation hubs -for dedicated Olympic trains or ferries- are conveniently located within a five-minute walk or two-minute shuttle ride from the farthest athlete apartment, thus ensuring easy access for the athletes to all of New York City's cultural and entertainment attractions. The park-like setting allows for the integration of indoor and outdoor training facilities (including several multi-sport fields, a full size Olympic track around a soccer pitch, tennis courts, and various smaller fields ideal for personalized workouts, several gymnasiums, an Olympic swimming pool, exercise and fitness areas, locker room with saunas) adjacent to the residential zone of the Village...'.

 

27 agosto 2004

Ada Louise Huxtable commenta (WTC Events Didn't Cloud Skyscraper Construction), sul Real Estate Journal, la mostra 'Tall Buildings' curata da Terence Riley e Guy Nordenson e aperta, fino al 27 settembre, presso il distaccamento del Museum of Modern Art di New York di Queens. 'The conventional wisdom has it that the desire to build tall received a serious setback from the World Trade Center disaster. As usual, the conventional wisdom has it wrong.' -dice la Huxtable- 'The reality is that we are building higher than ever, with buildings in construction, or on the boards, that dwarf everything we know now.' I 25 modelli di grattacielo in mostra, molti dei quali firmati da star internazionali quali Gehry, Koolhaas, Foster e Piano, celebrano le audaci innovazioni tecniche rese possibili dall'ingegneria struttuale, ma non tengono conto dell'effetto che possono avere sugli abitanti. " Admittedly, it is too soon to judge, but some of the examples in this show that are most admired by professionals for their daring innovations and startling forms are grotesques; structures that lean and loop do not give us a sense of security or suggest pleasure on a human scale. As they ascend into the vertiginous high-tech stratosphere they leave us behind in the dust. It's big building as big brother; ambition as destiny.' (Paola Giaconia)

 

27 agosto 2004

Il Centro Studi del Centre Canadien d'Architecture (CCA) annuncia un programma di borse di studio residenziali per l'anno accademico 2005-2006. Il programma si rivolge a ricercatori di livello post-dottorale o più avanzato. I candidati devono presentare un progetto di ricerca inerente alla teoria, storia o critica dell'architettura. I borsisti ricevono uno stipendio, un ufficio privato nell'Ala dei Ricercatori del CCA a Montréal, assistenza amministrativa, logistica e di ricerca, ed accesso agli archivi, alle collezioni ed alla biblioteca del Centro. Le borse di studio hanno una durata minima di tre, e massima di otto mesi; la scadenza per la presentazione delle domande è il 15 novembre 2004. Le lingue ufficiali del CCA sono il francese e l'inglese. Il Centro Studi del CCA è stato fondato nel 1997 con il mandato principale di organizzare un programma di borse di studio residenziali per ricercatori avanzati in architettura e discipline collegate. I ricercatori residenti si dedicano a tempo pieno al proprio programma di ricerca ed organizzano un seminario che si riunisce normalmente ogni due settimane.

 

26 agosto 2004

Sono 10 i progettisti che si impegneranno a ideare il Nuovo Palazzo del Cinema per la Biennale di Venezia. Nomi importanti, del calibro di Stefano Boeri, Bolles & Wilson, Francesco Cellini, Eisenman Architects, 5+1 associati, Massimiliano Fuksas, Klaus Kada, Mbn Arquitectes, Rafael Moneo e Koen Van Velsen. La giuria è presieduta, tra gli altri, da Davide Croff, Pio Baldi e Hans Hollein. Si legge su un articolo del Corriere del Veneto (Nuovo Palazzo del Cinema, ecco i 10 progettisti internazionali), tratto dalla rassegna stampa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali: '(...) Gli architetti selezionati parteciperanno ad un seminario e sopralluogo nei giorni della 61esima Mostra Internazionale di Arte Cinematografica, e avranno poi 150 giorni di tempo per presentare il loro progetto per il Nuovo Palazzo del Cinema e per le aree limitrofe, da cui uscirà il vincitore...'. (Francesca Oddo)

 

26 agosto 2004

Una costruzione che pesa poco sulla terra che la ospita. E che, in teoria, potrebbe essere portata via in una notte con l'elicottero senza lasciare tracce. La villa dell'avvocato di Albera Monti e Associati non rinuncia a mostrarsi. 'Una pelle intelligente in allumino e vetro -scrive Nicolas Monti in ARCH'IT architetture- incorpora delle celle fotovoltaiche e rende l'edificio energeticamente autonomo. Il volume della costruzione appare quasi sospeso rispetto alla superficie dei campi e presenta ambienti distribuiti su tre livelli: la zona giorno nel piano inferiore; un terrazza intermedia che si affaccia su due lati sulla valle e sul borgo sottostanti; un piano superiore che ospita la zona notte. Le lastre del rivestimento sono prefabbricate in officina e verniciate mantenendo la finitura in alluminio naturale spazzolato con la stessa tecnica di una carrozzeria di automobile...'.

 

21 agosto 2004

'Dans le sous-sol, qui est aussi le hall d'exposition, du Schaulager de Bâle, de grandes tables sont dispersées, couvertes d'objets d'apparence mystérieuse, bois, plastiques ou métaux, colorés, perforés, tailladés. Il faut parfois un œil exercé pour reconnaître, au cœur de ce faux désordre, la maquette de la Tate Modern de Londres, un immeuble de la rue des Suisses, à Paris, le chai Dominus dans la Napa Valley (Californie), le tout nouveau Forum 2004 de Barcelone, le magasin Prada de Tokyo ou le futur grand stade des Jeux olympiques de Pékin 2008...'. Su Le Monde oggi in edicola e in libera consultazione online, Frédéric Edelmann descrive (Le catalogue des deux Suisses) la mostra 'N. 250' relativa all'opera di Jacques Herzog & Pierre De Meuron. Proveniente dal CCA di Montréal e aperta allo Schaulager di Basilea fino al prossimo 26 settembre. Dopo aver passato in rassegna i progetti esposti, Edelmann assimila l'operare recente del duo svizzero a quello di Rem Koolhaas: stesso concept tra la mostra di Basilea e 'Content', stessi clienti, stessi luoghi di intervento, stessa 'radicalità'. 'Maquettes et matériaux de travail -si legge sul quotidiano francese- sont réunis par un titre commun : "Waste and Sweet Dreams ("Poubelle et doux rêves"), "croquis rejetés, croquis regrettés"...'.

 

19 agosto 2004

Il museo è conformato sugli scavi archeologici, adattandosi alle necessità espositive e di manutenzione. Senza costruire nuovi elementi, ma piuttosto lavorando sui vuoti lasciati dai reperti. Traslando la superficie trasparente del museo ad una quota leggermente superiore. L'intervento di Donata Tchou e Paolo Procesi per l'area archeologica e museo La Fenice a Senigallia. 'La storia di questo museo -scrivono gli autori in ARCH'IT architetture- comincia nel 1990, quando sono stati fatti gli scavi per collocare le fondazioni del Teatro "La Fenice" di Senigallia, in quella occasione furono riportati alla luce un incrocio di strade di epoca romana ben conservate, di una domus e di una serie di costruzioni di epoca posteriore alla romana. Il teatro fu quindi costruito modificando il progetto originario per adattarlo alle nuove esigenze di tutela del sito, costruendogli intorno e sopra un involucro delimitato dalle sostruzioni e dal piano terra del teatro...'.

 

19 agosto 2004

Jason Horowitz visita il santuario dedicato a Padre Pio e raccoglie, sul New York Times (Awe (and Maybe Acolytes) From Bold Architecture) di oggi, alcune opinioni in cerca di un confronto con le grandi cattedrali del Rinascimento e del Barocco. Il progetto di Renzo Piano viene avvicinato alla chiesa di Richard Meier recentemente realizzata a Roma, e considerato alla luce delle sue valenze commerciali. 'Mr. Piano's sanctuary, which accommodates a total of 36,000 faithful indoors and on surrounding grounds, sits atop this hill town in the badlands of Apulia, where papier-mâché statues, T-shirts, key chains and magnets depicting Padre Pio, the bearded monk with bleeding palms, have created a souvenir circus. For years that commercialism caused Mr. Piano to balk at the invitation to build the church, which cost $36 million, but to the delight of the monks in the modest brown robes, he finally came around...'.

 

18 agosto 2004

Un lotto triangolare, una zona di Firenze densamente urbanizzata e di delicato equilibrio. Un concorso per la realizzazione della locale Casa degli Architetti. Cristian Gentile presenta il progetto vincitore, di Stefano Niccoli e Chiara Remorini. 'La volontà è quella di ricostruire -scrive Cristian Gentile in ARCH'IT architetture-, senza proseguire passivamente, le cortine murarie esistenti cui conferire un valore aggiunto necessario, dettato dalla collocazione su una delle arterie principali; inoltre, la forma a spicchio del lotto fa sì che l'edificio si imponga simbolicamente come spartitraffico, dunque conquistando un'ottima visibilità. Le due facciate hanno costituzioni ben differenti tra loro: quella su via Corridoni riprende le pareti intonacate degli edifici esistenti tramutandone il linguaggio, come accade con l'utilizzo delle aperture che perseguono con continuità la ricerca del rapporto con l'accesso viario principale...'.

 

15 agosto 2004

'We are living during a renaissance, possibly even a golden age, of the movie documentary and Nathaniel Kahn's "My Architect", five years in the making, is likely to be regarded as one of its peaks. A deeply personal film of great intelligence and controlled emotional power with some of the qualities of a thriller...'. Sul quotidiano inglese The Guardian, Philip French commenta (Building my father brick by brick) il documentario sulla vita e la morte di Louis Kahn, realizzato dal figlio Nathaniel, undicenne al momento della misteriosa scomparsa dell'autore dell'Institute of Management di Ahmedabad e del Salk Institute a La Jolla. 'He died in a lavatory at New York's Penn Station of a heart attack at the age of 73 on his way home from India, where one of his greatest projects, the Institute of Management at Ahmedabad, was nearing completion. For some reason, the address in his passport had been obliterated, and so, despite his eminence, his body went unclaimed for four days. He was also bankrupt, his small Philadelphia practice being $500,000 in debt...'.

 

13 agosto 2004

'Architettura alla corte papale nel Rinascimento' è una raccolta di saggi, in parte editi ma non più reperibili, dello storico dell'arte Christoph L. Frommel. Ne parla Maurizio Giufré (Il papa e l'architetto) sul quotidiano Il Manifesto. Christoph Luitpold Frommel legge nella Roma del Rinascimento una struttura urbanistica insolita, un'eccessivo egocentrismo e un'estrema mutabilità, per lo più indifferente alle riflessioni di architetti straordinari, del programma edilizio della "corte papale". Nei saggi contenuti nel volume, conclude Giufré, emerge un filo conduttore: 'quello che narra quanto questa sia stata funzionale al processo di "imperializzazione" di un potere e di una città'. Sullo stessa pagina Giufré presenta (Alle fonti del Rinascimento) "L'antico, la tradizione, il moderno" di Arnaldo Bruschi, una raccolta letture critiche di 'un'appassionante vicenda: la nascita e la progressiva crescita di un modo nuovo di intendere e progettare l'architettura da Arnolfo a Baldassare Peruzzi'.

 

12 agosto 2004

Su Le Monde, Frédéric Edelmann ricorda la figura di André Wogenscky (André Wogenscky, "passeur" des idées de Le Corbusier), recentemente scomparso. Wogenscky è stato considerato il 'figlio spirituale' di Le Corbusier. Entrato nell'atelier di rue de Sèvres nel 1936, ne era uscito nel 1956 dopo aver assunto ruoli sempre più centrali. In seguito, come direttore della Fondation Le Corbusier dal 1971 al 1982, Wogenscky ha svolto un ruolo di traghettatore del pensiero e dell'opera dell'architetto di Ronchamp. Nell'articolo pubblicato oggi sul quotidiano francese Edelmann passa in rassegna la consistente produzione personale di Wogenscky, donata all'Institut français d'architecture. 'A la demande d'André Malraux, il dessine en 1967 le Cargo à Grenoble, prototype des Maisons de la culture chères au ministre de De Gaulle. Mais les fonctions et les besoins de tels édifices évoluent plus vite que ceux des édifices religieux, gardiens d'une foi plus simple. Le Cargo fait aujourd'hui l'objet d'une recomposition architecturale confiée au maître d'œuvre Antoine Stinco. De 1968 à 1973, il construit la préfecture, la cité administrative et le tribunal de Nanterre (Hauts-de-Seine). On reconnaît le professionnel qui porte un grand soin aux détails, on cherche l'origine du style (peut-être celui, international, de l'époque), et même la dimension humaine...'.

 

12 agosto 2004

Privo di fronzoli, utilissimo, discreto e coraggioso. Secondo Ugo Rosa il libro che Giovanni Bartolozzi ha dedicato a Leonardo Ricci, Lo spazio inseguito, è un piccolo ma significativo contributo all'allegria. '...questo libro serve, finalmente -si legge nella nota pubblicata in ARCH'IT books review-, a mettere in chiaro fino a che punto Leonardo Ricci non si meritasse i riconoscimenti di quella pletora di imbecilli che hanno fatto e fanno il bello e il cattivo tempo nella cultura e nelle facoltà d'architettura italiane. Non vale molto, in termini di medaglie, un riconoscimento al demerito, ma, se io fossi Ricci, ne sarei contentissimo...'.

 

12 agosto 2004

Le architetture di Leonardo Ricci, annota Ugo Rosa nel presentare il progetto per il Villaggio Monte degli Ulivi a Riesi, non si rassegnano all'edificazione. Hanno lo sguardo liminare e svagato di chi, affetto da nevralgia del trigemino, si chiede amaramente perché tutto questo doveva capitare proprio a lui. 'La dichiarata propensione dell'architetto fiorentino per il non finito -scrive Ugo Rosa in ARCH'IT architetture- testimonia di una specie di inadempienza edificatoria che lo ha portato, in tutta la prima fase della sua attività ad ideare architetture le quali, come s'è detto, si ostinano a non esistere e, una volta giunte su quel crinale che separa progetto e realizzazione, oscillano senza decidersi per una parte né per l'altra. Come l'ubriaco in pizzo allo scalone. Intendiamoci, non è che le opere di Ricci siano architetture mancate, come accade ad altre, che, semplicemente, non sanno fare i conti con la costruzione. Sono, piuttosto, frutti ambigui e adolescenziali, prodotti di un particolare microclima, fiori di serra la cui bellezza ed il cui sapore proprio in quell'ombrosa immaturità consistono. Quando quest'architettura diventerà, come nell'ultimo periodo dell'architetto fiorentino, "adulta e matura" (cioè cederà finalmente alla forza di gravità, alla tentazione d'esistere ed alle lusinghe dell'edificazione, piombando sul terreno ed adeguandosi fin troppo al fatto tecnologico e costruttivo) si banalizzerà e smetterà di dare ragione del talento incantato e leggero, antinomico ed adolescenziale, del suo ideatore...'.

 

11 agosto 2004

Un documentario di Thomas Andersen 'Los Angeles plays itself' e un film 'Collateral' diretto da Michael Mann restituiscono l'identità fisica della mecca del cinema. Ne parla Andy Robinson (Los Ángeles se interpreta a sí misma) sul quotidiano La Vanguardia. 'Andersen sigue a lo largo de décadas las representaciones cinematográficas de edificios como el Bradbury Building, de George Bradman, o la Casa Ennis, de Frank Lloyd Wright, que aparecen en decenas de películas, desde Ciudadano Kane hasta Blade Runner. A diferencia de Nueva York o Chicago, reflexiona, Los Ángeles se encuentra anclada en una nostalgia eterna, "pese a ser una ciudad sin historia". Y observa que las joyas de la arquitectura moderna de la ciudad suelen aparecer en las películas como casas de delincuentes: la casa Lovell, obra maestra racionalista de Richard Neutra, es la residencia del malo en L.A. Confidential. Otra joya minimalista, la casa Garcia, de John Lautner, es incluso demolida en su localización de Mulholland Drive por la camioneta de Mel Gibson en Arma Letal 2. Para Hollywood, "el estilo internacional, como un sombrero negro o un bigote, es un símbolo del crimen". [...] Quizá Collateral, la nueva película de Michael Mann, tenga la dosis suficiente de literalidad para satisfacer a Andersen. Rodada con una cámara de vídeo digital de alta definición, Collateral sigue el recorrido por la ciudad de un taxi secuestrado por un asesino a sueldo...'.

 

10 agosto 2004

'Liquid Stone: New Architecture in Concrete' si presenta al pubblico del National Building Museum di Washington attraverso un distesa di tondini metallici. Sul New York Times di oggi, Mark Glassman illustra (Concrete Is Learning New Tricks, Like Letting in the Light) la mostra dedicata al calcestruzzo armato, presentato nella sua straordinaria mutevolezza, visitabile fino al 23 gennaio 2005. 'The designs in 'Liquid Stone' -si legge sulla pagina Arts del quotidiano- show a keen awareness of their environments. Many play with natural light in unexpected ways. In the White Temple, small slits at the edges of the ceiling allow sunlight to enter the chamber. In Cambridge, Mass., a new dormitory at the Massachusetts Institute of Technology was built as a concrete exoskeleton with perforations for light. With its gridded windows, the exterior of the dormitory, Simmons Hall, invokes a sheet of graph paper or an overgrown Univac punch card...'.

 

10 agosto 2004

La tendenza alla concettualizzazione bidimensionale rappresenta una risposta difensiva alle attuali condizioni di produzione dell'architettura. La parola Superficie nella selezione bibliografica di Giovanni Corbellini. 'Dall'iniziale scissione tra struttura portante e partizioni spaziali -scrive Corbellini in ARCH'IT parole chiave- si è infatti passati alla sovrapposizione negli involucri di molteplici strati, ciascuno dedicato a mediare il rapporto tra interno ed esterno in termini climatici, acustici, energetici, di resistenza all'usura ecc. 'attenzione rivolta dai progettisti alle pelli degli edifici (diventate nel frattempo una delle voci maggiormente incisive sui costi) è a questo riguardo particolarmente significativa e costituisce il punto di partenza di diverse recenti pubblicazioni sull'argomento, tra le quali, oltre a testi dichiaratamente manualistici (Eberhard Oesterle, 'Double-Skin Facades. Integrated Planning', Prestel, 2001; Michael Wigginton e Jude Harris, 'Intelligent Skins', Architectural Press, 2002; Alan J. Brookes, Chris Grech, Alan J. Brookes, 'The Building Envelope. Applications of New Technology Cladding', Butterworth Architecture, 1990) e a raccolte antologiche di esempi ('In Detail Building Skins. Concepts, Layers, Materials', a cura di Christian Schittich, Birkhäuser, 2001)...

 

6 agosto 2004

'Dans la foulée, à partir de 1983, Acconci passe à l'architecture et décide de se consacrer à l'espace urbain. En 1988, il crée une cellule de travail, le Studio Acconci, composé de lui-même, d'une historienne d'art et de quatre archi, auquel il se consacre exclusivement. Leurs 80 projets sont ici présentés sous forme de trois DVD projetés sur écran, auxquels Acconci a fabriqué une narration...'. Dalla poesia all'architettura, alla realizzazione della rivista 'O to 9', le azioni, le performance, la body art, la videoarte, le installazioni, lo spazio sonoro. La mostra 'Vito Hannibal Acconci Studio' aperta al musée des Beaux-Arts de Nantes presentata da Elisabeth Lebovici (Vito Acconci une voix à voir) sul quotidiano Libération. 'La commissaire Corinne Diserens a sélectionné les oeuvres, les salles et la thématique générale (le langage, l'oralité) et l'artiste a choisi d'autres choses : à la fois les phrases au mur fléchant le parcours et le format de certaines oeuvres, films Super 8 ou photographies sérieusement dilatés par rapport à leur taille originelle...'.

 

6 agosto 2004

Terra e cielo costituiscono i due poli che orientano il progetto di osservatorio astronomico realizzato da Itaca Architetti Associati, guidando la scelta di un intervento che non ha voluto imporre una presenza eccessiva e arrogante sulla delicata configurazione dell'altura di Montedoro. 'La costruzione -si legge nella relazione che accompagna, in ARCH'IT architetture, il progetto- asseconda la pendenza naturale e la sottolinea, proponendosi come un prisma sottile e allungato che emerge appena dal terreno. Questo prisma è orientato, come l'ago di una bussola, verso il luogo "cardinale" del paesaggio costituito dalla straordinaria presenza del monte "mozzato" sulle cui pendici sorge la città di Sutera. Questa presenza "entrerà", visivamente, all'interno dell'osservatorio attraverso una parete vetrata che la inquadra e la stacca, come un fotogramma, dalla carrellata continua del paesaggio circostante...'.

 

6 agosto 2004

Neural Networks and Information Interchange in Buildings. Wolfgang Höhl prospetta in ARCH'IT extended play un profilo evolutivo degli smart buildings e delle strutture informative per l'architettura. 'How smart are our networks? Or, ... where to place cables, how to organize and connect servers, routers, sensors and actors in smart buildings? Could a deeper understanding of biological network structures be an advantage to handle communication networks in buildings? Does it maybe help to create more efficient (and maybe more intelligent) networks? Well, I think it could and indeed there were some very interesting results in the course of this research how to improve our present communication networks in buildings...'.

 

4 agosto 2004

Secondo Pietro Valle lo spostamento verso l'immateriale compiuto dai Kraftwerk registra un cambiamento culturale enorme in forme semplici. Non tutto sembra essere accolto nel computer che assume un'immagine specifica e irrimediabilmente riduttivista. 'All'inizio -scrive Pietro Valle in ARCH'IT artland- vi è un modernismo un po' retrò, immagini e vestiti occhieggiano agli anni '30, la macchina è celebrata con i suoi feticci: dalla bambola di Metropolis alla grafica costruttivista, dagli ingranaggi cromati fino al robot. Ripetutamente presente è l'identificazione uomo-apparato: l'automaton, sogno e incubo della cultura tedesca dall'Espressionismo alla Neue Sachlichkeit, viene trasposto nel mondo attuale. Esso non è solo supporto, diviene presenza, identità, fonte di energia. La macchina non sostituisce l'uomo ma si identifica con esso, la vita diviene un interminabile viaggio verso il futuro...'.

ultime news

Per qualsiasi comunicazione
 è possibile contattare la
redazione di ARCH'IT


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


indice


iscriviti gratuitamente al bollettino ARCH'IT news







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by iMage