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30 settembre 2006 Questa Biennale non sembra avere bisogno dell'architettura. Secondo Pietro Valle il progetto ne esce sconfitto. Ad esso non è concessa nessuna distanza dal reale, nessuna prefigurazione, nessun'alterità, nessun valore critico. Natura morta con città globale. 'Nell'uso dei diagrammi per identificare quantitativamente le città -scrive Pietro Valle in ARCH'IT esposizioni-, non è essa a ridursi a dato ma questo a diventare realtà fisica come nella presentazione di Shangai dove le vertiginose cifre della crescita urbana si trasformano in grattacieli scalettati, visioni di Stadtkröne che sembrano giustificare il boom speculativo dell'high-rise invece di spiegarlo. Nulla ci viene detto sui criteri che informano numeri e grafi ma la loro traduzione diretta in realtà fisica (sempre più evidente in molta architettura recente) è un ulteriore indice della riduzione del progetto a conseguenza naturale (leggi: statistica) dell'analisi della città (un'analisi puramente quantitativa) senza possibilità di scarti da essa. L'architettura è nascosta nella lettura della città, non si vede, non mostra neanche la sua natura quantificatoria forse perché è solo un'estrusione di dati statistici già noti e sapientemente pilotati per arrivare dove si vuole arrivare...'.
24 settembre 2006 Un complesso industriale dal difficile inserimento ambientale, il problema della grande dimensione, la ricerca di un'espressione per il dato tecnico. Samuele Martelli presenta la Centrale termoelettrica a Sparanise di Frigerio Design Group, uno degli ultimi cantieri dello studio guidato da Enrico Frigerio e proposti nella mostra che sarà inaugurata dalla galleria SESV di Firenze il prossimo 5 ottobre. 'Nella definizione degli edifici che alternano impianti tecnologici e servizi, definizione che risulta frazionata e che quindi ne alleggerisce l'impatto, sono state scelte soluzioni sostenibili. Committente, cantiere e contesto sono -scrive Samuele Martelli in ARCH'IT architetture- le tre parole chiave non solo di questo intervento, ma di tutti i recenti progetti di Frigerio Design Group. Progetti che si sviluppano passo dopo passo in stretto rapporto con il committente, che traggono ispirazioni dai segnali offerti dal territorio con il quale stabiliscono rapporti armonici o dissonanti, ma mai casuali...'.
23 settembre 2006 Kondra Lerdief, puro invisibilista. Oggi è dimenticato e in tale dimenticanza consiste forse la sua più grande eredità. Ne parla Ugo Rosa in ARCH'IT lanterna magica. 'Iniziò scrivendo magnifiche recensioni su giornali e riviste specializzate. Era solito descrivere e commentare, per esempio, opere o esposizioni che, per una strana forma di anoressia culturale, evitava accuratamente di visitare. Al suo posto mandava Marta, vecchia e fedele governante la quale doveva, una volta rincasata, dargliene in qualche modo un resoconto...'.
21 settembre 2006 Le architetture di Vico Magistretti sono testimoni di un sapiente lavoro di ricerca sul linguaggio. Così Maria Vittoria Capitanucci ricorda il maestro recentemente scomparso: un designer che amava l'architettura. 'Ci ha lasciati uno degli ultimi dei baroni rampanti dell'architettura milanese postbellica. Maestro indimenticabile dal gesto nordico -annota Maria Vittora Capitanucci con le parole pubblicate in ARCH'IT files- capace di sorprendere per la freschezza dei suoi progetti, di design e di architettura, sempre. Bello davvero ed elegante, spiritoso e distaccato, concentrato nella sua musica, Vico Magistretti lo ricordo chiuso nello spazio minimo del suo studio a pochi passi dal Conservatorio di Milano, con la sola presenza del fedelissimo alter ego Franco Montella, il collaboratore di una vita...'.
18 settembre 2006 Innovazione e capacità di visione non corrispondono, ricorda Luca Paschini, alla strada più semplice per avere successo in Cina. Eppure su queste insiste MAD, lo studio di architetti protagonista della mostra MADe IN CHINA, aperta lo scorso 8 settembre, a Venezia, presso il Museo della Diocesi di Venezia nel Chiostro di Sant'Apollonia. L'iniziativa, curata da Luca Paschini e Fang Zhenning presenta la ricerca del gruppo composto da Ma Yansong, Yosuke Hayano e Qun Dang. In esposizione, fino al prossimo 30 settembre, 12 progetti recenti e in via di realizzazione, che hanno fruttato vittorie in importanti concorsi internazionali. In ARCH'IT files Luca Paschini, con Fluent Bodies, Fluent Times, Fluent Places, introduce i temi proposti a Venezia.
17 settembre 2006 'Lo spazio collettivo si sviluppa al di sotto del grande tetto, segue l'andamento del terreno, aprendosi sempre di più lungo il corso della discesa e confluendo nella parte più bassa in un grande atrio a doppia altezza, vero e proprio spazio centrale del complesso. Sotto la copertura, che lungo la sezione longitudinale registra i vari dislivelli, trovano tra l'altro sistemazione il connettivo direzionale, la biblioteca, la centrale termica, ed uno spazio per la ricreazione...'. Sotto la grande copertura un sistema di piani tenta di coagulare gli insediamenti sparsi ed eterogenei presenti nel territorio. L'Istituto tecnico commerciale e alberghiero realizzato a Giulianova da Gianluca Buzzelli e Nicola Iezzi. In ARCH'IT architetture.
11 settembre 2006 'La casa si articola su due volumi parallelepipedi netti e squadrati, sovrapposti in maniera tale che quello superiore crei un doppio sbalzo -possente verso la collina, più contenuto sul lato opposto-, adagiandosi su una delle due metà del basamento. Ogni simmetria immediata è evitata. Si genera, invece, una trama di rapporti più raffinata e sottile, intuitiva. E su questa dialettica insiste l'anima del progetto e acquisisce corpo...'. Casa Capece Venanzi a Giulianova guarda la collina, con cui l'architettura colloquia stabilendo un rapporto di interazione non comune. In ARCH'IT architetture Francesca Oddo presenta un nuovo lavoro di Giovanni Vaccarini.
11 settembre 2006 L'affannosa ricerca di identità, di una appartenenza che proietti la città e la Romania ad una scala sopranazionale. Giuseppe Cinà ricompone un quadro generale degli strappi, delle sovrapposizioni storiche, fisiche e ideologiche di Bucarest. Dal villaggio alla metropoli. 'Quella di Bucarest -scrive Luca Orlandi nella nota di recensione pubblicata in ARCH'IT books review- è una realtà urbana, sociale e civile di cui difficilmente si ha una percezione come parte di comuni denominatori e substrati culturali, ancora lontane dall'essere considerata un tutt'uno con la realtà delle città di quell'Europa che, faticosamente, le nostre nazioni stanno costruendo. Basta sfogliare la bibliografia correttamente consultata da Cinà per rendersi conto quanti pochi siano gli studi condotti su questa città, studi interessati alla sua storia, alle sue problematiche, al suo assetto urbano, da parte degli 'europei d'Occidente', quasi nulli se poi si analizzano gli autori del nostro Paese...'.
Viaggio attraverso le "Pietre di Toscana". Lo ha intrapreso Alfonso Acocella insieme a Lucense con l'obiettivo di raccontare, come su un taccuino da viaggio, il ruolo del materiale lapideo nella relazione fra architettura contemporanea e tradizioni storiche. Coinvolgendo le istituzioni pubbliche, le fondazioni e le associazioni culturali, i centri di ricerca, l'imprenditorialità e la produzione, i creativi, gli operatori del marketing territoriale, l'iniziativa mira alla valorizzazione delle risorse geologiche ed ambientali, dei luoghi del lavoro, dei beni architettonici della 'Toscana di pietra'. Il progetto è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Regione Toscana Assessorato Cultura. Il percorso verrà raccontato su www.architetturadipietra.it, il blog creato da Acocella per raccontare, attraverso un 'album' ideale di foto e una serie di 'appunti di viaggio', il valore e le potenzialità espressive del materiale lapideo in architettura. (Francesca Oddo)
4 settembre 2006 'In una valle del Nevada non lontana dai casinò di Reno, oltre 35.000 persone ogni anno si incontrano nel deserto. Su questa disabitata distesa, chiamata Black Rock -precedentemente conosciuta solo per i record di velocità dei veicoli a razzo-, un'eterogenea moltitude dà vita, nella settimana del "labour day", al più intenso avvenimento della contro-cultura americana: Burning Man. A dare nome all'evento è il momento culminante del raduno: l'incendio di una statua di legno imbottita di esplosivo e di fuochi d'artificio. Privo delle intenzioni di rappresentare alcunché, questo episodio di quella "radical self-expression" che anima l'intero raduno rinvia all'origine dell'evento: l'incendio di un'improvvisata sagoma lignea dalle sembianze umane su una spiaggia di San Francisco nel 1986...'. A Black Rock City si chiude l'annuale edizione del Burning-Man Project. Un intreccio di ordine insediativo ed anarchia collettiva. L'ultima espressione, secondo Roberto Zancan che legge l'evento in ARCH'IT files, di una dialettica tra la reazione di protezione nei confronti del deserto e l'invenzione di una libera tradizione della costruzione abitabile. L'intervento è corredato da un'intervista ai due interpreti privilegiati dell'evento, Matt Wray e Benjamin Grant, ed a Rod Garrett, il progettista di Black Rock Desert of Nevada.
"MADe in China" è il titolo della mostra che inaugura il prossimo 8 settembre presso il Museo della Diocesi di Venezia, dedicata allo studio di architettura MAD Ltd. (Ma Yansong, Yosuke Hayano e Qun Dang). I due soci fondatori, il primo cinese ed il secondo giapponese, si sono conosciuti a Londra, lavorando nello studio di Zaha Hadid. Le loro architetture visionarie rielaborano un ampio repertorio progetti e sperimentazioni di architetti contemporanei -Peter Eisenman, Greg Lynn tra gli altri. Questa apertura verso nuove frontiere di sperimentazione ha portato MAD ad essere il primo studio di progettazione cinese a sviluppare un largo progetto urbano fuori dai confini della Repubblica Popolare Cinese, vincendo il concorso internazionale per l'Absolute Towers (Monroe Tower 2009) a Toronto, Canada. La ricerca di MAD non parte solo dalla sperimentazione nel disegno di particolari forme ma anche dal profondo approccio politico e sociale dei progetti, che si evidenzia nelle relazioni funzionali, nelle soluzioni sofisticate -e talvolta ciniche- ai paradossi della Cina contemporanea. In mostra 12 grandi progetti recenti e in via di realizzazione. L'apertura della mostra sarà preceduta ed introdotta dalla conferenza "A futuristic practice and place", che si terrà giovedì 7 settembre alle ore 17 presso l'Aula Magna dell'Università IUAV di Venezia, Tolentini. "MADe in China" rimarrà aperta al pubblico fino al 30 settembre. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)
Zeche Zollverein, Essen. È stata inaugurata nel cuore storico della Germania industriale lo scorso 26 agosto "Talking Cities. The Micropolitics of Urban Space". Curata da Francesca Ferguson e urban drift productions Ltd., parte del forum internazionale di architettura e design "ENTRY2006", la mostra è stata concepita come una piattaforma transdisciplinare tra urbanistica, architettura, proposte di interventi artistici e spaziali. Un denso collage di installazioni e progetti tramite il quale i 35 protagonisti internazionali, provenienti da 16 diversi paesi, intraprendono un dialogo collettivo sulle strategie per riconfigurare e riattivare gli spazi interstiziali, marginali e residuali delle nostre città contemporanee. Non solo architettura e urban design ma anche pratiche artistiche, con lo scopo di far tornare l'architettura un vitale strumento sociale e di comunicazione, riprendendo deliberatamente lo spirito collettivo degli anni '70 di attivismo nell'architettura e nell'urbanistica. Il sottotitolo della mostra ("The Micropolitics of Urban Space") esprime proprio quanto lo scopo condiviso di mappare, riconfigurare, trasformare, ricampionare e riattivare gli spazi pubblici periferici e sottovalutati delle città possa venire attuato anche attraverso progetti a piccola scala, spesso caricati di valori e significati dichiaratamente politici. Tra gli altri partecipano IaN+, Osservatorio Nomade, Stalker e studio.eu. La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 3 dicembre. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)
2 settembre 2006 Nella pancia del mondo. Marialuisa Palumbo trova nuove forme d'equilibrio nella produzione dell'architettura italiana al femminile. Nella quale emerge una inedita visione dello spazio pubblico. Nella minima mappa tracciata nella nota pubblicata in ARCH'IT files, Marialuisa Palumbo rintraccia 'l'importanza centrale attribuita al tema dello spazio collettivo: dalle scuole alle piazze, dagli spazi condivisi di Corviale, l'edificio città, alla scala territoriale del disegno di Cottbus dove ad un piano edilizio si sostituisce un piano paesaggistico per sviluppare una nuova risorsa naturale collettiva...'. |
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