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ARCHIVIO MARZO 2005

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31 marzo 2005

Non è mai facile emergere, per una generazione, se costretta al costante confronto con padri ingombranti. Vinicio Bonometto presenta il volume curato da Renato Bocchi, dedicato alla ricerca di Raffaele Panella. 'È come se Panella -scrive Vinicio Bonometto in ARCH'IT books review-, per liberarsi della pesante parentela con la generazione precedente, avesse scelto la strada più difficile ma nello stesso tempo anche più coerente, ovvero quella di riconquistare l’architettura al confronto politico sui problemi urbani, ponendosi così in continuità con gli insegnamenti del suo più anziano maestro: Giuseppe Samonà. Non può che essere la città, quindi, il luogo d'elezione in cui Panella desidera operare...'.

 

31 marzo 2005

È stato inaugurato oggi, tra le polemiche, il nuovo polo fieristico di Milano a Rho-Pero che porta la firma di Massimiliano Fuksas. Cinque chilometri di perimetro per una superficie lorda di pavimento di 530.000 metri quadrati, su una superficie fondiaria di 2.000.000 di metri quadrati, un investimento di 750 milioni di euro, questi i numeri della colossale struttura milanese che si articola in padiglioni espositivi, alberghi, aree commerciali e di ristoro. L'opera, terminata a tempo di record, si colloca tra le più grandi realizzate in Europa negli ultimi anni. La nuova fiera è costituita da 8 grandi padiglioni monoplanari e biplanari che, insieme, costituiscono una superficie espositiva lorda di circa 345.000 metri quadrati coperti alla quale si sommano 60.000 metri quadrati all'aperto. Fuksas ha deciso di non partecipare all'inaugurazione dichiarando che 'un'inaugurazione così vicina alle elezioni mostra una visione ristretta e molto piccola, a volte provinciale. Un atteggiamento in cui noi italiani, ricadiamo molto spesso'. L'assenza rumorosa dell'architetto romano, commentata polemicamente da Silvio Berlusconi, pesa sull'inaugurazione: 'Fuksas ha fatto una scelta non opportuna, e si è perso una magnifica giornata...'. (Laura Masiero)

 

29 marzo 2005

Gli elementi in policarbonato rifrangono la luce inondando la struttura di grigi argentati, di gialli e di bianchi. NubiK di Ammar Eloueini, realizzato a Kansas City per Mash–Up!, il programma per eventi e performance sperimentali di Grand Arts. Ne parla Annette Ferrara. 'Eloueini's elegant solution to our rather lengthy design brief -scrive Annette Ferrara in ARCH'IT architetture- is Nubik, a site–specific canopy made from hundreds of translucent polycarbonate pieces and common zip–ties and suspended by wire cables from the main gallery's 12–foot–high ceiling. He modeled NubiK using 3D computer software and then unfolded these volumes to generate flat patterns. The puzzle–like patterns were then programmed into a Computer Numerically Controlled machine (CNC) that cut the polycarbonate sheets into hundreds of pieces with unique dimensions. The resulting structure is both lightweight and flexible, and the origami–esques folds of NubiK's eight lengths spread across the ceiling of Grand Arts' main gallery in luminous jewel–like waves...'.

 

27 marzo 2005

Nella descrizione delle città utopiche la letteratura si serve della scienza perché metafora chiara di organizzazioni razionali. Marianna Forleo rilegge il ruolo delle città matematiche. 'Solo in un caso -scrive Marianna Forleo in ARCH'IT files- le mappe coincidono e abbracciano il territorio: nelle utopie, nella descrizione di posti fantastici e inventati che, senza una raffigurazione grafica, non avrebbero modo di esistere; in questo caso i livelli di realtà sono infiniti e l'identità tra disegno e luogo è totale. Una mappa inventata produce, anziché riprodurre, e le sue geografie immateriali sono esatte per definizione; esiste solo la rappresentazione, che di per sé si fa territorio, come proiezione di un luogo-che-non-è; la mappa è essa stessa il territorio...'.

 

25 marzo 2005

"Italy now?" a New York: una mostra e due giornate di incontri a cura di Alberto Alessi presso la Cornell University di Ithaca. Cos'è l'architettura contemporanea italiana? Esiste? "È quella fatta da architetti italiani o semplicemente quella fatta in Italia?" Sarà la prestigiosa sede newyorkese della Cornell University di Ithaca ad ospitare dal 28 marzo "Italy now?". Attraverso una duplice mostra che coinvolge 19 studi di architettura italiani emergenti e offre una lettura fotografica d'autore del contesto italiano (Basilico, Jodice, Linke, Muciaccia), due dialoghi tematici (i prossimi 1 e 2 aprile) e una pubblicazione, "Italy now?" si pone come un osservatorio aperto sullo sviluppo architettonico, urbano e paesaggistico in Italia. A cura di Alberto Alessi. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre e convegni. (Elisabetta Mori)

 

25 marzo 2005

Caltrans District 7 Headquarters. Non solo, per mOrphosis, una brillante prova di architettura, realizzata in tempi record. Ma anche, scrive Paola Giaconia nel presentare l'opera in ARCH'IT architetture, un intervento alla scala urbana che contribuisce a ridefinire l'identità di downtown Los Angeles. 'With a hybridized civic orientation that blends an L.A. sensibility with a more cosmopolitan urban tradition -afferma mOrphosis-, the new Caltrans District 7 Headquarters building in downtown Los Angeles is perceptually of the fabric of the city, as opposed to being a singular object or ornament. Enrobed in a constantly changing mechanical skin that is alternately open or closed depending on the conditions of outside temperature and sunlight, the building’s fundamental property is that of transformation...'.

 

24 marzo 2005

Il coesistere di miliardi di cocci, vicini ma differenti. Le tematiche legate alla sensorialità si arricchiscono, nel lavoro di Sergio Mannino, di una visione del mondo contemporaneo che offre, nei medesimi tempi e spazi, infiniti aspetti, punti di vista, frammenti. Sergio Mannino. Un percorso tra sensorialità e frammenti. Una nota di Elisabetta Trincherini in ARCH'IT files. 'Le tematiche sottese legate alla sensorialità si arricchiscono così di una più ampia panoramica che investe quell'idea di frammentario che per Mannino connota la dimensione della globalizzazione, da non intendersi, secondo lui, come appiattimento della realtà ma come compresenza, nei medesimi tempi e spazi, di infiniti aspetti, punti di vista, frammenti del mondo contemporaneo. Sembra possibile pensare a questa realtà infinitamente scomposta dove lo studio del singolo "pezzo" possa rendere di più facile comprensione l'insieme...'.

 

24 marzo 2005

Napoli. Nasce il PAN, Palazzo delle Arti Napoli. Il 26 marzo sarà inaugurato il primo Centro per le Arti Contemporanee destinato da Napoli ad ospitare allestimenti, esposizioni, archivi di consultazione delle opere e dei protagonisti dell'arte contemporanea: dalla pittura alla scultura, dall'architettura alla fotografia, dal design al cinema, dalla videoarte al fumetto. Promosso e realizzato dal Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Regione Campania e la Provincia di Napoli, il progetto mira a operare sul piano della documentazione, della raccolta e della ricerca dei diversi fenomeni artistici. L'apertura del PAN si accompagna all'inaugurazione della mostra "The Giving Person. Il dono dell'artista", curata da Lóránd Hegyi, aperta al pubblico dal 26 marzo al 10 agosto 2005. Appuntamento il 26 marzo a Napoli, negli ambienti di Palazzo Roccella in via dei Mille 60, ore 10.30. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre.

 

22 marzo 2005

Tra i più geniali rappresentanti dell'architettura giapponese del dopoguerra, Kenzo Tange si è spento a Tokyo all'età di 91 anni. Incaricato nel 1960 di redigere il piano urbanistico della capitale giapponese, a lui si devono le tracce che avrebbero portato la città a diventare una delle metropoli contemporanee più intriganti. Nato a Osaka e cresciuto a Imabari, sull'isola di Shikoku, aveva maturato –anche attraverso l'opera di Le Corbusier, alla quale fu molto sensibile- l'interesse verso il rapporto fra l'uomo e l'ambiente costruito. Laureatosi alla Facoltà di architettura di Tokyo, aveva dato vita al Laboratorio Tange, scegliendo come collaboratori, fra gli altri, Fumihiko Maki e Arata Isozaki. In Italia Kenzo Tange ha realizzato le torri del Fiera District a Bologna (1967), il quartiere Librino a Catania (1971) e il master plan per il Centro Amministrativo a Napoli (1995). A Milano è l'autore del progetto urbanistico del Quartiere Affari di San Donato Milanese (1990-99), dove ha realizzato la sede BMW Italia (1998) e la torre Agip (1999). Lo ricordiamo ai dibattiti dei CIAM londinesi, nell'impresa di ricostruzione del suo Paese distrutto dalla guerra, lo ricordiamo come una lezione di creatività e di dedizione vivissime. (Francesca Oddo)

 

21 marzo 2005

Thom Mayne, architetto californiano fondatore dello studio mOrphosis, è stato insignito del Pritzker Prize per il 2005. La medaglia e il premio di $100.000 gli verranno consegnati a Chicago il 31 maggio 2005 presso il Jay Pritzker Pavilion progettato da Frank Gehry. Lo studio mOrphosis, fondato nei primi anni '70, è noto al pubblico internazionale per importanti progetti di edifici pubblici completati negli ultimi anni, quali il Caltrans District Headquarters e il Science Center, inaugurati a Los Angeles nel 2004, la Diamond Ranch High School a Pomona e l'Hypo Alpe Adria Center a Klagenfurt, opera prima in Europa. Ne ricordiamo gli ingegnosi progetti di ristoranti realizzati nei primi anni di attività, quali il 72 Market Street (1983) e il Kate Mantilini (1986), prime incursioni nella sfera pubblica di una pratica professionale alla quale fino ad allora era concesso di sperimentare unicamente grazie agli incarichi per residenze di committenti privati. La giuria del Pritzker, presieduta da Lord Palumbo, chairman della Serpentine Gallery di Londra, si è così espressa: 'Mayne [...] has sought throughout his career to create an original architecture, one that is truly representative of the unique, somewhat rootless, culture of Southern California, especially the architecturally rich city of Los Angeles. Like the Eameses, Neutra, Schindler, and Gehry before him, Thom Mayne is an authentic addition to the tradition of innovative, exciting architectural talent that flourishes on the West Coast.' Particolarmente caloroso il commento di Frank Gehry, membro della giuria: 'I was thrilled that our new laureate hails from my part of the world. I've known him for a long time, watched him grow into a mature and, I like to say, 'authentic' architect. He continues to explore and search for new ways to make buildings useable and exciting.' (Paola Giaconia)

 

21 marzo 2005

Il tessuto che si tende al variare del vento e della temperatura si deforma come una vela urbana. Nuove strategie urbane per Palermo, di AutForm Architettura. Con una nota di presentazione di Marco Scarpinato, in ARCH'IT architetture. 'L'attività estrattiva che storicamente ha interessato l'area ha determinato i sedimi delle varie quote su cui, per successivi strati, si è sviluppata la borgata dell'Acquasanta. I frammenti progettati, descrivendo profili e sezioni della città, combinano gli elementi naturali e simbolici con gli usi tradizionali. Il progetto trasforma i segni che la città ha coperto in luoghi dell'astrazione, in regole per la composizione urbana. Il piano s'incrina, cede e si estende, assolvendo le funzioni di un sistema ad ecologia complessa e trasformando gli spazi dimenticati in habitat contemporaneo. Il progetto di nuove architetture su aree dismesse non è affrontato con la retorica della rifunzionalizzazione ma è lo strumento per significare parti di città...'.

 

21 marzo 2005

Avvistamenti. Un inedito e consistente programma di ricerca. Un paesaggio teorico che costruisce un'immagine caleidoscopica: non un programma determinato, ma un sistema che pone attenzione verso il pensiero dell'architettura ed i processi di costruzione. Marco Scarpinato riassume le tappe del lavoro svolto negli ultimi anni. 'Con la realizzazione di workshop tematici -scrive Marco Scarpinato in ARCH'IT files- ed un approccio didattico che si confronta direttamente con gli aspetti più creativi della città, in Avvistamenti, l'analisi urbana diventa una pratica in cui lettura e critica coincidono liberando energie latenti pronte a dare forma a risposte progettuali inaspettate e sorprendenti. I workshop hanno avuto dei supervisori che hanno permesso di evidenziare alcuni percorsi dell'architettura contemporanea: Maurice Nio [Avvistamenti 2.'00], Hideyuki Yamashita [Avvistamenti 4.'02] e Koen van Velsen [Avvistamenti 6.'04]...'.

 

18 marzo 2005

'O'Donnell e Tuomey sono all'avanguardia di una generazione di architetti in Irlanda. Una generazione che crebbe intellettualmente convergendo sui temi della progettazione urbana, del valore civile della città e di un forte senso di identità culturale....'. Un esempio della dimensione profetica e civile dell'architettura. Francisco Sanin presenta il volume Archaeology of the air, con un saggio di Kester Rattenbury, che navado press ha recentemente dedicato al lavoro di O'Donnell e Tuomey. 'C'è un gran senso di lucidità da parte dell'autrice -scrive Francisco Sanin in ARCH'IT books review- nel condividere i limiti [...] tra esperienza e immagine, tra il parlato e lo scritto o altro [...] e c'è anche la coscienza del pericolo del consumo dell'architettura o della sua riduzione a pura immagine. In sintesi, il formato del libro è un coraggioso e riuscito tentativo di affrontare i limiti del mezzo espressivo della critica architettonica: le distanze tra scrittura e parola, tra immagine ed esperienza, tra il momento della concezione e la costruzione...'. Il volume, già presentato in occasione dell'ultima Mostra di Architettura della Biennale di Venezia, sarà oggetto di riflessione oggi pomeriggio a Cagliari, presso il Dipartimento di Architettura (vedi ARCH'IT convegni).

 

18 marzo 2005

'The outside of the Howth house puzzled me the moment I saw it on O'Donnell + Tuomey's website. After the exquisite, semi-ruined resonance of the Hudson house, or the lovely, cranked shed of the Letterfrack building seen against the mountain, Howth looks perky; politely wilful in its toned down curves. It seems both at variance with, and deferential to, its unremarkable suburban neighbours. The last thing I was expecting...'. La messa a punto di forme che risuonano nell'aria come se reclamassero il loro diritto di appartenenza allo spazio naturale. In ARCH'IT files, Kester Rattenbury sul lavoro di O'Donnell e Tuomey. Lost in translation.

 

17 marzo 2005

Era uno dei maestri dell'architettura contemporanea. Ralph Erskine è morto in Svezia a 91 anni. La notizia su Svenska Dagbladet. Nato in Inghilterra nel 1914, aveva studiato a Londra fra il 1931 ed il 1939; in seguito si era trasferito in Svezia, che diventerà la sua nuova patria. Maestro di più di una generazione di architetti svedesi ed inglesi, era celebre soprattutto per il futuristico complesso abitativo a Newcastle upon Avon, "Byker Wall", e l'aula magna dell'Università di Stoccolma, dove utilizzò materiali classici della tradizione scandinava come il legno ed il vetro. A Firenze aveva partecipato, alla fine degli anni Ottanta, al gruppo di lavoro internazionale coordinato da Bruno Zevi per il progetto dell'area di Novoli. (Samuele Martelli)

 

11 marzo 2005

Come una foglia l'edificio utilizza e trasforma la luce solare in energia. Il progetto di MCA Mario Cucinella Architects per l'Eco-Building a Pechino, frutto di una cooperazione internazionale tesa alla riduzione delle emissioni di CO2. Lo presenta Samuele Martelli. 'La morfologia dell'edificio, la sua struttura, gli orientamenti ed i sistemi tecnologici previsti -si legge nell'articolo di Samuele Martelli, in ARCH'IT architetture- non sono altro che il risultato dei test e ricerche intraprese dai progettisti per ottenere livelli ottimali in relazione alle prestazioni richieste. Il risultato è un edificio che presenta caratteristiche di efficienza energetica, emissioni di CO2 minime ed un layout funzionale in una interessante veste architettonica contemporanea...'.

 

9 marzo 2005

Poltronova ha deciso di dare finalmente sangue e carne al progetto del Katalogo. Non è stato semplice. Gilberto Corretti racconta la storia dei Superbox di Ettore Sottsass. 'Questa storia -scrive Gilberto Corretti in ARCH'IT files- ha una premessa, avvenuta quasi quaranta anni fa, ed un epilogo, iniziato due anni fa. La premessa s'intitolava "Katalogo di mobili" e se non fosse stato per quel k, una stravaganza lessicale di quegli anni, parrebbe il titolo di un'onesta svendita di mobili in un discount di provincia. Era invece il titolo di un articolo che illustrava su Domus, (449, aprile 1967), immagini di spazi domestici progettati da Ettore Sottsass jr...'.

 

9 marzo 2005

A 87 anni compiuti Ettore Sottsass continua a stupirci. Francesca Balena Arista ha visitato la mostra appena inaugurata al MART. Sottsass. Progetti 1946-2005 ->. 'La produzione di Sottsass -si legge in ARCH'IT sopralluoghi- è assolutamente originale e non è classificabile in alcuna corrente. La mostra del MART, a cura di Gabriella Belli e Milco Carboni, è la più completa mai realizzata. Dalle prime esperienze in collaborazione con il padre (l'architetto Ettore Sottsass sr.) ai progetti più recenti da solo o con gli associati, questa grande rassegna italiana è il giusto tributo ad una figura già celebrata in tutto il mondo. Non deve essere stato facile concentrare in 1800 mq-troppo pochi- la grande mole di progetti che costituiscono il percorso di Sottsass, ma l'architetto Carboni ci riesce. L'allestimento è pulito ed essenziale e come succede quando i progetti sono così forti da dire tutto da soli, non c'è bisogno di commenti o spiegazioni. Ad accoglierci, unica introduzione alla mostra, una bellissima autobiografia di Sottsass in cui traspare il profondo legame tra il progetto e la vita stessa. La mostra è articolata in due sezioni: una dedicata all'architettura, l'altra al design...'.

 

6 marzo 2005

Sabato 12 marzo e sabato 9 aprile 2005 l'Ordine degli Architetti di Teramo offre due speciali momenti di incontro, aperti al pubblico, tesi ad esplorare l'attualità del confronto tra l'architettura e altre espressioni della cultura contemporanea. Un evento è dedicato al rapporto tra architettura e fotografia, l'altro a quello tra architettura e spot pubblicitario. Ciascuno di essi sarà accompagnato dalla proiezione di video di architettura selezionati nell'ambito del festival BEYOND MEDIA di Firenze e si concluderà con la presentazione di opere proposte dagli ospiti. I protagonisti, Francesco Jodice, architetto e fotografo sensibile ai modelli di comportamento sociale in rapporto ai diversi ambiti urbani e geografici, e Carmelo Marabello, regista e autore di importanti ricognizioni sul tema dello spot pubblicitario, racconteranno al pubblico le ricerche più attuali che vedono la disciplina architettonica confrontarsi con la fotografia e con la pubblicità televisiva. Appuntamento a Teramo alle 16.30, presso la sala polifunzionale della Provincia, in via Comi. Maggiori informazioni nella scheda pubblicata sul sito di iMage, collaboratore dell'iniziativa.

 

6 marzo 2005

Giuseppe Terragni: trasformazioni, scomposizioni, critiche. La forma, nella sua analisi, non si rivela come un'entità stabile, ma piuttosto come qualcosa di mutevole a seconda dei punti di vista da cui viene osservato. Daniele Pisani legge il volume di Peter Eisenman su Giuseppe Terragni, appena uscito in edizione italia da Quodlibet. 'Leggere l'edificio -scrive Daniele Pisani in ARCH'IT books review nel ripercorrere la strada seguita da Eisenman- non significa ripercorre l'effettiva genesi del progetto, seguendone una a una le fasi (si tratta anche di questo, ma essenzialmente non di questo), quanto piuttosto di proporre una serie di modelli e di sottoporre ad analisi le loro trasformazioni. [...] L'analisi di Eisenman prescinde pressoché completamente da tutti i supporti esterni che, in genere, si adottano per situare il progetto in una cultura, una situazione politica, un dibattito determinati. Come oggetto dell'analisi, viene assunto il progetto nella sua datità, ossia nella sua forma. "Un simile approccio comincia a suggerire le rilevanza di quella che tipicamente viene liquidata come analisi puramente formale. Comincia a suggerire la rilevanza di strategie formali viste come parte di un'idea più problematica dell'approccio critico". In tal modo, Eisenman spazza innanzitutto via tutto ciò che troppo spesso –nella confusione tra fini e mezzi– diviene l'oggetto degli studi storici e, più in generale, sull'architettura: il contesto piuttosto che la modalità con cui l'opera vi si confronta o si organizza. Ma non solo. La forma viene letta in termini tutt'altro che ingenui; certo assai meno di quanto si faccia comunemente...'.

 

4 marzo 2005

Art Tower Mito e MoriArt Museum. Due mostre, ARCHIGRAM e ARCHILAB, dialogano a distanza in Giappone. Non rinunciando a discussioni e polemiche. Le ha visitate Anna Cornaro 'Di certo ARCHIGRAM -scrive Anna Cornaro in ARCH'IT sopralluoghi- non rischia gli equivoci. Il gruppo inglese si racconta arrivando sino ad i giorni nostri (a dispetto del titolo della mostra) e l'eterogeneità che caratteristica il percorcorso di ognuno è tutta dichiarata da Cook nel simposio di apertura: "Eravamo sei persone completamente diverse, nessuno di noi proveniva dalla stessa scuola, nessuno dalla stessa città, tutti con gusti profondamenti diversi, ma con un profondo rispetto reciproco e l'idea che ciascuno potesse lavorare sulle idee dell'altro. Qualcosa che ci ha portato a risultati molto più lontani della semplice somma delle capacità di ciascuno". Insomma, ARCHIGRAM sembra ammettere una eterogeneità che invece ARCHILAB si ostina a "confezionare in scatole" ben definite (per citare ancora Cook). Bisogna certo ammettere che l'operazione ARCHIGRAM sembra talvolta cadere in un nostalgico revival e forse compiacersi del tanto atteso atto finale: la grande realizzazione, la Kunsthaus di Graz. Il simposio di ARCHILAB dà invece tutta l'idea di un continuo work in progress dove presenze importanti fanno intendere che la ricerca digitale sia arrivata ad un nuovo capitolo...'.

 

3 marzo 2005

Abbiamo bisogno di un ricambio forte e radicato, e abbiamo bisogno di istituzioni capaci di difendere e proteggere questo cambiamento inevitabile per non perdere per strada una ennesima generazione. Giovanni Damiani, in risposta all'intervento di Luca Molinari, propone un contributo alla discussione sull'architettura italiana. 'Non si può non vedere -scrive Giovanni Damiani in Voglia di Contemporaneo, pubblicato in ARCH'IT files- che la cultura internazionale parte da altri presupposti e sia arrivata ad elaborare altre posizioni molto più consone a reggere l'urto della condizione contemporanea. Mi può anche stare bene chi si ritira in buon ordine nel silenzio a cui sono destinati tutti coloro che non sono in grado di affrontare virilmente il destino della nostra epoca, per riprendere un passo del saggio 'Il lavoro intellettuale come professione' di Weber, ma se vogliamo credere che esista uno spazio nel nostro tempo in cui il sapere intellettuale e l'architettura colta possa (o debba) contare allora è chiaro che affrontare virilmente il nostro tempo debba ripartire da altre posizioni che sembrano capaci di essere strumenti più efficaci in questa improba lotta...'.

 

2 marzo 2005

Il Motivo di Sant'Ivo. In concomitanza con l'inaugurazione del suo nuovo corso accademico, dedicato a 'The Tool. Rapporti di non neutralità tra conoscenza, creazione artistica e strumento di lavoro', Antonino Saggio propone in ARCH'IT coffee break nuove interpretazioni iconografiche e architettoniche del capolavoro di Francesco Borromini alla Sapienza di Roma. 'La materia -scrive Antonino Saggio- da una parte è trattenuta dagli involucri, ma dall'altra è spinta oltre i confini dei muri. La compenetrazione delle forme determina anche un processo di trasformazione (anamorfosi) degli elementi costruttivi in sezione e vorticose mutazioni dal basso all'alto. Se "compenetrazione delle forme nello sviluppo metamorfico della costruzione" è il tema, l'architetto deve reinventare un modo di operare in contrasto rispetto ai modelli consuetudinari. Inutile è partire da un'organizzazione tipologica già data (caso mai Borromini "inventa" nuovi tipi), inutile operare analiticamente per giustapposizione e sovrapposizione delle parti, inutile, naturalmente, copiare modelli di alcun tipo...'.

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