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La Triennale di Milano presenta, come evento conclusivo della seconda Festa per l'Architettura, la mostra SNAKE SPACE. NIO architecten, curata da Marco Brizzi e prodotta da iMage. Dedicata all'opera di Maurice Nio, la mostra sarà inaugurata a Milano giovedì 30 giugno 2005 alle 18,30 e resterà aperta al pubblico dal 1 al 24 luglio, per poi essere proposta in altre capitali in Europa e nel mondo. 'La Triennale di Milano -ha affermato Fulvio Irace, curatore del settore architettura e territorio- ha accettato con piacere la possibilità di ospitare questa mostra perché essa propone in modo originale il problema della riqualificazione urbana a partire dalla sensibilità verso aspetti che, benché poco considerati nella pratica corrente, sono centrali nella condizione metropolitana contemporanea.' Maurice Nio, già fondatore di NOX architects, stabilisce un dialogo diretto, di estrema confidenza, tra la singolarità della sua ricerca e le molteplici potenzialità offerte dallo scenario urbano contemporaneo. Ne emerge un percorso inatteso, a tratti dissacrante ma vivido ed efficace, di una dimensione progettuale sensibile e geniale.
27 giugno 2005 Bello? Quando si parla di bellezza, dice Giovanni Corbellini, chiunque si occupi di immagine ha una sua precisa idea e la discute continuamente con clienti, amici e collaboratori. Più difficilmente se ne scrive in modo esplicito, e quando lo si fa se ne forza il significato, svalutandone la potenzialità eversiva. 'I nuovi approcci progettuali -conclude Giovanni Corbellini nel tratteggiare un nuovo percorso bibliografico in ARCH'IT parole chiave- non escludono il sapere compositivo, specifico degli architetti e necessario nelle scelte conformative, ma ne relativizzano l'operatività, delegando ad altri strumenti strategici la costruzione della possibilità stessa di controllare la forma di oggetti e spazi, soprattutto quando questa è minacciata dai fatti della vita che ne permettono la realizzazione. Le architetture che ne derivano, evitando di cercare l'armonica ed equilibrata appropriatezza dell'ideale vitruviano, trovano la loro peculiare "bellezza" nell'intelligenza dinamica, aperta e sorprendente di originali processi ideativi e nella capacità di interagire con gli instabili contesti della contemporaneità...'.
Di cosa non si può fare a meno in un picnic nel cuore della Sicilia nel mese di luglio? Dell'ombra! Nel darle forma si cimenteranno i laboratori di progettazione architettonica e di costruzioni della Facoltà di Architettura di Siracusa, nell'ambito di un weekend -dall'1 al 3 luglio- dedicato al tema del "costruire l'ombra". In occasione dell'inaugurazione del giardino-arena al Tempio (progetto Navarra Office Walk Architecture), nell'ex stazione di San Michele di Ganzaria sul parco lineare, il gruppo Erremix, in collaborazione con l'amministrazione comunale locale, invita architetti, studenti e curiosi a realizzare installazioni temporanee mirate a ricavare l'ombra attraverso l'uso di materiali riciclati. 'Il laboratorio servirà ad immaginare forme d'uso, a confrontare competenze e sguardi di diversa provenienza su questa particolare scena del paesaggio siciliano'. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)
25 giugno 2005 'L'accesso ai due nuovi edifici avviene con una piccola scalinata; da una quota intermedia si può così accedere con una scala, realizzata in beola, agli spogliatoi con i relativi servizi igienici e alla sala massaggi, mentre un'altra scala consente l'accesso alla sala espositiva...'. Firouz Galdo e Filippo Felli presentano in ARCH'IT architetture un loro recente intervento a Vibio, dove sono stati realizzati una piscina coperta e una sala polifunzionale, annessi all'esistente azienda agrituristica.
18 giugno 2005 Il diagramma fallisce nel proporsi come la nuova iconografia della realtà e come il nuovo motore della produzione. Esso, scrivono Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli, ci consegna una prospettiva senza speranza, senza futuro. E straordinariamente inconsapevole del destino che le si staglia davanti. 'Se nell'atteggiamento iconografico -scrivono Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli nel saggio Oltre il Diagramma. Iconografia, Disciplina, Architettura pubblicato nel catalogo della mostra 'Contropiede' di Peter Eisenman allestita nell'auditorium G. Monzani di Modena dal 18 giugno al 17 luglio 2005 e, rivisto, in ARCH'IT files- il diagramma è ancora lo strumento per interpretare il divenire, dapprima raffigurandone le trasformazioni, in seguito sempre più riedificandone le rappresentazioni, sino a farne un potente succedaneo dell'architettura, la prospettiva disciplinare, nel tentativo di restituire all'architettura un ruolo operativo, riconduce il diagramma a quella "macchina astratta" ipotizzata da Deleuze che "non funziona mai nella direzione della rappresentazione di un mondo preesistente, ma produce una nuova specie di realtà, un nuovo modello di verità". Ma questa nuova realtà prodotta dal diagramma non si dà mai come realtà stabile; essa è programmaticamente transitoria, mutevole, sfuggente, parcellizzata in porzioni di tempo infinitesime, "flusso -dice Sanford Kwinter citando Bergson- che inflette, combina e separa e che non lascia niente di non trasformato". Lo scopo del diagramma, la sua "verità" è, dunque, la necessaria, incessante creazione/distruzione della realtà, volontà di potenza ovvero di dominio delle forze che strappano le cose al niente e nel niente le risospingono...'.
16 giugno 2005 Interazioni urbane. ON/Bogotà. 7 milioni di persone di cui oltre la metà abitanti in zone informali o clandestine. Marialuisa Palumbo racconta l'esperienza di due seminari di Stalker/Osservatorio Nomade a confronto con un Paese in cui occorre prima di tutto conquistare il diritto all’attraversamento. 'In una città dove interi quartieri sono sconosciuti ai più perché estremamente pericolosi, in un Paese dove fino a qualche anno fa spostarsi in macchina da Bogotà (la capitale) a Cartaghena (la principale città sulla costa) significava rischio di sequestro o di rapina, dove la ferrovia è stata abbandonata perché eccessivamente esposta alle azioni di sabotaggio o di attacco, dove intere regioni, come per esempio il nord del Paese (unico collegamento via terra tra Centro e Sud America), sono assolutamente impraticabili perchè territorio dei narcotrafficanti, in questa città, parlare del cammino come prima pratica di costruzione dello spazio ha un valore speciale...'. 'In un silenzio rotto soltanto dal latrare sempre più forte dei cani -scrive Marialuisa Palumbo in ARCH'IT sopralluoghi-, ci muoviamo quasi in punta di piedi in quella che sembra una città fantasma, deserta, addormentata, apparentemente indifferente al nostro passaggio...'.
Dall'indagine sulle interazioni uomo-macchina all'analisi delle forme dinamiche. Pasquale Argenziano presenta Con-figurAzioni, il volume di Pasquale Tunzi dedicato a temi di comunicazione visiva. 'Pasquale Tunzi delinea i processi psichici e fisiologici alla base della percezione visiva e le teorie ad essa correlate, studia i linguaggi, i segni, le manifestazioni tangibili della comunicazione visiva, le sue applicazioni pratiche svelandone i procedimenti ideativi ed i riferimenti cognitivi. La declinazione degli assunti teorici -scrive Pasquale Argenziano in ARCH'IT books review- è accompagnata da rapsodici rimandi a disegni di architetture, a tecniche di rappresentazione, a medium informatici e televisivi...'.
13 giugno 2005 Lungo le rampe e i pianerottoli di un palazzo ottocentesco aleggia uno spirito di creatività. Qui l'architettura è stata sfrattata. E la reazione degli inquilini si è orientata verso la condivisione di idee e sentimenti con altri giovani architetti. Francesca Oddo ha visitato 8x8. La scala dell'abitare. 'Una casa particolare, originale, inedita, allestita per tre giorni consecutivi, dal 27 al 29 maggio, a Firenze. [...] Proprio in questo luogo -scrive Francesca Oddo in ARCH'IT sopralluoghi-, durante gli anni '70, prendevano forma i fermenti e l'estro progettuale del gruppo radicale fiorentino Zziqqurat, di cui esiste ancora l'archivio che ne racconta l'attività. Sede da alcuni anni di due giovani studi di architettura, conosciuti come ACME e nuvolaB, l'edificio, di proprietà del Comune di Firenze, verrà presto destinato ad altri usi, probabilmente ad uffici...'. Ecco perché la scelta, insieme 'ad altri sei gruppi di architetti emergenti -nEmoGruppo, neo.lab, Pluriball, I0I0 - UnoZeroUnoZero, usolab design, zpstudio- di condividere l'esperienza di un progetto di allestimento che esplorasse il tema dell'abitare. Otto gruppi di giovani architetti hanno quindi sorteggiato fra loro otto diversi ambienti della casa contemporanea e si sono cimentati nel raccontare al pubblico le loro suggestioni. L'obiettivo non è stato quello di veicolare una proposta, ma piuttosto, cosa più complessa e stimolante, oltre che più intelligente, di sollecitare interferenze, riflessioni, sensazioni...'.
10 giugno 2005 Entrez Lentement, scrive Pietro Valle in ARCH'IT esposizioni nel commentare l'evento svoltosi durante lo scorso Salone del Mobile, fa esplodere le case del moderno in mille episodi di vita vissuta, in concetti parziali, in interpretazioni distanti tra loro. Eppure le installazioni, animali esotici ingabbiati, assumono il significato di trasposizioni simboliche, di sculture-oggetto, di scenografie. 'Se la casa (anche la più normativa) può essere abitata dall'immaginazione, perché non si può fare altrettanto con una mostra? Perché il territorio dell'installazione può avere luogo solo se circondato dalla documentazione storica? [...] Più che al museo, le narrazioni di 'Entrez Lentement' potrebbero essere paragonate a scoop giornalistici, a quelle continue storie ad effetto che formano il 'rumore di fondo mediatico' della nostra quotidianità. La comunicazione ufficiale del Moderno nascondeva la ricchezza domestica dietro all'astrazione e alla riduzione funzionalista. Ora esplodono le microstorie ma dov'è la loro confrontabilità? Dov'è la tensione dialettica tra forma assoluta e vissuto? Sembra che oggi possiamo accedere a un moderno il quale è ricco di appunti ma non ha riferimenti generali. È questo il risultato dell'adozione del pensiero debole alla critica architettonica? Queste e altre domande irrisolte ci accompagnano all'uscita di 'Entrez Lentement'...'.
8 giugno 2005 Da Wat Si Saket agli Utility Pets di Elio Caccavale, ai lavori di Annette Meyer, a Adriano Celentano e Tom Jones. Continua il diario (viaggi, progetti...) a ritroso tra Vientiane e Ivrea di Stefano Mirti e Simone Muscolino. Novembre & ottobre (umore ottimo). 'insomma -scrivono Stefano Mirti e Simone Muscolino in ARCH'IT files-, quello che dal nostro punto di vista e' estremamente interessante (per i designer) e' questa traslazione, slittamento. il passare dalle noisoissime poltrone di mies ai romanzi di kafka. mettere la bauhaus in una cassa (per non aprirla mai piu') e tuffarsi nel mondo del surrealismo. e dada. mescolando il tutto con un po' di life gem (diamanti artificiali fatti con le ceneri del corpo umano), film come battle royal, le bambole real dolls, i pesciolini illuminanti della coreana taikong corp. e' un universo che sembra fantascientifico ma non lo e' per nulla. e' il mondo in cui viviamo adesso. disneyland che diventa las vegas, che diventa freedom ship...'.
L'ultimo saluto a Giancarlo De Carlo, scomparso nella sua casa milanese sabato 4 giugno, è stato dato da familiari, amici, collaboratori, in forma privata stamattina a Milano. Maestro e punto di riferimento per generazioni di architetti per oltre mezzo secolo, lascia un patrimonio immenso di idee, scritti, progetti, realizzazioni, stimoli e provocazioni, sempre orientati verso un dialogo a favore della costruzione di un'idea di architettura fatta dall'uomo per l'uomo, lontana dai formalismi e dalle mode del momento, ma pensata per quel luogo e per quel determinato contesto, coinvolgendo, ad esempio, direttamente gli abitanti attraverso la progettazione partecipata, come nel celebre Villaggio Matteotti a Terni o al più recente progetto guida per l'area de Le Piagge a Firenze. 'Credo nell'eteronomia dell'architettura –sono parole di Giancarlo De Carlo-, nella sua necessaria dipendenza dalle circostanze che la producono, nel suo intrinseco bisogno di essere in sintonia con la storia, con le vicende e le aspettative degli individui e dei gruppi sociali, coi ritmi arcani della natura. Nego che lo scopo dell'architettura sia di produrre oggetti e sostengo che il suo compito fondamentale sia di accendere processi di trasformazione dell'ambiente fisico, capaci di contribuire al miglioramento della condizione umana'. (Laura Masiero)
5 giugno 2005 My Architect. A son's Journey. Dopo aver raccolto numerosi riconoscimenti e aver generato incontri e riflessioni, esce in Italia il DVD del film di Nathaniel Kahn. Una nota di Vittoria Capresi e alcuni appunti di Carl Pruscha tratteggiano l'opera e la figura di Louis Kahn. 'My Architect -scrive in ARCH'IT movies Vittoria Capresi- che ha assistito alla presentazione austriaca del lungometraggio- è un viaggio, una ricerca interiore attraverso l'architettura. Rimangono chiaramente distinti i due piani, il personale, dell'uomo marito amante Kahn, e quello delle sue architetture. Così separati che dalla metà del film circa ci si domanda se sia possibile una congiunzione isterica di due attitudini e modi di vista così diametralmente opposti...'.
1 giugno 2005 Una grande macchia rossa incide le superfici in cemento. Le lisce pareti grigie si contorcono, si piegano, come quando con un dito si tocca la superficie dell'acqua ed una serie di onde inizia ad animarsi. Matteo Costanzo presenta Touch of Evil, il tunnel realizzato da Nio architecten a Pijnacker. 'Touch of Evil -scrive Matteo Costanzo nel presentare il progetto in ARCH'IT architetture- è "un tunnel che non si capirà mai, anche se lo si percorre ogni giorno della propria vita" è un segno nel territorio, una presenza invisibile pronta a manifestarsi per pochi istanti nell'attraversamento di un anonimo cavalcavia. Questo lavoro rappresenta una costante interrogazione, una domanda per chi abita i flussi di mobilità di questo territorio. "Cosa è accaduto qui?" Le parole di apertura del testo di presentazione del progetto sono proprio il primo interrogativo possibile. Anche in questo caso, come in molti altri lavori di Nio, il nome del progetto racchiude una traccia nascosta da dover svelare...'.
1 giugno 2005 'Saranno ancora vivi i blob fra qualche anno? L'architettura del futuro potrà continuare a dilettarsi con serie infinite di funny shapes? Che cosa è stato di quelli che potrebbero essere definiti i 'fondamentali' della professione, cioè le sue antiche e ricorrenti ambizioni sociali, ambientali, politiche, eccetera?' Se ne discute stasera negli ambienti della Triennale di Milano insieme a Carlo Ratti e Walter Nicolino del MIT di Boston, in questi giorni in Italia per raccontare -attraverso la lezione dal titolo 'Augmented architecture: how to be digital without making blobs'- come l'architettura possa interagire con lo strumento digitale senza produrre 'forme gratuite e stravaganti'. Si parlerà dell'ultima Biennale di Architettura di Kurt Forster –definita come 'Sfilata di narcisismo formalista' dal Giornale dell'Architettura- e degli autori delle opere ospitate all'Arsenale, apostrofate come 'architetture fermacarte', fino ad arrivare ad esplorare le acute e lucide osservazioni di Peter Davey pubblicate sul numero di marzo di The Architectural Review. L'incontro è organizzato nell'ambito della Festa per l'Architettura e delle Open Lectures del Politecnico di Milano curate da Giampiero Bosoni. L'appuntamento è alle 18.30, come sempre in viale Alemagna 6. (Francesca Oddo) |
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