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ARCHIVIO LUGLIO 2005

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29 luglio 2005

Il secondo volume di una singolare inchiesta sul come gli architetti si orientano verso la professione, in Italia. Il gruppo format-c, scrive Davide Fornari nel presentare faq 02 in ARCH'IT books review, è andato a vedere il loro gioco, a scoprire le loro carte. Il libro esprime 'una dichiarazione di intenti: sviscerare il mondo dell'architettura, individuarne le strutture, per trarne insegnamento: "Il progetto di format-c non è parlare di cose che altri hanno fatto, ma indagare e capire come si possano fare". In questo senso l'operazione compiuta dal gruppo è coerente. faq 02 è il racconto –visivamente piacevole anche grazie alla cura grafica e fotografica– del loro viaggio in avanscoperta nel mondo dell'architettura. A differenza del primo volume, questo secondo ha un'impronta più strettamente legata ai suoi autori: a volte si fatica a distinguere tra domanda e opinione degli intervistatori, proprio perché loro in prima persona si sono messi in gioco...'.

 

28 luglio 2005

Wonderland approda a Venezia e la raggiunge con una chiatta. È la storia della mostra -divenuta itinerante in seguito al successo riscosso- organizzata da undici studi di architettura che nel 2002 decisero di portare in viaggio i propri lavori e di esporli all'interno di un ambiente flessibile e modulare. Era l'inizio di un'avventura ben più lunga. Partita da Veit an der Glan, in Austria, Wonderland raggiunse presto Vienna e Graz, e ancora Bratislava, Praga, Berlino, Amsterdam, Parigi. Dal prossimo 16 settembre fino al 2 ottobre il 'collettivo in tour' sarà finalmente ospite dei Magazzini del Sale, Dorsoduro 263 a Venezia, e racconterà al pubblico italiano l'obiettivo di questo pellegrinaggio, mirato a costituire un network attraverso un processo dinamico di informazione e di promozione. 'The exhibition landscape reflects a virtual territory -spiegano gli organizzatori-, a Wonderland which is characterized by different, individual paths showing the spectrum of contemporary architectural practices'. Wonderland, lasciata Venezia, raggiungerà Zagabria e Lubiana, per poi tornare a Veit an der Glan, la città che ha visto l'iniziativa diventare realtà. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Francesca Oddo)

 

25 luglio 2005

L'arte occupa la prigione abbandonata perché l'evasione è già avvenuta. Pietro Valle visita la Chinati Foundation a Marfa, Texas, dove per vent'anni Donald Judd, sospeso tra alfabeto geometrico e spazialità materiale, ha trasformato un forte militare abbandonato operando sugli edifici e ponendo le sue sculture negli spazi aperti. 'Si esplorano le baracche dove abitavano i prigionieri, lunghe strutture in legno con un portico frontale. Stretti cunicoli tra letti a castello e la porta è il fondo del tunnel che apre sull'incommensurabile esterno. Ma qui -scrive Pietro Valle in ARCH'IT artland- non c'è nulla e si passa alle strutture funzionali, i templi del lavoro forzato. Il fabbricato del maneggio, l'Arena, è coperto da una struttura reticolare che si estende su un grande vuoto interno. L'intervento non aggiunge niente, il pavimento è scavato fino a fare apparire i cordoli paralleli delle fondazioni. Gli interspazi sono riempiti di ghiaia e formano un giardino zen di bande equivalenti. Le pareti sono forate da finestre quadrate a filo terra e da un nastro perimetrale in alto. La luce del pomeriggio entra in due modi, la figura isolata e la striscia obliqua che si piega tra parete e pavimento. Su uno dei terminali dei lati corti, arredi in compensato e bandiere appese, il posto a sedere di chi guarda o lo spettacolo sul palcoscenico? Il vuoto è reso visibile dalla proiezione della luce che lo occupa, il suo corso diurno è prigioniero del contenitore, non può estendersi. Compie un girotondo ripetuto come i cavalli nell'arena e i reclusi nel campo. L'abbandono è occupato da se stesso in cattività, la luce non può portare la visione ovunque...'.

 

24 luglio 2005

Carlo Ratti, con Walter Nicolino, Rick Lam, Eric Ho e Ying Zhou, è l'autore dello Tsunami Safe(r) House Project, il prototipo di abitazione pensata per le popolazioni colpite dalla devastante onda anomala del 26 dicembre scorso. Nell'ambito del SENSEable City Laboratory del MIT, il gruppo di lavoro ha messo a punto un modello che, realizzato con la stessa quantità di cemento delle case pre-tsunami, sarà in grado di resistere ad un urto cinque volte più forte. "After observing what kinds of structures made it through the tsunami -si legge sul Boston Globe di oggi-, Ratti and the MIT-Harvard team came up with a plan. It uses the same number of concrete blocks that it takes to form four walls but instead of placing them in conventional straight lines, they are used to form four boxy columns. The house is then sited so that the columns' narrower edge faces the sea. Walls made of woven bamboo, wood, coconut fiber, or other flexible materials attached to the columns in various configurations serve to divide the space into rooms. The design also calls for the house to be set on a platform, so that the floor is 2 feet above the ground". Lo spirito umanitario e solidale del progetto non si esaurisce nel disegno di una casa resistente e sensibile alle tradizioni locali. C'è di più, molto di più: le popolazioni del posto non solo verranno coinvolte nel perfezionamento del prototipo, ma anche nella sua produzione in loco. (Francesca Oddo)

 

24 luglio 2005

'Tra le steli si affonda; lentamente, mentre il cammino prosegue lungo i cunicoli, le chiome degli alberi e le cuspidi della città scompaiono alla vista. La terra e non l'etere è l'elemento che le accoglie.' Un saggio di Francesco Dal Co, questo mese su Casabella, dedicato al Memoriale di Peter Eisenman a Berlino. 'Queste steli -scrive Francesco Dal Co in Esistere nell'assenza di nomi, ripubblicato in ARCH'IT files- alludono a qualcosa che viene prima di tutto questo, omogeneamente grigio e compatto, e riguarda l'uomo in quanto tale - l'uomo capace di ammirare sino a chiamare corallo le curiose forme che osserva nel mare, ma al contempo di riservare a sé ciò che non sarà poi neppure in grado di ricordare e di nominare, liberando l'energia terribile che il suolo delle città da lui costruite comprime, nasconde e conserva...'.

 

23 luglio 2005

A Tricase, provincia di Lecce, è stato comprato e demolito il rustico di una villetta semiabusiva che comprometteva, a due passi dall'antica Torre del Sasso, lo splendido paesaggio sulla serra costiera. È la prima azione di una inedita forma di condono morale, scrive Domenico Cannistraci in ARCH'IT files nel presentare l'intervento di Coppula Tisa. 'È questo il momento centrale della campagna promossa da Coppula Tisa (personaggio del fumetto satirico ideato da Norman Mommens, una lucertola con la coppola all'insù, come usavano i contadini fieri di una volta, che mise alla berlina vizi politici e affaristici), poiché l'obiettivo del progetto non è rappresentato tanto dalla "demolizione", che pure ha un valore simbolico, quanto piuttosto dalla "costruzione" di una nuova cultura dell'armonia, del recupero del buonsenso, che pone in primo piano il bene comune rispetto alle esigenze egoistiche del singolo. L'associazione si propone di acquistare pezzi di territorio ritenuti interessanti allo scopo di preservarli da edificazioni e discariche selvagge, interrare i pali di cemento, bonificare le aree ritenute importanti dal punto di vista ambientale ed estetico, coinvolgere i ragazzi delle scuole a scopo didattico, organizzare campagne di sensibilizzazione ambientale, piantumare essenze botanicamente (e culturalmente) compatibili con il territorio, riorganizzare i cartelloni pubblicitari e i neon nei paesi, abbattere i "mostri" e creare un "pensatoio" economico e legislativo, per incentivare chi costruisce dopo aver abbattuto, o dare più valore a terreni sgombri da edifici...'.

 

17 luglio 2005

'Il sistema per aumentare la flessibilità e plasticità dello spazio privato è molto semplice, trattandosi di una estensione della superficie dell'alloggio di due metri ottenuta raddoppiando entrambe le facciate delle barre e della torre del quartiere. Un po' come avviene nelle casette del tessuto 'pavillonaire' circostante, ogni abitante può in questo modo disporre di uno spazio aperto, di un terreno dove decidere se allestire un piccolo giardino pensile, o espandere l'alloggio, in modo da permettere una riconfigurazione degli spazi interni. Le regole del gioco, ché alla fine all'architetto si chiede sempre di stabilirne qualcuna, e non esiste gioco in cui si può dire "fate come vi pare", consistono in un abaco degli infissi -tutti quelli possibili per tipologia di apertura- dove scegliere quello più adatto allo spazio interno corrispondente...'. PLAYGROUND 04 : PLAYSCAPE. Lo spazio come res publica. Il progetto sviluppato da ma0 con Francesco Careri e Alexander Valentino nel 2003 e vincitore del primo premio Europan VII per la Cité Salengro a Drancy, Francia. Dove qualcosa non è andato per il verso giusto. 'Le vicende del nostro playscape -scrive Alberto Iacovoni in ARCH'IT playgrounds- credo che siano illuminanti riguardo non solo a questa strana forma di concorso che è Europan -e al rapporto tra progetto e ricerca-, ma soprattutto riguardo alla dimensione politica dell'architettura, oggi spesso dimenticata, che sembra invece riemergere prepotentemente quando, come in questa architettura ludica, si inizia a rimettere in discussione processi di scelta e forme di controllo, fuori dall'ambito inoffensivo dell'installazione o della pratica artistica, nello spazio pubblico, nel corpo stesso dell'architettura...'.

 

17 luglio 2005

L'interattività al centro della ricerca architettonica d'avanguardia. Antonino Saggio: l'architettura di oggi lotta per essere informatizzabile, per incorporare dentro di sé l'essenza dinamica, interconnessa e interattiva del paradigma informatico. 'L'interattività -scrive Antonino Saggio nell'articolo pubblicato nel numero speciale di Architectural Design a cura di Lucy Bullivant dedicato al tema 'Interactive Architecture' e riproposto in ARCH'IT coffee break- spinge la sfera della comunicazione contemporanea verso un livello più complesso: a metafore e immagini già definite si comincia a sostituire l'idea che possiamo essere noi stessi a creare le nostre metafore. Questa è la grande scommessa del mondo della comunicazione ipertestuale. È una battaglia aperta, una battaglia anche politica, anche sociale che implica lo sviluppo di un senso critico sempre più maturo...'. Intorno agli stessi temi, il prossimo 22 luglio si svolgerà, presso la Facoltà di Architettura di via Flaminia a Roma, la presentazione finale del corso di Progettazione Architettonica Assistita tenuto da Antonino Saggio sul tema The Tool. Rapporti di non neutralità tra conoscenza, creazione artistica e strumento.

 

15 luglio 2005

Mai all'angolo. Il progetto di aQ architettura quotidiana e di Federica Caccavale organizza lo spazio in anelli, ponendo al centro della nuova scuola le aule mobili. Terzo premio al concorso per la Nuova sede del Polo scolastico comunale di Felino, in provincia di Parma. 'L'aula di disegno o la biblioteca -scrive aQ in ARCH'IT architetture- sono aule mobili poiché possono essere usate da classi diverse e a diverse ore del giorno, per attività pomeridiane, corsi extrascolastici o corsi di specializzazione aperti al pubblico. A differenza dell'aula fissa, l'aula mobile acquista qualità dal suo essere in relazione diretta con l'esterno, con le altre aule. Ospita attività basate sullo scambio e la relazione tra i soggetti, attività collettive che, proprio dall'essere visivamente in connessione tra loro traggono forza e vitalità...'.

 

10 luglio 2005

'La convinzione generalizzata che l'architettura turistica, dopo gli anni '70, sia un'architettura sostanzialmente dipendente da una logica commerciale, obbediente a pure logiche di mercato, ha fatto sì che questa rimanesse sempre al margine di una speculazione retorica minimamente interessante e di una ricerca di possibili alternative di sviluppo...'. Intelligenza di costa. Una proposta di riorganizzazione della fascia costiera, in relazione agli effetti del fenomeno del turismo di massa. In ARCH'IT files Silvia Banchini e Luis Falcón presentano il tema offerto alla seconda Biennale di Rotterdam da LOAD, Manuel Gausa, Josè Miguel Iribas.

 

9 luglio 2005

Questione di forma. L'architettura è il mondo: ma che cos'è oggi il mondo? Cosa opponiamo al pensiero unico del sistema di mercato che tutto rende uguale e omogeneo? Una forma assoluta che pretende di rappresentare il corpo mistico di un'idea che non si vuole incarnare nel mondo? Massimo Ilardi interviene sulla riflessione aperta dagli articoli di Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli Teoria e Critica. Punto e a capo e Oltre il Diagramma. Iconografia, Disciplina, Architettura, pubblicati nelle scorse settimane sulle pagine di ARCH'IT. 'La fenomenologia della forma -scrive Massimo Ilardi in ARCH'IT files-, il modo come essa è materialmente costruita, è il risultato di questa azione che sta tra l'idea di progetto e la realtà concreta. L'architettura deve saper incarnare le contraddizioni in cui è intessuto il reale, agire gli squilibri, corrispondervi quanto più è possibile. Ma questo agire non si pone rispetto all'idea in un rassicurante rapporto di deduzione o di mediazione: la sua origine non è fondamento ma abisso, è crisi, è disordine radicale, è discontinuità. Tra ordine e disordine non c'è mediazione: l'ordine è impossibile perché il conflitto sul consumo e la domanda di libertà, che non richiede partecipazione ma assenza di impedimenti, sono costitutivi dell'esperienza metropolitana e sembrano essere irrisolvibili...'.

 

5 luglio 2005

Il sistema di spazi si trasforma in una superficie continua, un territorio urbano, in cui non esiste più distinzione formale tra strada, percorso e piazza. Luca Galofaro presenta, in ARCH'IT architetture, il progetto Landsquare di 2A+P, elaborato in occasione del concorso d'idee Nuova piazza a Caldogno indetto dal Comune di Caldogno e svoltosi nel corso del 2004. 'Il vuoto -scrive Luca Galofaro-, ripensato come uno spazio pubblico multifunzionale, assume corpo estendendosi oltre i limiti previsti dal piano; una superficie pavimentata a maglia regolare, ottenuta attraverso uno sfocamento tra artificiale e naturale; qui l'idea di geografia si sovrappone a quella di pianificazione e il territorio si rigenera intorno alla direttrice dei percorsi del parco di villa Caldogno, creando una continuità tra la piazza, la corte interna del nuovo edificio ed il porticato, via Pagello, il campanile e le zone attorno e di fronte alla chiesa di S. Giovanni Battista...'. Il gruppo nicole_fvr/2A+P è oggi protagonista, a Torino, dell'inaugurazione del progetto Round-Blur, la rotonda di distribuzione stradale e tranviaria vincitrice della sesta edizione del 'Premio Torino Incontra... l'Arte: Una porta per Torino'.

 

4 luglio 2005

La Congiunta è un piccolo museo dedicato all'opera dello scultore Hans Josephsohn. L'edificio, realizzato a Giornico da Peter Märkli nel 1992, è pubblico ma apre esclusivamente su richiesta. Lo presenta Carlo Prati in ARCH'IT architetture. 'Nessuno spazio espositivo contemporaneo presenta un analogo sistema di fruizione ed organizzazione. Il rapporto con l'opera -scrive Carlo Prati- è, fin dall'inizio, esclusivo personale, intimo. La vicinanza con la ferrovia introduce un nuovo e diverso punto di osservazione, in grado di influenzare il progetto nel suo definirsi progressivo...'.

 

2 luglio 2005

A due anni dalla scomparsa di Gino Valle il comune di Treppo Carnico rende omaggio, con una mostra e un convegno, all'architetto, pittore e designer nato a Udine nel 1923 e autore di alcune tra le più significative architetture italiane del secondo dopoguerra. 'Architettura in Montagna - Gino Valle in Carnia', a cura di Giovanni Corbellini, presenta i disegni originali dei progetti per la Carnia e le fotografie degli edifici realizzate all'epoca da importanti autori tra cui Italo Zannier, Fulvio Roiter e Carla De Benedetti. L'inaugurazione è prevista per oggi alle ore 19.00 presso la Galleria D'Arte Moderna Enrico De Cillia di Treppo Carnico, Udine. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)

 

2 luglio 2005

Keitai City. La città dei telefoni cellulari è il tema di un concorso promosso da DoCoMo e orientato all'esplorazione delle modificazioni dello spazio urbano legate alla presenza di uno degli oggetti più ampiamente utilizzati nella quotidianità. 'How is the city, our immediate environment, developing under these circumstances? In times of great change, the city, in keeping with, or in critical reaction to, that change, has also undergone changes of guise or structure. What sorts of conditions will the city generate in the future, as the keitai becomes an integral part of our lifestyle?...'. In ARCH'IT concorsi.

 
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