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ARCHIVIO GIUGNO 2004

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30 giugno 2004

La fama trasporta i professionisti più giovani o meno conosciuti negli spazi alti della comunità architettonica, dalle riviste alle mostre, sino all'interno delle shortlist e delle preselezioni dei concorsi. Gabriele Mastrigli pone quattro domande a Andrea Branzi sul tema esplorato dal volume Lo spettacolo dell'architettura. Profilo dell'archistar© di Gabriella lo Ricco e Silvia Micheli, presentato oggi a Ascoli Piceno. 'La logica dell'architettura "spettacolare" -annota Mastrigli in ARCH'IT books review- impone un continuo, veloce, energico e competitivo superamento delle mode, degli stili, delle convenzioni. A fronte di esso la metropoli contemporanea -lo spazio in cui questo spettacolo ambisce a rivelarsi- appare sempre più "generica" e "inespressiva", indifferente ai linguaggi dell'architettura e secolarizzata nelle sue trasformazioni...'.

 

29 giugno 2004

Per *underlabo -226, oltre che il nome di un'isola dell'Oceano Indiano, Réunion è cifra progettuale, reintegrazione e accostamento delle differenze. Un progetto per St. Pierre in ARCH'IT architetture. 'Alla base di tutto -annotano i giovani autori del progetto Métropole Créole, sviluppato per un passato concorso Europandom- c'è l'idea di contrastare le politiche abitative welfaristiche, in cui il problema principale è ridotto a una questione quantitativa di produzione di alloggi. Il coinvolgimento degli abitanti è una questione di appropriatezza e appropriazione...'.

 

26 giugno 2004

Dal nove all'undici luglio si terrà al National Museum for Photography, Film and Television di Bradford un incontro che mira a riflettere sulle intersezioni/interazioni fra architettura e filosofia. The Architecture of Philosophy/The Philosophy of Architecture, organizzato dal CentreCATH -Centre for Cultural Analysis, Theory and History-, affronta il ruolo della metafora architettonica nel pensiero filosofico da Platone a Marx e Heidegger e riflette sulla filosofia come fucina di sistemi di pensiero legati ad altrettanti immaginari architettonici, oltre che sul percorso inverso, e cioè quello che affida a certa architettura reale, da Vitruvio a Le Corbusier, la suggestione filosofica. Ancora, verranno indagati l'architettura come branca dell'estetica da Kant a Hegel e il percorso che ha condotto alcuni filosofi a diventare architetti (Wittgenstein, Derrida) e viceversa (Thomas Jefferson, Bernard Tschumi). Un percorso incrociato attraverso il potere dell'immaginario e la fisicità del linguaggio architettonico che intende approdare ad una riflessione sull'evoluzione fisica, politica e sociale della città contemporanea. Partecipano Dana Arnold, Irena Bauman, Leeds Andrew Benjamin, Beatriz Colomina, Mark Wigley. In ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)

 

25 giugno 2004

Il gruppo MVRDV, composto da Winy Maas, Jacob van Rijs e Nathalie de Vries, realizzerà per il 2005 il padiglione temporaneo della Serpentine Gallery. La notizia conferma il proseguimento dell'attività e dei risultati fino ad oggi raggiunti dalla società che, dal 2000, si è sempre avvalsa di nomi noti dell'architettura; le precedenti realizzazioni furono, infatti, affidate a Zaha Hadid nel 2000, Daniel Libeskind nel 2001, Toyo Ito nel 2002 e Oscar Niemeyer nel 2003, tutte distinte tra loro come idee progettuali ma allo stesso tempo anche molto riconoscibili nella loro cifra stilistica. La presentazione del padiglione si terrà alla fine del 2004, mentre la sua apertura avverrà nella primavera dell'anno successivo, con l'obiettivo di ridefinire il concetto di padiglione espositivo. (Cristian Gentile)

 

25 giugno 2004

Un percorso ciclabile che si inserisce in un contesto complesso. Con aree densamente urbanizzate, infrastrutture viarie di importanza provinciale e regionale e un paesaggio naturale ricco e variato. Il progetto di Paolo Danelli, Paola Giaconia, Elena Sacco e Alessandro Rocca, vincitore del concorso per una pista ciclopedonale tra Gavarno e Nembro. 'Il progetto della nuova pista ciclabile -si legge in ARCH'IT architetture, nell'estratto della relazione firmata da Alessandro Rocca- intende proporsi come momento iniziale di un processo di riqualificazione paesaggistica, funzionale e ambientale del sistema delle acque torrentizie e fluviali. Il tracciato della pista ricalca il sistema di valli confluenti già ribadito dalla viabilità ordinaria, ma con l'intenzione di ribaltare gli abituali rapporti di forza. Negli ultimi decenni il sistema infrastrutturale, in Val Seriana come in quasi tutta l'Italia settentrionale, si è appropriato della geografia e del paesaggio naturale in funzione dello sviluppo industriale e commerciale, con un'attenzione insufficiente verso le caratteristiche e i valori specifici dei luoghi attraversati. Il concorso per la pista ciclabile viene interpretato come l'occasione per riscoprire una modalità diversa nel rapporto con il territorio...'.

 

23 giugno 2004

Inaugura il 24 giugno alle ore 18 presso Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo la mostra 'RADICAL DESIGN. Ricerca e progetto dagli anni '60 a oggi', a cura di Gianni Pettena. La mostra testimonia l'evoluzione del processo reciproco di influenza tra il mondo dell'architettura e il mondo dell'arte, a partire dal lavoro teorico e sperimentale degli anni Sessanta e Settanta, documentando i momenti di sintesi e di innovazione e indagando le conseguenze operative e sperimentali fino ai giorni nostri, in quell'unico filone che registra continuità di ricerca e che puo' essere definito design 'RADICALE'. In mostra: Ettore Sottsass, Archizoom, Gaetano Pesce, Superstudio, Ufo, Mendini, Alchimia e Memphis, Branzi, Hollein, Graves, Thun, Zanini, De Lucchi, Ron Arad, Philippe Starck, Nigel Coates... fino a recentissime proposte come Droog Design e F.lli Campana. Fino al 26 settembre 2004. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)

 

20 giugno 2004

L'Arte va in città. La percorre, dialoga con essa instaurando un rapporto di reciproco scambio. L'una suggerisce tracce per una possibile trasformazione all'altra, che le regala inedite quinte. Il progetto urbano interseca la scala dell'opera d'arte. Il carattere permanente e sedimentario della città incrocia l'evento temporaneo dell'installazione. E dal confronto prende le mosse l'anelito alla trasformazione della città, alla volta di un modello urbano dinamico e in evoluzione. Mercoledì 23 giugno alle ore 16.30 il SESV, galleria dell'Università di Firenze, in occasione della installazione 'Mobile Biennal Building 3000TM', organizza l'incontro 'Accensioni temporanee/tracce permanenti: esporre l'arte per trasformare la città?': il gruppo A12, autore del progetto, racconterà attraverso la propria esperienza in che modo è possibile intervenire sull'immagine della città contemporanea attraverso il linguaggio dell'arte. 'Concepito in occasione della partecipazione di gruppo A12 alla Biennale di Shanghai del 2002, il MOBILE BIENNALE BUILDING 3000TM è un progetto di un edificio mobile, superaccessoriato, dotato di quanto necessario a realizzare una mostra internazionale –artisti, curatori e critici compresi– trasportabile da un dirigibile che gli permette di raggiungere qualunque città desideri promuoversi sulla scena internazionale attraverso un'esposizione d'arte contemporanea.' Parteciperanno al dibattito avatar, Marco Brizzi, Maria Luisa Frisa, Mario Lupano, Gianni Pettena, Pier Luigi Tazzi. (Francesca Oddo)

 

20 giugno 2004

Incaricato dal governo svizzero di risolvere il problema del traffico attraverso le Alpi, l'ingegner Otto Pragma propone una soluzione audace: rimuovere il massiccio del San Gottardo. L'evento, di portata del tutto eccezionale, ha dato vita a un concorso internazionale, riportato da oggi in ARCH'IT concorsi insieme a una selezione delle gare di maggiore rilevanza. Come sfruttare al meglio l'altopiano creato al posto del San Gottardo? Come utilizzare il materiale asportato? Un caso che sembra aver già raccolto l'interesse dell'onorevole Silvio Berlusconi. È possibile partecipare con elaborati di qualunque tipo, l'essenziale sarà tener conto della portata climatica, morfologica, socio-economica e culturale di un tale evento, i cui effetti collaterali vanno dall'innalzamento della città di Zurigo di 200 metri, al prosciugamento dei due più grandi fiumi europei, il Reno e il Rodano.

 

19 giugno 2004

Palma de Mallorca ospita dal 19 al 30 luglio MRM: Mallorca Recycling Models, il workshop estivo organizzato dalla Association of Architects of Balearic Islands in collaborazione con IaaC -Institute of Advanced Architecture of Catalonia e dedicato al concetto di 'multi-scales strategies for the territory'. 'The workshop proposes to view the island of Mallorca as a single city in which the development process follows logics rather than recession or growth towards inside. The municipalities are part of a system that needs a general redistribution planning for the supply of qualitative argument for tourists as much as for the local residences. The different scales through which the existing projects were developed considering the tourist patrimony of Mallorca Island as an urban system, and with Mallorca in relation to the Balearic Islands, and its districts, English, German, French...'. L'iniziativa è curata da Manuel Gausa, Federico Climent, José Miguel Iribas, Luis Falcón, Silvia Banchini, Willy Müller, Alberto Sánchez, Aina Salva. Lectures di Vincente Guallart, Juan Herreros, José Luis Mateo, Winy Maas, Farshid Moussavi, Hrvoje Njiric, Juan Palop, Federico Soriano, Alejandro Zaera Polo. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)

 

17 giugno 2004

La dichiarazione di una poetica dello spegnimento. Ugo Rosa sulla luce, il suo gioco sottile, la sua indomabile potenza creativa, la capacità di introdurre a misteriosa intimità con le cose. 'Normalmente -scrive Rosa in ARCH'IT lanterna magica, tornando a commentare il Trattato inedito d'autore ignoto- non vediamo la luce, ne beneficiamo ottusamente. Talvolta tuttavia (una certa mattina d'autunno calibrata dal grigio sul passo delle nuvole o un imbrunire che, più lento del solito, indugia tra l'oro e l'azzurro in una sera d'estate) ci sorprende un riflesso. L'asfalto bagnato o una vetrina ne sono il pretesto, oppure l'antenna sul tetto, magari una ringhiera. Non importa. È l'eco della luce che ci chiama per nome e per cognome: vedi? Ci sei perché ci sono, ci sono perché ci sei...'.

 

16 giugno 2004

È in libreria Parametro 251. Prendendo spunto dalla nuova Normativa Sismica Italiana (Ordinanza del 20 marzo 2003), il numero della rivista di Glauco Gresleri riflette sulle pratiche relative alle metodologie operative e alla formazione progettuale degli architetti nei confronti di un tema atavico, ma sempre urgente: il sisma. Curato da Michele Bonino e Chiara Calderini, 'Movimenti moderni: terremoti e architettura 1883-2004', è strutturato in due sezioni tematiche. La prima ripercorre i tragici episodi di Ischia, Messina, Reggio Calabria, Sora e Avezzano e l'opera di ricostruzione attraverso l'attività di architetti come Gustavo Giovannoni, Mario De Renzi, Giuseppe Torres. La seconda è un aggiornamento sui risultati della ricostruzione in seguito ai sismi più tragici accaduti nella metà del secolo trascorso: da Gibellina, al Friuli fino all'Umbria. Abusivismo e ricostruzioni anonime sono i temi affrontati in chiusura, pratiche frequenti quando l'emergenza regola i tempi e le logiche del processo progettuale.

 

14 giugno 2004

Nel passaggio dall'analisi al progetto sembra che il termine 'collisione' tenda in qualche misura a perdersi. Il suo potere descrittivo difficilmente oltrepassa il livello dell'evocazione metaforica per farsi strumento operativo di trasformazione. La proposta di una nuova parola chiave da Giovanni Corbellini. 'Se non mancano le collisioni tra forme, ideologie, tempi, velocità... -scrive Corbellini-, è poco plausibile che la sostanziale staticità degli edifici e la lentezza dei processi di realizzazione possa risolversi in confronti effettivi con le violente interazioni dinamiche associate all'incidentalità di uno scontro e ai suoi effetti spesso catastrofici. Ciò non di meno, vi è chi affronta le minacciose e destabilizzanti conseguenze della contemporaneità ricorrendo spesso, similmente ad altri campi artistici, all'allegoria o all'analogia morfologica...'.

 

13 giugno 2004

Media, montagne e architettura considerate rispettivamente interfaccia del mondo digitale, di quello naturale, dell'ambiente costruito: è stata inaugurata il 9 giugno alla galleria RAS di Barcellona la mostra di Vicente Guallart "Media, mountains & architecture". 'I miei progetti esplorano la capacità di costruire un ambiente abitato assumendo una nuova interazione tra questi tre elementi -dice Guallart- [...] lavoro attraverso l'azione tanto quanto attraverso l'omissione: con la pietra, ma anche con il vetro e con i bits'. Città concepite come montagne di energia naturale o artificiale, risultato di un processo di accumulazione di materia organica, economica, intellettuale. In mostra fino al 1 agosto 2004. (Elisabetta Mori)

 

12 giugno 2004

Architettura, produzione, automatismo. Un confronto tra il paradigma meccanico e quello digitale. Caterina Tiazzoldi propone la prima parte di un dialogo transtorico fra Le Corbusier e Greg Lynn. 'Il frequente ricorrere di espressioni quali "genetica" o "morfogenetica", nelle formulazioni teoriche riguardanti l'architettura, dimostra -scrive Caterina Tiazzoldi in ARCH'IT extended play- in quale larga scala l'architettura stia reagendo agli input di trasformazione culturale generati causata dalla rivoluzione digitale e dalla contaminazione disciplinare che da essa deriva. Il lavoro ormai consolidato di Karl Chu nella ricerca di un legame fra architettura e genetica, la recente "conversione" di Peter Eisenman testimoniata dalla lezione intitolata From Index to Code ed il corso tenuto a Yale da Zaha Hadid Bio-mimetic agenda, sono chiari indicatori della proporzione di questo fenomeno...'.

 

11 giugno 2004

Architettura, misticismo e mito. La rilettura di un testo che esprime l'epoca in cui l'esuberanza della parola soverchiava l'immagine. William R. Lethaby nella nota di Brunetto De Batté pubblicata in ARCH'IT books review. 'Già Hermann Muthesius poi Lewis Mumford avevano scoperto l'importanza di Lethaby come ponte, poi dirà il Pevsner, tra Willam Morris e Walter Gropius. Il Banham avvicina Lethaby a Viollet–le–Duc. Al di là della bella presentazione di Bilancioni, il testo offre una riflessione centrale tra reale e virtuale, tra il fare e il pensare (e qui la questione del progetto che sempre più sfugge al sociale in un'orgia di forme senza utopia, fino la maggior parte delle volte ad una moda sempre più consolidata dalla spirale della vertiginosa comunicazione) tra il figurativo e l'immaginario in un'epoca dove l'inversione dei ruoli ribalta i valori del fare in virtù di una spettacolarizzazione...'.

 

7 giugno 2004

'Consumo e abbandono, distruzione definitiva senza sostituzione, non c'è né cambiamento né evoluzione. I frammenti rimangono lì e non invecchiano (almeno apparentemente). Non accumulano segni del tempo: se si deteriorano, lo fanno in maniera nascosta, senza immagine, per parti discrete e mai come insieme. Resti duri, murati, immobili, inesplorati, non si potrebbe neanche dire che sono svuotati perché non li si può penetrare, la paura della violazione del privato vive ancora in questi involucri inutilizzati...'. Detroit Radiale. Pietro Valle visita in ARCH'IT sopralluoghi questa frontiera della civiltà occidentale e racconta il suo disorientamento.

 

5 giugno 2004

La direzione e la velocità dell'attraversamento veicolare si intersecano con il fluire dell'acqua nel sottosuolo dei Qanat arabi. Nel progetto di AutForm e Next Architects l'infrastruttura abitata diventa città capace di regolare, senza soluzione di continuità, diverse grandezze e temporalità, di intersecare la memoria storica, la memoria collettiva, la memoria tecnologica. 'Situato a Palermo -scrive Marco Scarpinato nella presentazione pubblicata in ARCH'IT architetture- nell'area dell'ex Real casa dei matti alla Vignicella [un'infrastruttura sanitaria realizzata nel 1898, all'avanguardia nel contesto europeo tanto da rappresentare quanto di meglio l'ingegneria sanitaria internazionale avesse realizzato], posto al margine dell'autostrada che attraversa la città da sud a nord, il progetto del Centro di coordinamento degli archivi immagina un dispositivo attivato da flussi materiali ed immateriali che combinano la circolazione veicolare e pedonale con la trasmissione di dati e la consultazione e fruizione d'immagini...'.

 

3 giugno 2004

Frutto di una ricerca iniziata nel 2003 ":percorsidivisita" è una proposta urbana di Centro Studi USINe, agenzia di indagine sulla città contemporanea guidata da Claudio Bertorelli e Giovanni Damiani che ha impegnato una ventina di giovani architetti, fotografi, studiosi della città e urbanisti. Affiancando la scia di un discusso progetto di Luigi Snozzi per Vittorio Veneto, il nutrito gruppo di lavoro ha sviluppato un complesso e concertato sistema di analisi sulla condizione territoriale della cittadina trevisana. 'Il sistema di visita della città' elaborato da Daniele Levi è la prima occasione concreta di presentazione dei risultati di "PIANI E VUOTI", studio che vuole rileggere la città di Vittorio Veneto e riproporre un progetto complessivo per la città a metà strada tra le esperienze di piano e la proposta di scenari complessi per indirizzare la progettazione future.

 

3 giugno 2004

BOLOGNA, LA METROPOLI RIMOSSA è il titolo dell'ultimo fascicolo di Gomorra, che verrà presentato lunedì 7 giugno alle 18.00 presso la Libreria la Feltrinelli di Bologna, in Piazza Ravegnana. A cura di Pippo Ciorra, Massimo Ilardi, Piero Orlandi, il numero 7 della rivista è monografico e interamente dedicato alla città emiliana. Nuove problematiche di natura architettonica e urbana hanno investito in questi anni Bologna, facendole perdere quel ruolo di "modello urbano" che l'ha sempre contraddistinta. Tale mutamento è stato indagato a tutto campo e affrontato attraverso i contributi di oltre 20 autori: le questioni del centro storico, la crisi delle istituzioni espositive e museali, i cambiamenti politici, la recente ricerca in ambito letterario ed artistico, il ruolo passivo e moderato del moderno architettonico sono alcune delle tematiche analizzate e che verranno discusse dai curatori insieme ad Aldo Balzanelli, Roberto Grandi, Carlo Olmo, Franco Purini e Mario Lupano. Alle 20.00, curata da Mili Romano e Roberto Daolio, farà seguito l'inaugurazione di una mostra di documentazione presso la Galleria neon/campo base, in via Zanardi 2/5 con opere di Alessandra Andrini, Nunzio Battaglia, Paolo Bertocchi, Annalisa Cattani, Vanessa Chimera, GlobaLab, Federico Maddalozzo, Sabrina Mezzaqui, Sabrina Muzi, Sandrine Nicoletta, Mili Romano, Sissi, Monika Stemmer, Adriana Torregrossa. (Matteo Agnoletto)

 

2 giugno 2004

Si svolgerà a Roma domani il primo evento pubblico di "Immaginare Corviale", a cura della fondazione Adriano Olivetti, e realizzato da Osservatorio Nomade/Stalker. Progettato da Mario Fiorentino nel 1972 e terminato dieci anni più tardi, Corviale è un edificio lungo 958 metri, abitato da circa 6.000 persone situato alla periferia sud ovest di Roma, sistematicamente evocato dalla stampa italiana in relazione ai veri o presunti mali delle periferie. "Immaginare Corviale" risponde ad un'esigenza diffusa tra gli abitanti: modificare l'immagine stereotipata dell'edificio come simbolo della periferia sbagliata puntando sul coinvolgimento attivo degli abitanti nella invenzione di una nuova immagine del quartiere. Dalle 12.30 pic-nic, aperitivi e merende organizzate in diversi luoghi 'simbolo' di Corviale, individuati a seguito delle esplorazioni/mappature effettuate da cinque gruppi di architetti/artisti (Stalker, ellelab, ma0, M28, nicole_fvr/2a+p). Dalle 19.30 concerti e performance sonore per fiati e venti, a cura di Mario Ciccioli, in cui l'edificio suonerà, a dispetto della leggenda secondo cui il Corviale ha bloccato il ponentino verso la città. Durante la giornata sarà presentata agli abitanti anche la puntata numero zero della televisione di quartiere Corviale Network. Insieme agli abitanti saranno coinvolti gli artisti Cesare Pietroiusti, Matteo Fraterno, goldiechiari, Armin Linke. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)

 

1 giugno 2004

Chi ha paura della Forma-Oggetto? In ARCH'IT files, Pier Vittorio Aureli si interroga sul ruolo delle nuove architetture-sagome, sul nuovo feticismo formale che esse introducono, sulla necessità di liberare l'inarrestabile deriva dalle false rotte intellettuali e di impegnarsi su ciò che realmente sta dando corpo alla disciplina. 'Se negli anni Novanta vi era una diffusa consapevolezza che la forma architettonica si sarebbe dissolta all'interno dello spazio urbano e che di conseguenza l'idea di quest'ultimo avrebbe preso il sopravvento anche all'interno della disciplina stessa, il corso degli eventi recenti sembra smentire, in parte, questa ipotesi. L'immagine "monumentale" del crollo delle Torri Gemelle sembra aver inaugurato una nuova stagione di grandi e monolitici monumenti pubblici nei quali l'architettura non scompare affatto ma è letteralmente "gonfiata" fino ai suoi limiti estremi. Torri, Biblioteche, Teatri, Musei, grandi palazzi per Uffici, Auditorium, Stazioni che sembrano piccole città oppongono, smentendola, l'idea di città infinita e dispersa (o forse la confermano nel modo più tragico e parossistico)...'.

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