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30 marzo 2006 Modelli di architettura. Alla Fondazione Olivetti di Roma si inaugura un percorso attraverso 35 modelli, dedicato alla ricerca di IaN+, dal 1997 ad oggi. Pubblichiamo, con l'occasione, una nota redatta degli autori. 'Il modello -si legge in ARCH'IT files- non rappresenta la realtà, ma indica un processo in atto, che prefigura più soluzioni e risoluzioni nell'ambito del reale, le soluzioni possibili anticipate sono in grado di sconvolgere lo stato delle cose rilevando nuovi punti di vista, è contemporaneamente tutto e niente... edificio (soggetto) e sua negazione (in quanto oggetto)... significa il meno possibile nell'espressione e il più possibile nelle potenzialità, nelle mutazioni; uno spazio che si presterà a tutto ciò che vorremo...'.
29 marzo 2006 Un accurato campionario su quanto compiuto nel nostro Paese. E il tentativo di un parziale bilancio. STOP&GO. Il volume, a cura di Andrea Bondonio, Guido Callegari, Cristina Franco e Luca Gibello, e dedicato al tema del riuso delle aree industriali dismesse in Italia, presentato da Maurizio Meossi in ARCH'IT books review. 'Il riuso delle aree industriali è un tema di estrema attualità, sul quale si scrive e si discute da almeno due decenni. La ragione di tanta attenzione legata all'argomento è facile da capire: agire sul recupero delle aree ex industriali è il principale, se non l'unico, metodo di intervento nella città contemporanea. Saturati gli spazi a disposizione, annullati talvolta i confini fisici tra i vari centri urbani fino ad attualizzare un concetto di città diffusa, la possibilità di poter ri-edificare all'interno di un tessuto urbano diviene occasione ghiotta, sia in termini urbanistici che in termini economici...'.
Presso la Fondazione Olivetti di Roma si apre tra pochi giorni 'Modelli di architettura' mostra personale su IaN+, studio di architettura attivo a Roma dal 1997. La mostra sarà inaugurata il prossimo giovedì 30 marzo 2006, e sarà preceduta alle ore 18.30 da un incontro sul tema 'I modelli dell'architettura' a cui interverranno Marie-Ange Brayer (fondatrice di ArchiLab e direttrice del Fonds Régional d'Art Contemporain di Orléans) e gli stessi componenti di IaN+, Carmelo Baglivo, Luca Galofaro e Stefania Manna. Il modello di architettura non viene considerato da IaN+ solo un metodo per rappresentare un edificio prima o dopo la sua realizzazione; è esso stesso una vera e propria "matrice creativa", capace di anticipare realtà in continua evoluzione, di rappresentare concetti spaziali, diagrammi tridimensionali di un' idea di architettura che al tempo stesso determina l'accumularsi e lo stratificarsi di nuove idee. Ognuno degli oltre 35 modelli in mostra si trova in continuità con quello che lo precede, ne raccoglie l'essenza e la ripropone con dispositivi spaziali sempre diversi. Saranno esposti anche due video realizzati in occasione della mostra 'Future for Cities' dallo studio IaN+ (Emptiness - GRA Roma) e dallo studio Map office (Laurent Gutierrez- Valerie Portefaix) di Hong Kong (Underneath - Guangzhou). Fino al 13 aprile. Maggiori dettagli in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)
26 marzo 2006 Separare, dividere, contornare è, per noi, pensare. Una decisione dolorosa, tutt'altro che facile, tutt'altro che banale. Fedeli alla linea. L'arte dei giardini secondo Ugo Rosa. 'Ciò che oramai amiamo definire "parco (urbano, extra-urbano ecc.)" o che indichiamo con circonlocuzioni ancora più insulse (verde attrezzato) è nella sostanza -scrive Ugo Rosa in ARCH'IT lanterna magica- un giardino con le mutande: un giardino in cui l'ineliminabile, tesissimo, conflitto che segna il rapporto dell'uomo con la natura è mediato discorsivamente e trasferito alla repressione poliziesca, silenziosa e inapparente, esercitata dietro il paravento della chiacchiera "culturalmente adeguata". Io credo che prima o poi pagheremo questo genere di ottuse ipocrisie. Anzi, che le stiamo già pagando. La natura dell'uomo è di essere in conflitto con la natura. C'è altro modo d'essere uomini. Accettare questo è forse il primo passo per rendere ragionevole tale, inevitabile, conflitto. Ragionevole e, perciò, umanamente gestibile. Imbrattarlo con tinte pastello è il modo per perderlo di vista e perderci di vista...'.
24 marzo 2006 Un monumento doppiamente equivoco, per difetto e per eccesso, che nel suo mostrare un apparente rigore rischia di essere interpretato come un gigantesco pezzo di arredo urbano. Omissione di assenza. Pietro Valle legge il Denkmal für die Ermodeten Juden Europas di Peter Eisenman confrontandolo con l'arte minimal e environmental che si è diffusa a New York proprio negli anni di formazione di Eisenman. 'Le strategie degli artisti delle primary structures, del Post-Minimal, dell'environment e degli earthworks -scrive Pietro Valle in ARCH'IT artland- sono profondamente iscritte nel Denkmal di Eisenman perché hanno operato un cambiamento radicale nella concezione dell'arte pubblica e del rapporto spettatore-spazio. Non è un caso che tutti questi artisti portino un contributo della cultura ebraica nelle proprie opere offrendo una potente riflessione sui limiti del potere del linguaggio astratto che viene da loro ereditato e relativizzato in situazioni non conclusive...'.
24 marzo 2006 "Parametro", rivista internazionale di architettura e urbanistica, compie 35 anni. Fondata da Giorgio Trebbi, Glauco Gresleri, Franco Scolozzi e Carlo Doglio, "Parametro" ha offerto e continua a produrre un'analisi seria, lucida e ricercata della cultura progettuale e del dibattito architettonico contemporaneo. In occasione della ricorrenza, Bologna ospiterà la conferenza 'Lesson of Architecture' di Peter Eisenman (sabato 25 marzo, Palazzo dell'Archiginnasio, ore 10.00), la mostra 'Parametro 35 anni' (dal 25 marzo al 7 aprile nel portico del Palazzo dell'Archiginnasio) e la presentazione del volume 'Giorgio Trebbi. Editoriali di architettura - Parametro, 1970-1999' (venerdì 7 aprile, Oratorio dei Fiorentini, piazza Galvani, ore 18.00). La mostra, in particolare, è pensata come una 'biblioteca' interamente dedicata alla rivista: su un tavolo lungo 40 metri verrano esposti i 260 numeri di Parametro fino ad ora pubblicati. Tutti rigorosamente consultabili. (Francesca Oddo)
23 marzo 2006 L'architettura di Eisenman vuole essere più che un "tessuto" un "testo" in cui le persone siano indotte a divenire passivamente dei personaggi, ovvero indirettamente a ricordare e pensare in modo non superficiale. Così Gabriele Mastrigli e Manuel Orazi presentano il testo con cui Peter Eisenman introduce i temi della conferenza che terrà oggi alle 17.00 ad Ascoli Piceno: Passività Radicale. 'Jasper Jones -scrive Peter Eisenman nella nota pubblicata in ARCH'IT eventi- ha detto che Marcel Duchamp ha liberato l'arte dalla dipendenza dalla retinicità, ma nessun cambiamento simile è avvenuto in architettura. L'idea di una passività radicale risiede altrove. Nel cinema, ad esempio, registi come Robert Bresson e oggi Michael Haneke provano a superare la passività indotta dalla narrazione visiva tenendo le azioni cruciali fuori dalla struttura del film...'.
18 marzo 2006 Round Blur è un sogno al confine del paesaggio urbano, una sfocatura tra artificiale e naturale, una rotonda colorata di giorno che brilla di luce riflessa di notte. Il progetto di nicole_fvr / 2A+P architettura. 'Come gli elementi naturali sbocciano dal terreno -si legge in ARCH'IT architetture-, i catafiori, fiori artificiali assemblati con pellicole catadiottriche e steli metallici, sorgono dall'asfalto. Nelle ore notturne, la piazza vive della luce riflessa del traffico intenso che la circonda. Nelle stagioni rigide, in cui l'aspetto naturale sfiorisce, la piazza continua a presentarsi come un lumine- scente dedalo di colori. Attraverso l'ibridazione tra artificiale e naturale, la percezione del tempo e dello spazio, l'alternarsi del giorno e della notte, il succedersi delle stagioni, diventano sfocati, incerti, in continuo cambiamento...'.
18 marzo 2006 Una mappa che è utile da avere per non perdersi troppo. The Jurassic Park of Italian Architecture. Altro che metamorfosi of italian architecture. Qui siamo nel parco che dai tempi del Mesozoico è rimasto tutto uguale. In ARCH'IT files, Stefano Mirti: Round Blur in Jurassic Park... 'La biglietteria è alle spalle, la Jaguar corre nella savana con il motore XK che romba il rombabile, i Blondie raggiungono le tonalità più alte (volume venti su venti) e correndo tra un guado e un cespuglione di ginestre, le prime bestie che vediamo in lontananza sono i "dinosauri senior". Quei mostri bravissimi, di cui abbiamo comprato tutto le monografie possibili immaginabili e di cui sappiamo tutto. Tranquilli, placidi e soddisfatti brucano incarichi, costruiscono con regolarità & competenza, risultati sempre ineccepibili. Una colossale distesa di origano (un odore che non vi potete fare un'idea), subito dopo la Fontana Fredda (così come riporta la mappa che ci è stata gentilmente fornita). Dinosauri sr del calibro di Renzo Piano, Max Fuksas, Francesco Venezia (che tra l'altro, chissà che fine ha fatto). Anche, alcuni dino-sr che i casi della vita hanno voluto che finissero un po' dimenticati, un po' per le loro...'.
16 marzo 2006 Il 17 e il 18 marzo Firenze ospita 'Transnational Dialogues on Urbanism', il simposio organizzato da Syracuse University School of Architecture e curato da Francisco Sanin, mirato ad esplorare le dinamiche di trasformazione della città contemporanea. Ne parleranno Juan Herreros, Peter Wilson, Tony Fretton, Seung H- Sang, Stefano Boeri, Sebastiano Brandolini, Carmen Andriani, Adolfo Natalini, Julia Czerniak, Mark Linder, Mark Robbins. 'The speakers represent not only a variety of countries and continents but also a wide range of attitudes towards the urban condition, from large scale urban plans to intimate spaces that critically engage the city, to theoretical work that reflects on the way global economic structures are redefining traditional notions of space, territory, city and periphery, to work that engages with site-specific conditions.' Modera Francisco Sanin. Il 17 marzo, prima giornata del simposio, l'appuntamento è alle ore 14.00 presso il Salone Brunelleschiano dell'Ospedale degli Innocenti in piazza SS. Annunziata. Maggiori informazioni su ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)
13 marzo 2006 'Un cubo rivestito in ferro arrugginito su cui si aggrappano quattro cubi: due sono mirabilmente sospesi nel vuoto, contro ogni legge di gravità, un terzo è appoggiato sul terreno, il quarto, l'unico non di legno, è scavato nel suolo. Ogni piccolo spazio include una suggestione per l'uso e la presenza simbolica degli elementi di base: fuoco, acqua, aria, terra. I materiali sono stati scelti per imitare il colore della natura circostante. La presenza degli elementi naturali non è solo simbolica né solo imitativa, la natura entra dentro l'edificio-artificio e lo anima, la terra è dentro la casa, l'aria la fa respirare, la luce la colora, il cielo le offre il suo riparo...'. Uno spazio per la meditazione religiosa e spirituale stimolata da un paesaggio meraviglioso. Protetti in una sorta di casa archetipica da cui guardare la natura avendo l'impressione di poter misurare l'infinito. In ARCH'IT artland Matteo Zambelli presenta la Element House di Sami Rintala.
13 marzo 2006 Spazi e ambienti diversi nel minor tempo possibile. Flexy. Tra cielo e terra. Il progetto di MaDarchitettura selezionato nel concorso SKY OFFICE ricerca la massima libertà di movimento e di disposizione all'interno dello spazio ufficio. 'Gli elementi di progetto -si legge nella nota di progetto pubblicata in ARCH'IT architetture- si dividono in due gruppi: l'elemento di cielo e l'elemento di terra. "L'elemento di cielo" è composto da un rotolante modulare di dimensioni cm70x70, fissato al controsoffitto tramite un perno centrale che gli consente di ruotare di 360 gradi, contenente un telo capace di suddividere lo spazio in ambienti diversi. All'estremità inferiore del telo è presente una barra calamitata che andrà a combinarsi con l'elemento di terra. "L'elemento di terra" è un pannello molto sottile e flessibile, rivestito di materiale plastico ad alta elasticità e contenente all'interno delle barre di acciaio armonico...'.
10 marzo 2006 Cosa è accaduto in questi ultimi anni? Quale immagine del futuro è stata prodotta in un campo contiguo all'architettura e che, in qualche modo, ne è lo specchio dove misurare paure e desideri? Space Fiction. Alberto Iacovoni e Marialuisa Palumbo indagano il playground cinematografico. 'Quando George Lucas nel 1977 realizza il primo capitolo della serie -scrivono i due autori in ARCH'IT playgrounds, accennando alla saga di Guerre Stellari- in realtà non fa altro che mettere in scena una mescolanza astuta e potente a partire da un vero e proprio paradigma architettonico della fantascienza, fissato nove anni prima in 2001: Odissea nello spazio, dove Stanley Kubrick "nei modi asettici di un documentario scientifico" racconta una parabola tutta da interpretare sul rapporto tra conoscenza, umanità e tecnologia. La forza di quelle scene ed ambientazioni che fanno forse di 2001 l'unico ed assoluto film di fantascienza è tutta nella loro verosimiglianza; se la fantascienza è letteralmente l'immaginario della ragione, questo film riesce a produrre un contesto perfettamente funzionale a questo immaginario...'.
Il prossimo venerdì 10 marzo alle ore 18.00, il SESV, galleria dell'Università di Firenze inaugurerà la mostra 'Architettura in montagna. Gino Valle in Carnia', a cura di Giovanni Corbellini, organizzata su iniziativa di alcuni Comuni della Carnia, il territorio alpino del Friuli Venezia Giulia privilegiato scenario di Valle. Disegni, schizzi, immagini, foto d'autore provenienti dalla collezione dell'archivio dello studio Valle racconteranno il particolare rapporto fra l'architettura del maestro friulano e il luogo. Scrive Corbellini sul catalogo della mostra: 'A metà degli anni Cinquanta, Gino Valle progetta la torre di via San Francesco a Trieste (1955-57) in aperta opposizione alla Torre Velasca di Milano (1951-58) e al tentativo operato da BBPR di risolvere l'inserimento di un grattacielo all'interno del tessuto storico imitandone il linguaggio. Ricordando l'amichevole polemica con Rogers che ne era seguita, sintetizzava la questione in una battuta: 'Se vuoi portare gli elefanti in città, non puoi travestirli da cittadini'...'. L'esposizione in programma al SESV rappresenta un evento esclusivo, in quanto promuove una doppia riflessione sul contributo dell'architetto friulano e sulle dinamiche dell'architettura italiana dal dopoguerra ad oggi. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Francesca Oddo)
Si celebrerà il prossimo mercoledì 8 marzo la consegna dei Premi Nazionali di Architettura ANCE-in/arch 2005. La giuria ha individuato i vincitori tra le segnalazioni dei 30 advisor. Massimiliano Fuksas con il Ferrari Research Center si aggiudica il premio per la migliore opera di architettura realizzata in Italia negli ultimi cinque anni, Andrea Liverani ed Enrico Molteni con la casa ST a Barlassina sono i vincitori per l'opera progettata da giovani architetti. I premi saranno consegnati sia ai progettisti sia ai committenti sia alle imprese costruttrici per ribadire l'importanza della sinergia tra tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dell'opera. Il premio alla carriera sarà consegnato all'architetto milanese Luigi Caccia Dominioni. Infine, accanto al fare architettura, anche la critica dell'architettura avrà una propria visibilità con l'assegnazione del premio Bruno Zevi a Fulvio Irace per l'articolo "Il muro mediatico" apparso su "Il Sole 24 ORE" in occasione della Biennale di Architettura di Venezia curata da Fuksas. La cerimonia si svolgerà a Roma presso la Sala Bernini in via di Ripetta 231. (Paola Ricco)
5 marzo 2006 Pattern recognition: il principio operativo che ha ispirato la cultura visuale d'Occidente fino alla diffusione delle immagini a stampa tornerà presto ad ispirare un nuovo universo visivo. Ne parla Mario Carpo in ARCH'IT extended play. 'La serialità non-standard dipende per definizione da una matrice algoritmica comune a forme diverse. Questa condizione di riproducibilità implica un'analoga e corrispondente condizione di riconoscibilità: tutti i prodotti di una serie non-standard sono diversi ma in qualche modo si assomigliano. Cos'hanno in comune? Tecnicamente, un algoritmo matematico. Ma percettivamente, è difficile dire. La somiglianza di due forme visive è un mistero che nessuna tecnologia è riuscita a quantificare, nessuna scienza cognitiva è riuscita a descrivere, e nessuna filosofia è riuscita a definire....'.
4 marzo 2006 Il processo di trasformazione del lungofiume diventa un'occasione per ripensare la città. A Castellanza DAP studio ha recuperato un'area industriale dando luogo a una biblioteca e ad un centro civico. 'Il nuovo intervento -si legge in ARCH'IT architetture- si focalizza su alcuni elementi caratterizzanti che si sovrappongono in modo non-mimetico all'esistente senza snaturarne le peculiarità. Esternamente i bow-window in acciaio e vetro, inseriti nelle bucature dei serramenti preesistenti, acquistano il valore di schermi utilizzati come strumenti di comunicazione e diventano, di volta in volta, supporto per proiezione di parole e immagini, bacheche per esposizioni in duplice rapporto con esterno/interno o semplici "lampade" colorate protese verso la città...'.
'Roma 1967-1970: Asse Attrezzato e Studio Asse: storia e attualità' è il titolo della prossima iniziativa promossa dalla Fondazione Bruno Zevi che si terrà presso l'Accademia di San Luca a Roma. Una mostra che si inaugura il prossimo mercoledì 8 marzo alle ore 18.30 e due giornate di convegno (8 marzo e 5 aprile) per ripercorrere la storia dello "Studio Asse", il contesto in cui si è sviluppato il progetto e confrontarlo con la situazione attuale. "Asse Attrezzato" è il nome che il Piano regolatore generale di Roma del 1962 dà a una vasta area a est del centro storico, che destina a funzioni prevalentemente direzionali - riprendendo quelle indicazioni che già dagli anni Cinquanta individuavano l'asse a est della città come la direttrice dominante per l'espansione di Roma. Nel 1967 Mario Fiorentino, Riccardo Morandi, Lucio e Vincenzo Passarelli, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi e Vincio Delleani, prendono l'iniziativa di eseguire uno studio preliminare sul Sistema Direzionale e l'Asse Attrezzato: senza una precisa committenza e sostenendo tutti i relativi oneri costituiscono lo "Studio Asse" che per tre anni, fino al 1970 eseguirà un'imponente mole di ricerche e elaborati, coinvolgendo -pur senza risultati operativi- organismi pubblici e privati, mondo professionale e associazioni imprenditoriali. A cura di Aldo Ponis in collaborazione con Alessandro D'Onofrio. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre (Elisabetta Mori) |
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