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ARCHIVIO GENNAIO 2006

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31 gennaio 2006

Wellness Design, con il patrocinio di L.U.M.U.C.I. Libera Universitas Multidisciplinare Umanitaria per la Cultura Internazionale e Ordine degli Architetti di Roma, e in collaborazione con CNR-IASI, Gazzetta degli Edili, Studio di Architettura Stefano Pediconi, On The Stocks, promuove e organizza a Roma il Master in Progettazione di Centri Benessere e il Master in Progettazione Alberghiera. L'iniziativa didattica nasce dalla volontà di indagare due argomenti di grande attualità nei costumi della società contemporanea: la ricerca del 'wellness', cioè del benessere psico-fisico, e la tendenza a scegliere i cosiddetti 'design hotel' come luogo di permanenza durante un viaggio. Entrambi i fenomeni si traducono nella necessità di definire ambienti dalle caratteristiche specifiche, pensate per soddisfare le aspettative di un'utenza attenta ed esigente. Con questo obiettivo, Wellness Design, primo periodico italiano dedicato alle strutture ricettive per il tempo libero, organizza due master orientati alla formazione di figure professionali con competenze mirate alla progettazione di tali spazi. Il Master in Progettazione di Centri Benessere prende il via il 9 febbraio presso la sede dell'Istituto di Analisi dei Sistemi e Informatica del CNR, in viale Manzoni 30 a Roma. Maggiori informazioni su ARCH'IT convegni.

 

30 gennaio 2006

Curato da Nicolò Privileggio, il seminario 'La città possibile come progetto didattico' indaga ed esplora gli strumenti attraverso i quali l'architettura 'come pratica artistica' risponde alle nuove esigenze, spesso urgenze, della società contemporanea. Il titolo del seminario introduce, in particolare, due argomenti: 'la città possibile, vale a dire la città concepita nella sua dimensione di progetto' che rappresenta oggi il 'principale terreno sul quale si misura l'impegno dell'architettura verso la società' e 'l'insegnamento dell'architettura che risente oggi di una più generale deriva pluralista nei confronti del problema della forma.' Il seminario, al quale parteciperanno Pier Vittorio Aureli, Marco Biraghi, Cesare Macchi Cassia, Antonio Monestiroli, Franco Purini, Daniele Vitale e Guido Zuliani, avrà luogo martedì 31 gennaio 2006 alle 10.30 presso l'aula CT 18 del Politecnico di Milano - Facoltà di Architettura Civile (Milano Bovisa). Maggiori informazioni su ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)

 

30 gennaio 2006

La costruzione dell'identità di un luogo passa necessariamente attraverso una restituzione dell'architettura all'individuo, all'apertura delle regole e dei processi con cui si costruisce, al divenire delle cose, al trascorrere del tempo. Alberto Iacovoni propone in ARCH'IT playgrounds una riflessione, Città (in)compiute, derivata da un'esperienza di definizione dell'identità urbana di Trekroner, in Danimarca, attraverso la collaborazione tra progettisti ed artisti per interventi sullo spazio pubblico e sulla struttura stessa degli edifici. 'Esiste una frattura insanabile tra città storica e contemporanea, su cui l'architettura del secolo scorso si è molto interrogata, cercando di ricomporla attraverso goffi e fallimentari tentativi di riproporne forme e struttura, arrivando infine ad aumentarne ancor di più l'ampiezza, producendo una serie di falsi inattuali ancor prima di essere realizzati...'.

 

28 gennaio 2006

Il primato di un fare non prescrittivo in architettura (e nella sua didattica). La ricerca di marcosandmarjan è stata esposta nello scorso autunno presso l'Institut for Cultural Policy di Amburgo. Yael Reisner ha visitato la mostra interfaces/intrafaces. 'It is rather unusual in the architectural world -scrive Yael Reisner nella commentare in ARCH'IT sopralluoghi l'esposizione della ricerca di Marcos Cruz and Marjan Colletti- to put on show a retrospective exhibition early on in one's career, but for a very prolific studio, a great opportunity for a fulsome exposure of unique work. In this case, all produced since 1999 and epitomising many issues in contemporary architecture. As promised at the back of the catalogue, (second in the Consequence book series) it is indeed "fresh"...'.

 

28 gennaio 2006

Un paesaggio che sembra smentire tutti i paradigmi di interpretazione della contemporaneità. Inerzie. La migrazione, l'abbandono, l'attesa sono le dinamiche in atto. Il territorio silano costringe a ritarare lo sguardo, scrive Fabrizia Ippolito nel presentare in ARCH'IT files l'attività del corso di perfezionamento in analisi, valutazione e progettazione del paesaggio, proposto dall'Università della Calabria (la scadenza delle iscrizioni al corso 2006 è fissata al prossimo 17 febbraio). 'Se quello del paesaggio naturale non può essere un modello assoluto, forse non può esserlo neanche quello della velocità, dell'accessibilità, della linearità, della piena attrezzatura, del turismo di massa che non appartengono a questo territorio. Innamorarsi della realtà, della lentezza, della tortuosità, dell'inerzia. Se da una parte l'inerzia ha impedito di guardare con consapevolezza a questo paesaggio e di chiedersi cosa stesse diventando, dall'altra è forse proprio l'inerzia ad averlo frenato dall'inseguimento di modelli estranei, ad averlo fatto procedere giorno per giorno, bisogno per bisogno. Per paradosso l'inerzia, la consapevolezza dell'inerzia, può essere la scusa per rimettere in moto l'immaginazione su questo territorio.'

 

23 gennaio 2006

50TOSV. Un museo a cielo aperto, su una lunghezza totale di 250 km: vi espongono, con scatti inediti realizzati per l'occasione lungo il percorso autostradale, quattro fotografi italiani. Si tratta dell'iniziativa dedicata ai Cinquant'anni dell'autostrada Torino-Savona, parte di un programma coordinato da Michele Bonino e Massimo Moraglio e realizzato con la collaborazione di a.titolo e Bellissimo. 'Grazie alle immagini di Giorgio Barrera, Francesco Gnot, Guido Guidi, Ciro Frank Schiappa -si legge in ARCH'IT allestimenti-, gli autogrill diventano improvvisamente e inaspettatamente luoghi deputati all'arte, parte integrante di una visione che li coinvolge e che si esprime loro tramite. Grandi spartitraffico che regolano il traffico intorno ad essi, alti oltre 4 metri nel centro dei piazzali di ogni area di servizio, gli espositori sono rivolti verso i bar e le pompe di benzina, e offrono le loro immagini in grande formato ai frequentatori abituali dell'autostrada...'.

 

23 gennaio 2006

L'infrastruttura crea paesaggio, attraverso la tensione che introduce tra un qui e un altrove, tra il visibile e l'invisibile, tra il presente e il futuro. Per una storia delle infrastrutture, Antoine Picon, nell'estratto dall'introduzione al volume Inventare gli spostamenti, pubblicato in occasione dei cinquant'anni dell'autostrada Torino-Savona. 'Per lungo tempo -scrive Antoine Picon in ARCH'IT files- le autostrade non hanno avuto storia, perlomeno nella coscienza dei loro utilizzatori, che vi vedevano un simbolo di modernità ben diverso dalla strada e dai suoi compromessi, talvolta millenari, con i territori attraversati. Indifferente ai percorsi locali, capace talvolta di varcare vallate intere come in precedenza solo la ferrovia aveva saputo fare, l'infrastruttura autostradale sembrava rivolta all'avvenire più che al passato, verso una geopolitica della circolazione a scala nazionale e internazionale più che verso le lungaggini del traffico stradale ordinario...'.

 

22 gennaio 2006

Il progetto contemporaneo si propone sempre di più come ricerca e sperimentazione di nuovi giochi, lavorando sulle regole, spesso scardinandole, piuttosto che operando al loro interno. Giovanni Corbellini presenta Gioco, al centro del nuovo percorso bibliografico di ARCH'IT parole chiave. 'La progressiva affermazione dell''Homo Ludens' (Johan Huizinga, 1938) porta il gioco direttamente all'interno della riflessione progettuale, ibridando metodologie, modi d'uso, interfacce. La necessità, da parte di Le Corbusier, di temperare la sua definizione di architettura con aggettivi dalla funzione "disciplinante" parla tuttavia di un confronto problematico con il carattere ambiguo e paradossale del gioco, attività allo stesso tempo liberatoria e strettamente regolata, eversiva e autoremunerativa, fine a se stessa e profondamente formativa. Di fatto, il gioco nel suo significato più esteso, parla di una distanza tra limiti definiti, senza la quale, letteralmente, come tra un bullone e un dado troppo precisi, non c'è "gioco". Per denominare questa distanza, in ambito meccanico-costruttivo si parla di "tolleranza": un termine legato al doppio significato di margine e che mette insieme ancora indeterminazione e controllo, libertà di movimento e limiti prefissati. Il gioco, come nota Pier Aldo Rovatti ('La scuola dei giochi', con Davide Zoletto, Bompiani, 2005), crea dunque spazio...'.

 

21 gennaio 2006

MDU architetti. Showroom Essebi a Agliana. Il progetto asseconda la complessità e le contraddizioni del luogo con leggerezza, come una zattera le onde. La sua presenza non è gridata, ma evocata attraverso gli stessi strumenti comunicativi di scritte e luci che animano il paesaggio. 'Un mare di scritte e di gigantografie pubblicitarie -scrivono in ARCH'IT architetture gli autori del progetto- che si animano di notte contendendosi rapide occhiate di automobilisti disattenti: un mondo di segni la cui unica logica apparente sembra essere un gioco a chi grida con più forza. Abbiamo deciso di confrontarci con questa realtà mutevole, nel tentativo di riconcettualizzare, attraverso gli strumenti dell'architettura, le dinamiche insediative della "strip", le sue potenzialità, il suo carattere...'.

 

16 gennaio 2006

È uscito SocialDesignZine vol. Uno. Curato da Andrea Rauch e Gianni Sinni, il volume presenta una selezione degli articoli pubblicati durante i primi due anni di attività di SocialDesignZine, il sito di informazione quotidiana dell'Aiap, Associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva. I temi affrontati spaziano dalla comunicazione politica ai fumetti, dalla fotografia all'arte, dalla tipografia all'accessibilità, dalla televisione alla pubblicità. Mercoledì 18 gennaio alle ore 15.00 la Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV di Venezia (ex Convento delle Terese, Dorsoduro 2206) ospiterà gli autori per un momento di riflessione sugli argomenti indagati da SocialDesignZine vol. Uno. Marino Folin e Marco De Michelis introdurranno il dibattito. 'a vera scommessa di Sdz e dell'Aiap che la vuole e la sostiene -scrive Mario Piazza nella presentazione-, è di pensare che il tema della responsabilità non sia delegabile o comprimibile in uno spazio parallelo. Un altrove neutrale e sterilizzato. Uno spazio intonso, quello dove tutti noi ci mettiamo la coscienza a posto, dove possiamo fare il manifesto per la pace o contro la guerra. Dopo di che, naturalmente, torniamo al nostro mestiere e alle regole imperanti della nostra professione'. (Francesca Oddo)

 

16 gennaio 2006

NONOSTANTE presenta Catchwind (o del souvenir), proponendone la costruzione in nove mosse. Con l'occasione, il gruppo di Giancarlo Zucca e Marco Zummo offre il proprio contributo al pensiero simple tech. 'Solo nell'adempimento di alcuni fondamenti umani -scrivono i due autori nello scritto ospitato in ARCH'IT simple tech- è possibile ritrovare l'aderenza e la pertinenza di quanto viene prodotto dagli artefici. Del resto l'interrogativo sempre aperto è quello di comprendere che cosa importi alla gente di tutto questo. Che riscontro possa avere in coloro che adorano ed acquistano il kitsch più serioso e tronfio, il falso antico più autentico, l'esotico più provinciale: i medesimi che, allo stesso tempo, incoerentemente, bramano i veicoli più avveniristici e gli accessori più high-tech e streamlined...'.

 

15 gennaio 2006

Infrastrutture, architettura: alcune precisazioni. Nicolò Privileggio propone una riflessione che nasce dall'osservazione della progressiva distanza tra il progetto infrastrutturale e la tradizione del disegno urbano. 'La stazione, il parcheggio, il cavalcavia, lo svincolo, ma anche la dotazione infrastrutturale degli spazi produttivi. Sono, queste, operazioni che depositano nello spazio grandi oggetti come "macchine" autosufficienti, surrogati dello spazio urbano contemporaneo e che, prese di per sé, sono del tutto irrilevanti rispetto alla ben più forte razionalità che l'intero sistema spaziale del quale fanno parte imprime nello spazio della città. Esse rivelano -annota Nicolò Privileggio nel saggio ospitato in ARCH'IT files- un'inclinazione sostanzialmente tautologica del progetto di architettura nei confronti delle dinamiche infrastrutturali e dei problemi derivanti dal loro rapporto con la costruzione della città...'.

 

15 gennaio 2006

Allestire. Attraversamenti, temi, territori, ibridazioni. Il volume curato da Lucio Altarelli e recentemente pubblicato da Palombi editore, presentato in ARCH'IT books review da Alessandro d'Onofrio, offre uno spaccato significativo di un ambito troppo spesso messo in secondo piano. 'Rappresentanti di amministrazioni, autori, storici, progettisti, critici, artisti -scrive d'Onofrio-, sono stati chiamati a fornire un contributo sull'argomento che, proprio perché non prescindeva dalla specificità della loro esperienza, ha portato con sé la possibilità di vedere il soggetto da prospettive diverse, arricchendo di sfumature, di sconfinamenti, un tema complesso e "vaporizzato" come l'allestimento...'.

 

12 gennaio 2006

Frammenti di materiali che si compongono come un puzzle, alberi che permettono di arrampicarsi nella vegetazione progettuale tra ricerca visiva e sonora, video e foto che tessono le storie degli ambienti che viviamo. Spazi tesi alla visualizzazione dell'indefinibile forma delle idee e molto altro ancora nella selezione di ARCH'IT goodsite, dove si possono trovare alcuni tra i più piacevoli luoghi da abitare e da vivere in rete. Da Périphériques architectes a studio emmezerotre, da Francesco Jodice a DCm, a G.studio: indicazioni e suggerimenti per perdersi nella rete in compagnia di una guida particolare.

 

10 gennaio 2006

La Cina e il Giappone attraverso le pagine patinate di due note riviste di architettura: World Architecture e a+u. Questo il tema dell'incontro che la Triennale di Milano dedica all'editoria specialistica asiatica. Entrambe le testate hanno da poco ospitato una riflessione sullo stato dell'architettura italiana. WA World Architecture, la principale rivista cinese di architettura, ha dedicato recentemente due numeri (settembre e ottobre 2005) al panorama architettonico italiano: attraverso la selezione di venti studi, Alberto Alessi ha indagato 'lo stato di salute' dell'architettura del nostro Paese. a+u, la celebre rivista giapponese, nell'autunno del 2005 ha pubblicato 'Italian Metamorph', numero monografico sulla scena italiana curato da Luca Molinari, il cui saggio introduttivo è stato anticipato ai lettori di ARCH'IT files, in cui si legge: 'La metamorfosi della cultura architettonica italiana sembra aver preso un'altra direzione, accantonato quasi completamente l'esperienza fortemente ideologica di Rossi e Gregotti per avviarsi ad un dialogo con le altre sue radici: quella del progetto come processo sociale segnata dall'insegnamento di Giancarlo De Carlo, quella eretica della forma come atto eversivo, concettuale e ironico sulla realtà [...] Sotto queste tre anime si stanno raccogliendo alcuni dei progettisti italiani più significativi con opere che il alcuni casi hanno la forza dell'atto di liberazione da antichi vincoli e di riscoperta gioiosa di radici e di stimoli inaspettati.' Appuntamento oggi alla Triennale di Milano, viale Alemagna, alle ore 18.30. Saranno presenti con Alberto Alessi, Richard Ingersoll, Fulvio Irace, Luca Molinari, Luigi Prestinenza Puglisi. (Francesca Oddo)

 

9 gennaio 2006

Se vieni in Asia e parli di Ferrari, di Real Madrid o di Chanel generi gran fascino e riscuoti grande successo, ma raccontare la genesi dell'edificio ibrido nella campagna olandese fa abbastanza ridere. Stefano Mirti, Simone Muscolino: Vientiane/Ivrea. La terza parte di viaggi, progetti, diario (a ritroso) di un anno... 'a vientiane, cosi' come a hong kong, a bangkok -scrivono Stefano Mirti e Simone Muscolino in ARCH'IT files-, se proprio non hai famiglia e prole numerosa, cucinare non ha granche' senso. l'offerta di cibo e' talmente varia, squisita e a buon prezzo che il processo fai la spesa-cucina-mangia-lava i piatti perde improvvisamente qualsiasi tipo di senso. senza soffermarci sui sapori e le ricette, quello che piu' ci affascina e' il sistema dei ristoranti all'aperto. prendi un carretto con due fuochi sopra, due tavolini e otto sgabelli di plastica colorata (uguali in tutta l'asia intera, roba che al signor ikea gli verrebbe un coccolone) e hai il ristorante piu' bello del mondo. gia', perche' il problema del disegno degli interni non si pone e neppure il piu' grande dei maestri saprebbe progettare uno scenario come la citta' che ti sta attorno. tu sei li' sul tuo sgabellino colorato che mangi cose squisite e se mai la conversazione langue, ti godi uno spettacolo che non finisce mai...'.

 

8 gennaio 2006

'Federico Gorio architetto' è il titolo della mostra che si inaugura il prossimo giovedì 19 gennaio alle ore 18 a Roma, presso l'Accademia Nazionale di San Luca nella sua sede di Palazzo Carpegna. Laureatosi in ingegneria nel 1938, Gorio è stato protagonista del dibattito sull'architettura italiana della seconda metà del '900. Associata a lungo al neorealismo architettonico e al tema della residenza popolare, l'opera di Gorio si è tuttavia caratterizzata per la sua peculiare ricerca di una nuova "razionalità del costruire", pervasa dall'aspirazione a creare le condizioni spaziali e abitative per un ritorno alla solidale e pacifica vita del borgo. Nella sua più nota opera, il quartiere di via Cavedone a Bologna, realizzato alla fine degli anni Cinquanta, l'architetto, superando ogni residuo populista, si fece promotore di un'architettura e di un'urbanistica basate su profondi contenuti etici e sociali, così come sul rigore della tecnica. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)

 

6 gennaio 2006

Topographies of Negotiation. Marta Malé-Alemany e José Pedro Sousa presentano il progetto di allestimento della mostra 'M Stadt', curata da Marco De Michelis e in chiusura presso la Kunsthaus di Graz. 'The difference in the spatial configuration and exhibition program of both floors -scrivono i due autori in ARCH'IT allestimenti- led to the development of two distinct formal solutions yet still obeying to a common concept. Without interfering in the display of the work itself, both installations 'accompany' the visitor subtlety and suggest ways of navigating through space. They do so by 'floating' above the exhibition floor and 'adjusting' the existing illumination conditions to either lighten or darken the space...'.

 

3 gennaio 2006

Se proiettare la realtà in una dimensione rappresentativa ha ancora un senso, è per restituire una dimensione altra di essa. Ma bisogna, scrive Pietro Valle in De l'imitation, anche sapersi perdere nei segni e non solo usarli strumentalmente. 'Libere dalla dicotomia imitazione-novità (la dicotomia è superata in quanto non esiste novità senza la manipolazione di segni già esistenti i quali riemergono da in un remix perenne), le figure dell'ipervisibile contemporaneo possono gradatamente perdere i connotati fissi che le contraddistinguevano e ammorbidirsi in un apparente informe che celebra le sfumature. Il dominio della nuance sensuale non rimanda ad altro se non a una seduzione pseudo-corporea. I segni non sono più rappresentazioni ma presenze, protesi che estendono una fisicità sexy tutta prefabbricata. L'ultimo baluardo -scrive Pietro Valle in ARCH'IT files-, il corpo umano, è stato riconquistato: da modello per la figurazione è diventato inseguitore di immagini.

 

1 gennaio 2006

Temi e figure nell'architettura romana 1944-2004. In ARCH'IT books review Alessandra Capuano rintraccia l'identità dell'architettura romana estraendo i temi fondanti e le figure ricorrenti nella cultura del progetto di questa città. La recensione di Luca Reale. 'Strumento prezioso per chi pensa l'architettura italiana come un'insieme di scuole ben caratterizzate e legate ai diversi contesti culturali, ad una lettura più approfondita questo libro sostiene in realtà un'idea opposta: le figure, la plastica o la spazialità romane fanno parte di una grammatica del comporre le forme comuni all'architettura moderna e contemporanea, nei suoi aspetti locali e globali, al di là di qualsiasi tentazione di anacronistico e provinciale isolamento...'.

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