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ARCHIVIO NOVEMBRE 2003

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27 novembre 2003

Luce, flessibilità e chiarezza distributiva. In ARCH'IT architetture il progetto di Matteo Agnoletto, Andrea Cavani, Antonio Vecchione per il primo intervento nell'area Tetra Pak a Modena. 'Funzionalmente si è ritenuto importante distribuire alcune quiet rooms più libere all'interno degli open space, a diretto contatto con le postazioni di lavoro. Le meeting rooms più grandi e separate sono state distribuite su entrambi i piani del Building per garantire la piena efficienza delle aree di lavoro e ridurre al minimo gli spostamenti degli utenti, che in tal modo possono usufruirne direttamente ai rispettivi livelli...'.

 

26 novembre 2003

La nozione di Evento. Il suo carattere mutevole e aleatorio. La capacità di mettere in crisi ogni idea di forma espressa attraverso assetti definitivi. Una nuova traccia bibliografica proposta da Giovanni Corbellini in ARCH'IT parole chiave. 'La ricerca attorno alle potenzialità degli eventi aleatori presenta un'ampia casistica, dal principio di indeterminazione di Heisenberg (1927: "è impossibile stabilire contemporaneamente posizione e velocità di una particella con una precisione superiore a un valore dato") alla fisica dei quanti (la cui componente probabilistica fece esclamare a Einstein il famoso "Dio non gioca a dadi"), passando per il surrealismo, dada, la poesia automatica, l'improvvisazione jazzistica, l'espressionismo astratto, la teoria del caos, fino alla patafisica di Jarry o all'Oulipo di Queneau, Perec e Calvino...'.

 

22 novembre 2003

'Rischio, vulnerabilità, pericolo, fragilità, instabilità, transitorietà. Sono alcune delle parole chiave che Lorenzo Imbesi ha individuato nel volume collettaneo Rischiopaesaggio, curato da Mosè Ricci. 'Micro-razionalità pulviscolari, segmentarie, autonome, spesso conflittuali -annota Imbesi- agiscono autorganizzandosi secondo la logica del minimo sforzo e della massima convenienza, difficilmente controllabili da classi di osservazione a cui sfuggono simultaneità e complessità degli eventi, come pluralità degli attori che si sommano disordinatamente disegnando forme estranee a confini o delimitazioni tutelari. [...] La molteplicità diventa allora la chiave di lettura delle trasformazioni come dello stato del contemporaneo: moltitudini di popolazioni, varietà di tempi, diversità identitarie, miriadi di interessi, diversità di funzioni, ma anche complessità istituzionali e normative si sovrappongono velocemente componendo geografie plurali in continua mutazione...'. In ARCH'IT books review.

 

21 novembre 2003

Da North by Northwest a The Fountainhead, da THX-1138 a Gattaca: Frank Lloyd Wright e il cinema e ritorno. Un intervento di Filippo Fici. 'Non si può tacere -scrive Fici in ARCH'IT movies- il fatto che fra i discepoli di Wright si annoverasse anche un futuro maestro del cinema quale Nicholas Ray (Johnny Guitar, Gioventù bruciata) che a sua volta grande influenza avrebbe avuto su un regista assai attento ai linguaggi architettonici come Wim Wenders. Ray conserverà con il maestro un lungo e duraturo rapporto di amicizia che va ben oltre i comuni interessi architettonici...'.

 

20 novembre 2003

'È ormai qualche anno che la ricerca architettonica più avanzata ha ripreso a dedicare energie e attenzione a temi apparentemente "minori", estranei al nocciolo duro delle nostre tradizioni disciplinari, ma allo stesso tempo evidentemente più vicini al cuore dei problemi che attraversano oggi la società e le relazioni tra lo spazio urbanizzato e le persone che lo abitano...'. Un carattere semplice e diagrammatico, basato sulla sovrapposizione flessibile di componenti elementari, produce una piccola ma significativa icona architettonica. Pippo Ciorra presenta, in ARCH'IT architetture, il progetto di officina5 per un Prototipo di scuola mobile per villaggi suburbani di nuova fondazione in Argentina.

 

19 novembre 2003

Tre interventi in edifici con destinazione mista e alcuni studi progettuali per la città di Pittsburgh in Pennsylvania. Antonino Saggio, Mixité a Pittsburgh. Scrive Saggio in ARCH'IT coffee break: 'È abbastanza interessante notare come la città dell'informazione -e tale è sicuramente Pittsburgh- in cui per frammenti stiamo cominciando a vivere presenta un ribaltamento di questo approccio perché al concetto di catena sostituisce quello di rete. Naturalmente continuano a esistere meccanismi unidirezionati per alcuni sistemi produttivi, ma esistono allo stesso tempo legami traversi di piccoli entità che sono connesse appunto come le maglie di una rete...'.

 

17 novembre 2003

'Dopo più di vent'anni di tentativi e aspirazioni frustrate, di dialoghi tra istituzioni abortiti, di sedi scelte e poi messe da parte e girate ad altre destinazioni, Roma ha finalmente una "casa della città", o meglio una "casa dell'architettura" –secondo la dizione partorita dalla partnership comune-ordine professionale- dove discutere, mettere in mostra, raccontare le vicende e le aspettative architettoniche dello sterminato popolo degli architetti romani...'. Roma apre la Casa dell'architettura. Uno strumento che può far crescere la sensibilità architettonica dei cittadini. Ma che la comunità architettonica locale sembra usare per rimirare se stessa più che per esprimere progettualità, ottimismo, voglia di confronto. Casa dell'architettura o casa della città. Una nota di Pippo Ciorra in ARCH'IT files.

 

15 novembre 2003

Padronanza quasi virtuosistica di composizioni volumetriche complesse. Passione per i sapori architettonici forti. Paola Giaconia presenta in ARCH'IT architetture il progetto di Eric Moss secondo classificato al concorso per la Biblioteca Nazionale del Messico. 'Una sensazione di vivace aggressività che ben risponde alla necessità -oggi sempre più forte e pressante, di fronte alla scialba banalità che contraddistingue così tanti spazi pubblici- di lavorare alla definizione di ciò che significa creare luoghi...'. In Not Just A Building Eric Owen Moss illustra le ragioni del progetto e spiega come un importante attrattore urbano quale la biblioteca può produrre benefici effetti sulla trasformazione urbana e sul benessere della città e della regione in cui sorge.

 

13 novembre 2003

Polisuperfici, Keyframing, Morphing, Metaball, Sistemi particellari. Sistemi dinamici, aperti e interconnessi che sposano scienza contemporanea e informatica. Dietro le quinte, Tecniche di avanguardia nella progettazione contemporanea: un volume di Francesco De Luca e Marco Nardini che svela le modalità per avvicinare la progettazione architettonica con l'informatica e per aprire nuovi campi di indagine. La presentazione di Antonino Saggio in ARCH'IT coffee break.

 

10 novembre 2003

Vetro, specchi, erba: giochi di luci che attraversano superfici in vetro, rimbalzano attraverso membrane specchianti, cambiano colore con il cambiare delle condizioni atmosferiche, provocano sensazioni e suggestioni sempre diverse. Un kit di montaggio costituito da pochi elementi e principi di assemblaggio per la realizzazione di strutture effimere per i parchi dell'EUR. Un progetto di Antonio Barbieri e Francesco Gazzotti in ARCH'IT architetture.

 

8 novembre 2003

Più una modalità, un'attitudine all'ascolto, che non un corpus disciplinare o un prodotto. In ARCH'IT books review, in collaborazione con Food for Minds, Italia Rossi presenta Artscape. El arte como aproximación al paisaje contemporáneo di Luca Galofaro, il volume recentemente pubblicato da Editorial Gustavo Gili. 'Ciascuno dei numerosi esempi rappresenta un insieme di informazioni e suggestioni che va ben al di là della semplice descrizione. Accanto alle immagini, rigorosamente in bianco e nero, la trattazione procede in un tutto organico di voci, tra i racconti in prima persona degli artisti e le considerazioni di Galofaro, che apre a riflessioni e a problematiche con approcci ogni volta diversi. Quello che colpisce, allora, di questo testo è che tutti i materiali raccolti, dalle citazioni letterarie che precedono ciascun capitolo, alle schede informative su alcune opere, ai racconti di artisti, architetti, paesaggisti, fino alle riflessioni dell'autore stesso sono messi su un terreno comune come esperienze da cui attingere, come contributi a partire dai quali si possano intravedere "nuovi paesaggi per vivere"...'.

 

7 novembre 2003

Un'Europa che sembra davvero troppo lontana. Il Mediterraneo oggi, dalla sponda mediorientale, appare soprattutto come un mare di distanza. Marialuisa Palumbo traccia alcune note a margine di un atelier svoltosi nella città di Aleppo, in Siria. 'Qui, al Centro Arabo di Arti Visive, vengono tutti per passione, nel tempo libero. Non hanno mai fatto un lavoro del genere, una tecnica mista di fotografia, fotocopia, collage, e pittura, e sono tutti molto colpiti... Tutti ascoltano con grande attenzione (ed invadono con entusiasmo l'ufficio della scuola per trasformare la fotocopiatrice da semplice replica documenti in strumento della loro pittura).Tutti si mostrano contenti e, ancor più, stupiti della nostra presenza. Nessuno può credere che siamo andate lì solo per questo: per tenere un atelier di pittura e scriverci su un articolo...'. I sensi del commercio. Un atelier ad Aleppo, in ARCH'IT files.

 

6 novembre 2003

Innovativa, radicale, vernacolare. Bianca dalle fondamenta al tetto. La Gelbe haus di Valerio Olgiati a Flims, presentata da Carlo Prati. 'Uno spazio in grado di richiamare alla memoria dell'osservatore -scrive Prati- le tipiche forme dei granai dell'Engadina oppure gli ampi spazi dei vecchi arsenali... un originale approccio al tema del riuso, un approccio che non permette la trasfigurazione degli elementi preesistenti all'interno di un vocabolario formale contemporaneo e alla moda ma, paradossalmente, sceglie di riferirsi a forme archetipiche proprie delle più antiche architetture rurali dei Grigioni, reinterpretandole in chiave astratta...'. In ARCH'IT architetture.

 

5 novembre 2003

Il concomitanza con la mostra 'Diener & Diener. Dentro il volume', inaugurata lo scorso 28 ottobre e aperta fino al prossimo 15 novembre, il SESV di Firenze propone domani alle ore 16.00 un incontro con l'architetto basilese Roger Diener. L'appuntamento, introdotto da Adolfo Natalini, è dedicato all'illustrazione dei progetti recenti, tra cui il discusso ampliamento della Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma. Dettagli in ARCH'IT convegni.

 

4 novembre 2003

'Can the architect project alternatives that deal with the urgent questions and issues of our civilization? Should architects take responsibility for creating a public sphere that reaches further than the principles of economic warfare? For making city centers into more than amusement parks for tourists? For uncovering landscapes that counter the culture of sprawl? To encourage activities other than shopping as the primary ritual of urban life?...'. A partire da domani, 5 novembre, la Princeton School of Architecture e la Harvard Graduate School of Design ospitano il simposio Against Reality organizzato dal Berlage Institute PhD Program in collaborazione con le istituzioni statunitensi. Durante l'evento Pier Vittorio Aureli, Alexander D'Hooge e Roemer Van Toorn presenteranno il loro lavoro di ricerca svolto all'interno del programma "Phd Progressive Research". Tra i partecipanti Stan Allen, Mario Gandelsonas, Michael Hays, Sarah Whiting, George Baird, Hal Foster, Kenneth Frampton e Anthony Vidler. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni.

 

2 novembre 2003

'Quando l'architettura nasce (e prende figura: sul foglio, sullo schermo) non è ancora tale. Non è ancora nata. Ma quando essa nasce davvero (sicché possiamo dire "eccola" e toccarla, annusarla, assaporarla) allora dobbiamo convenirne: era già nata molto prima...'. L'architettura illude il progettista che 'crede, come tantissimi cornuti, di avere catturato una volta per tutte "la sua preda" e che essa gli sia del tutto sottomessa. In realtà questa lo gioca, sfuggendogli...'. Quando nasce l'architettura? Ugo Rosa descrive ancora, in ARCH'IT lanterna magica, la sostanza delle nuvole.

 

2 novembre 2003

Un sobborgo appena fuori dalla città di Varsavia. Qui urban future organization (UFO) ha progettato l'estensione e lo sviluppo della sede di produzione della birra Warka. La caratterizzazione è affidata 'all'involucro, alla pellicola a colori diversificati che riveste con discrezione e misura gli impianti e che dà garbate e tematicamente accattivanti informazioni ai visitatori. Ne scaturisce l'appropriazione di uno spazio autonomo, un'articolazione intimamente legata alla essenza della costruzione, una enfatizzazione della propria identità in un emozionante gioco di privacy e di informazioni...'. In ARCH'IT architetture.

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