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ARCHIVIO DICEMBRE 2004

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30 dicembre 2004

All'indomani del disastro provocato lo scorso 26 dicembre dal tsunami che ha colpito molte regioni del sudest asiatico, Architecture for Humanity e Worldchanging hanno lanciato un appello per favorire la ricostruzione. L'iniziativa, che segue una serie di importanti azioni condotte da Architecture for Humanity nei luoghi dove l'architettura può fornire, dal canto suo, una forma di sostegno umanitario, è orientata non soltanto alla raccolta di fondi ma anche e soprattutto alla sensibilizzazione e al coinvolgimento di architetti e ingegneri che possano attivarsi per offrire gratuitamente il loro supporto. 'As many of you know -scrive Cameron Sinclair, direttore dell'organizzazione fondata nel 1999- in the past year we have recently been involved in responding to relief efforts in Bam, Iran and Grenada, where permanent and transitional homes where build for less than $2000 through local relief groups. These partnerships are formed with groups who employ local labor and utilize local construction techniques as well as economic and environmental sustainability...'.

 

29 dicembre 2004

L'architettura lascia spazio dove può, dove deve, ai suoi ospiti. Con la capacità di accogliere restando in silenzio a guardare. Così nasce per Spoltore lo Spazio Mammuth, di Enzo Calabrese, attraverso un esempio di collaborazione, sforzo progettuale, sensibilità culturale. 'Un design -scrive Enzo Calabrese in ARCH'IT architetture- per una strategia d'uso prima che un design della forma. Un programma di relazioni da ristabilire ai diversi livelli di complessità: territoriali, contestuali, percettive, funzionali. Così abbiamo ingabbiato il Mammuth: l'idea per farlo, sono una serie di volumi, alcuni esterni altri interni, delle vere e proprie scatole nelle scatole, ognuna di esse specializzata funzionalmente in modo diverso, e raccontata con materiali diversi, presi un po' qua, un po' là, nel mondo della realizzazione di tipo industriale. Tutte diverse ma tutte accomunate dal desiderio di partecipare alla creazione di un paesaggio diverso da quello attuale. Così abbiamo il foyer, un volume che risolve anche il tema dell'accoglienza all'esterno, da realizzarsi in lamiera di metallo ondulato e pre-schiumato, al cui interno trova posto un altro volume che avrà una superficie in lame di legno retroilluminate, destinato alla biglietteria, guardaroba e coffee-store, e al primo livello un ufficio di segreteria/amministrativo...'.

 

27 dicembre 2004

Brunetto De Batté propone due libri chiave da leggere contemporaneamente e così poter riavvicinare Le città invisibili di Calvino: 'Percorsi anomali' di Giuseppe Zuccarino e 'Taala' di Marco Ercolani. 'Calvino -scrive De Batté in ARCH'IT collection- ha sempre provato a parlare di spazio, come nelle Cosmicomiche dove argomenta la forma dello spazio o il racconto "senza colori" che introduce alla visione monocroma (un po' tipica quasi di tutte le scuole d'architettura), e dalle collezioni di sabbia o il parallelo Palomar sino ad arrivare alle Lezioni americane, il percorso si fa sottile e raffinato, astrae sempre temi di architettura, offrendo un prezioso settaccio dove far passare Eisenman, Holl, Ito, Piano, Foster... diventa una rilettura spoglia dai giochi di posizione stilistica o di categoria. Qui sta il punto: rileggere anche il Novecento non più per categorie di movimento ma per grandi temi riconducibili a letture possibili di chi usa e consuma lo spazio, fuori dagli specialismi...'.

 

26 dicembre 2004

Le due piazze a valle sono interpretate come porte: sono delle soglie, per chi viene da sud e per chi guarda verso sud. Giuseppe Vele, Corrado Di Domenico con Maria Rosaria Lombardo presentano Centolire, il progetto terzo classificato al concorso per il recupero e la riqualificazione delle piazze più rappresentative e significative della storia urbanistica del Comune di Montesarchio (Benevento). 'La direttrice visuale principale, sia per chi percorre la valle, sia per chi si trova al centro della piazza coincide -si legge nella relazione pubblicata in ARCH'IT architetture- con la Via Appia e costruisce una situazione percettiva di controcampo che abbiamo ritenuto determinante per la costruzione delle linee essenziali del progetto: ciò che si scorge arrivando da sud è un punto visuale concentrato -il declivio della Piazza Umberto I- e ciò che guardiamo da nord si apre in maniera decisa verso la valle. Si determina così, una sequenza di 'recinti' del territorio, che vanno dal piccolo (la Piazza grande), al grande (La Valle), allineandosi su di un vettore di trasformazione di scala che è rappresentato dall'Appia...'.

 

25 dicembre 2004

Spoleto, l'elegante cittadina del Festival Internazionale dei Due Mondi, potrà presto offrire alla vista e alla fruizione dei suoi visitatori una delle sue più prestigiose quinte urbane in una veste rinnovata: il Teatro romano. teatro è città è l'iniziativa voluta dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria di intesa con la DARC, Direzione per l'architettura e l'arte contemporanee, e in collaborazione con tutte le istituzioni territoriali, mirata a ripensare il rapporto tra il Museo, il Teatro romano ad esso adiacente e gli spazi urbani circostanti. Essa prevede un concorso internazionale di idee per definire un programma di valorizzazione del Teatro romano - restaurato e parzialmente ricostruito alla fine degli anni '50 ed oggi parte del Museo archeologico, aperto nel 1985 nel complesso dell'ex monastero benedettino di Sant'Agata. L'idea è quella di promuovere lo svolgimento di eventi culturali all'interno in un ambiente di pregio storico e architettonico, oltre che di sollecitare un percorso integrato dell'intero complesso archeologico che abbia come punti di eccellenza lo spazio museale e la scena teatrale. Il concorso prevede due fasi. Termine di iscrizione è il 31 gennaio 2005. In giuria, fra gli altri, Carmen Pinos e Mario Manieri Elia. Nomi di spicco anche nel comitato scientifico che sovrintenderà alla promozione dei risultati della gara e alle iniziative parallele (convegno e mostra): Luca Ronconi, Francis Menotti e Pio Baldi. (Francesca Oddo)

 

24 dicembre 2004

'Poche idee e progetti parziali'. Questo l'incipit del messaggio di Franco Porto sulle pagine di AntiThesi, dove l'architetto siciliano ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo di circostanziate osservazioni sul modo in cui sono state condotte negli ultimi mesi le vicende inerenti la valorizzazione e la conservazione della Villa Romana di Piazza Armerina, sito archeologico conosciuto per i suoi mosaici pavimentali e affidato alla tutela di Francesco Minissi fin dagli anni '70. Il 9 luglio scorso, la Giunta della Regione Siciliana ha affidato a Vittorio Sgarbi il ruolo di coordinatore delle iniziative mirate alla riqualificazione del sito, il quale ha deciso di avvalersi dell'esperienza di Mario Bellini, Guido Canali e Lucio Trizzino per elaborare proposte progettuali da prendere in esame. Perplesso il tono di Porto. 'La qualità dei progetti non è sembrata molto elevata ed il grado di definizione spesso approssimativo (…). L'esperienza di Piazza Armerina ha centrato l'obiettivo di comunicare all'esterno una situazione molto confusa, al punto che la realizzazione era stata ritenuta inopportuna dall'Assessore regionale ai Beni Culturali e inopportune anche le presenze dei funzionari regionali di riferimento alla tematica. Probabilmente era inopportuno alla politica ma molto utile all'Architettura. La Sicilia ha bisogno di una cultura del fare ed emarginare quella del non fare.' (Francesca Oddo)

 

23 dicembre 2004

Le rovine riescono a sfuggire al gioco folle del mondo contemporaneo, contrastando il carattere artificiale delle immagini. Vittorio Sanna recensisce Rovine e macerie. Il senso del tempo, la raccolta di scritti di Marc Augé, recentemente pubblicata da Bollati Boringhieri. 'Il patrimonio dei luoghi -scrive Vittorio Sanna in ARCH'IT books review- si presenta sempre più come un oggetto di consumo, al quale segue che il viaggio si costituisce come verifica di ciò che già si conosce come immagine. Un turista verifica che Venezia sia esattamente come le immagini dei dépliant o delle cartoline! Così il simulacro penetra sempre più nella realtà. L'uomo contemporaneo si fa cullare nell'illusione perché il suo mondo si dirige verso la propria spettacolarizzazione. È indicativo notare che per l'uso di Internet si usino i verbi "viaggiare" o "navigare", termini che non solo indeboliscono la differenza tra realtà e immagine, ma, in forza di questa indistinzione, rendono il senso illusorio di ubiquità. Allo stesso modo che per gli "oggetti" delle città, il turismo spettacolarizza anche la natura, le tradizioni, i costumi locali...'.

 

22 dicembre 2004

Virtualizzazione come modellizzazione. Come proiezione all'esterno di ciò che operiamo all'interno della nostra mente. Una riflessione di Luigi Prestinenza Puglisi, Reale o virtuale?, in ARCH'IT files. 'Mi sono sempre chiesto -scrive Luigi Prestinenza Puglisi- cosa è che rende un oggetto somigliante a un altro. Poiché la mia formazione è da architetto, ho dato una risposta in termini di geometria proiettiva. Un oggetto è immagine di un altro quando ne rappresenta una proiezione: un po' come succede quando si disegna una pianta di un appartamento e ad ogni punto della rappresentazione ne corrisponde uno dell'oggetto reale. Naturalmente non sempre avviene che le proiezioni, come invece accade nel caso della geometria descrittiva, sono esatte nel senso che ad ogni punto della realtà ne corrisponde uno e uno solo del simulacro e viceversa. A volte le proiezioni sono, per così dire, deformate, quasi delle anamorfosi. Come accade con una caricatura. A volte sono squisitamente metaforiche, come accade alla finestra di un computer rispetto alla finestra vera: ma qui andiamo oltre la virtualità della semplice apparenza. Cosa è che si proietta da un oggetto a un suo simulacro? Direi una forma, cioè il modo in cui certe cose sono organizzate. L'epistemologo Gregory Bateson ha mostrato nei suoi saggi, ritornandovi con una certa insistenza, che i termini forma, relazione e struttura possono esser considerati come sinonimi...'.

 

19 dicembre 2004

Un oggetto fortemente direzionato. Un lembo del terreno che si alza per ospitare e armonizzare le funzioni richieste. Il progetto di Francesco Gatti e Giampiero Sanguigni per una torre delle telecomunicazioni a Sogliano al Rubicone. 'Una serie di belvedere posti ogni 6 metri -si legge nella descrizione del progetto pubblicata in ARCH'IT architetture- permetterà lo svelarsi progressivo del panorama; man mano che il visitatore salirà lungo la torre potrà, sporgendosi da degli affacci praticati nella "pelle verde" del prospetto, godere della vista su Sogliano e sui fondovalle altrimenti nascosti. La torre potrà essere un vero e proprio osservatorio verde, un organismo vivente capace di uniformarsi con il paesaggio e di reagire al cambio di stagione. Varrà per la struttura un principio di introversione-estroversione, perché sarà allo stesso tempo luogo da cui osservare e punto di riferimento nel territorio...'.

 

16 dicembre 2004

Concorso per Les Halles. Una decisione consensuale e timorosa favorisce il progetto di David Mangin. Tra tradizione e ordinarietà. Ne parla Claire Gaillard in ARCH'IT files. 'L'architetto parigino, autore di un progetto senza potenza né personalità architettonica, è passato davanti a tre mastodonti dell'architettura internazionale come Rem Koolhaas, Jean Nouvel e MVRDV. Quest'ultimo, con un progetto che prevedeva una piazza vetrata sospesa, difficile da capire e da realizzare, è stato il primo ad essere eliminato dal concorso. Jean Nouvel è stato il secondo escluso all'unanimità dai rappresentanti dei verdi e dei commercianti, con un programma visto come troppo "denso", con un giardino terrazza soprelevato che avrebbe creato una rottura troppo forte del paesaggio urbano. Infine, il progetto di Koolhaas, ambizioso e originale, caratterizzato da una decina di torri in vetro colorate che fuoriescono dalla galleria sotterranea, è stato fortemente sostenuto dalla critica architettonica, da architetti e dal pubblico. Con un programma forte e vivo, la proposizione di Koolhaas ha avuto la preferenza del capo dell'urbanistica del comune Jean-Pierre Caffet, del verde Denis Baupin e anche di Bertrand Delanoe stesso, per il quale l'idea di un "canyon" proposto per risolvere le relazione fra superficie e spazi sotterranei era pertinente...'.

 

16 dicembre 2004

Hans Ibelings e Arjan Groot scelgono, con la rivista «A10», di 'rappresentare la cultura europea, indicando con questo, un territorio non necessariamente coincidente con quello geografico, ma estremamente ampio, complesso e multilingue'. Ibelings, scrive Michele Costanzo, coglie la dimensione europea come 'un campo d'interesse da indagare, e da stimolare, in quanto egli vede in essa un ambito, ideale e reale, ancora non totalmente esplorato, da cui poter cogliere indicazioni utili per uscire dalla situazione di stallo della attuale ricerca architettonica'. Seguendo un percorso molto diverso «Maja», la principale rivista estone di architettura si è affermata come testata nazionale raggiungendo una propria identità editoriale ed una libertà di movimento che le permette di adottare un approccio critico nei confronti delle questioni pertinenti al progetto in generale e di attivarsi come cronaca trimestrale delle trasformazioni in atto che il Paese vive oramai da qualche anno e che danno luogo a una stagione particolarmente metamorfica sul piano politico, sociale, culturale ed ambientale. Nel presentarla, Nicola Desiderio sottolinea la disattenzione mostrata nei confronti della singolarità estone anche in occasione dell'ultima Biennale di Venezia, ricordando come 'di tutti gli autorevoli sfoghi letti nelle riviste di settore nei confronti di quest'ultima edizione [...] nessuno si è accorto del Padiglione Estonia e di ciò che rappresenta proprio alla luce delle tante critiche...'. Alle 'singolarità' è dedicato l'ultimo numero di «Anfione e Zeto», diretto da Margherita Petranzan. Manfredo di Robilant, nel presentare il volume, ricorda quanto la rivista sia marcata 'dallo scavo mai scontato delle ragioni della progettazione, a partire da letture monografiche di edifici realizzati'. La pubblicazione è rivolta alla presentazione della Città della Cultura di Galizia progettata da Peter Eisenman a Santiago de Compostela. 'Pur se non ancora inaugurato -annota Manfredo di Robilant-, l'intervento dell'architetto per la Città della cultura a Santiago de Compostela, trattato in questo numero, viene considerato alla stregua di architettura compiuta...'. ARCH'IT riviste, per cura di Matteo Agnoletto, offre nuovi importanti scorci sul panorama descritto dalla pubblicistica specialistica.

 

16 dicembre 2004

L'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Piacenza ha promosso, in occasione della mostra relativa al concorso di idee per la riqualificazione di Piazza Cittadella, la realizzazione di un programma di video d'architettura. L'evento, organizzato con la collaborazione di iMage, si svolgerà oggi, a partire dalle ore 18.15, all'interno della Cappella del Caramosino di Palazzo Farnese a Piacenza. Le opere proposte, presentate nell'ambito del festival BEYOND MEDIA e parte dell'archivio multimediale di iMage, sono state selezionate al fine di descrivere un singolare percorso attraverso l'architettura italiana contemporanea, confrontato con alcune significative produzioni internazionali che si distinguono per qualità ed efficacia generale del prodotto.

 

15 dicembre 2004

Nella suggestiva cornice delle Dolomiti e all'interno del villaggio ex-Eni progettato da Edoardo Gellner negli anni '50, Collaboratorio di Furio Barzon presenta Nuova Architettura, simposio dedicato alla giovane generazione degli architetti italiani. Dal 16 al 19 dicembre, il Villaggio Corte di Cadore di Borca di Cadore ospita oltre cento realtà italiane di progettazione under 36, selezionate in base ai successi ottenuti nell'ambito di concorsi di progettazione nazionali ed internazionali. L'incontro, comunque aperto a tutti gli architetti italiani, prevede tavole rotonde alle quali prenderanno parte i referenti di alcune tra le realtà mondiali più all'avanguardia nell'industrializzazione informatica del processo costruttivo: Gehry Technologies, Arup, Permasteelisa. Partecipano all'evento, fra gli altri, Antonino Saggio, Daniele Mancini di Interaction Design Institute Ivrea, nicole_fvr/2A+P. A cinque giorni dalla scomparsa di Gellner, l'incontro diventa non solo un'occasione per discutere di 'nuova architettura', ma anche la celebrazione di un architetto la cui coraggiosa vocazione è stata quella di sposare il "nuovo" al contesto conservatore delle Dolomiti. (Francesca Oddo)

 

14 dicembre 2004

In scena '18 dicembre 2004 saluti da Pelago', il primo atto di un progetto firmato da Nicoletta Artuso, Andrea Balestrero, Gianandrea Barreca, Antonella Bruzzese, Maddalena De Ferrari, Fabrizio Gallanti e Massimiliano Marchia, in arte A12. Il gruppo genovese ha fornito consulenza scientifica e progetto grafico per 'Saluti da Pelago', iniziativa a cura della Fondazione Lanfranco Baldi che, attraverso la realizzazione e la spedizione di cartoline raffiguranti le emergenze del territorio del piccolo paese toscano, a musei, gallerie, artisti, critici, curatori, mira a rilanciare le qualità del borgo. '18 dicembre 2004 saluti da Pelago' sarà la festa di premiazione del concorso, la presentazione delle cartoline e l'inizio della spedizione postale. Saranno in esposizione tutte le immagini fatte pervenire per la partecipazione al concorso. L'evento e la mostra sono a cura di Anna Lucia De Luca e Francesca Sarti, su un'idea di Pier Luigi Tazzi. La festa, in compagnia degli A12, Arabeschi di Latte, Robert Pettena, Sissi, Nico Vascellari | With Love, avrà inizio alle 18 e si chiuderà alle 23. La mostra e i residui dell'evento saranno visitabili fino al 18 febbraio 2005. (Francesca Oddo)

 

13 dicembre 2004

A tre anni di distanza dal crollo dei grattacieli di Yamasaki è possibile fare il punto su Ground Zero. Giovanni Corbellini commenta l'uscita del volume Groundzero.exe, di Matteo Agnoletto. Il nodo estremamente complesso delle questioni in gioco. Le necessità di rappresentazione simbolica. Le pulsioni del capitalismo newyorkese. 'In attesa che il tempo interponga una distanza critica sufficiente verso questi progetti newyorkesi (forse un giorno paragonabili per importanza al lontano concorso per il Chicago Tribune) e che un emulo di Rem Koolhaas ne ripercorra, retroattivamente, le conseguenze, l'agile ricerca di Matteo Agnoletto -conclude Giovanni Corbellini in ARCH'IT books review- ha il merito di sottoporli a un confronto serrato, informato e intelligente, immergendoci in tempo reale in una vicenda che tocca la materia viva dell'oggi.'

 

11 dicembre 2004

Peter Eisenman: la sua tecnica geniale e rivoluzionaria. Antonino Saggio spiega (Linee Virtuali) come Castelvecchio, oggi, non è pensabile senza Cannaregio, ieri. E propone, nel giorno in cui Peter Eisenman tiene a Como la conferenza di chiusura delle celebrazioni di Giuseppe Terragni (vedi ARCH'IT convegni), un ricordo di Bruno Zevi. 'Nell'operazione che Eisenman propone a Verona nel 2004 a distanza di 26 anni dal progetto di Venezia -scrive Antonino Saggio in ARCH'IT coffee break-, vi sono da notare molti punti che evolvono questa antica traccia di ricerca. Innanzitutto l'architetto decide di non celebrare se stesso attraverso una esposizione dei propri lavori ma propone una maniera che è allo stesso tempo più modesta e più ambiziosa. Non espone se stesso ma le proprie idee. Da qualche parte lo ha detto: "Voglio essere ricordato per le mie idee". In brani del progetto emergono spazi, organizzazioni, frammenti dei progetti significativi del suo pensiero (da Cannaregio appunto, a Santiago di Compostela). Anche qui a Verona, griglie, letture in profondità delle stratificazioni storiche creano l'orditura del nuovo progetto, ma tra le maglie di quel modo di operare prende corpo quasi insensibilmente una vibrazione difficile, una intuizione "pura". Cerchiamo di capirci...'.

 

8 dicembre 2004

L'isolario dalmata percorso da Marialuisa Palumbo descrive l'architettura come sistema di sopravvivenza e conoscenza. Come veicolo per navigare e osservare lo spazio, per cercare di rendere visibile o sensibile ciò che non è normalmente accessibile ai nostri sensi o alla nostra comprensione. 'Ripenso alla discussioni in aula sulla teoria di Gaia -scrive Marialuisa Palumbo in ARCH'IT files-, l'ipotesi che la Terra nel suo complesso sia un sistema vivente auto-organizzato, e sulla possibilità di utilizzare questa idea, insieme al complesso della prospettiva biologica e di quella tecnologica, per sviluppare un nuovo orizzonte di significato in cui collocare l'attività progettuale. Ripenso alle discussioni con Marcos Novak su ciò che rende qualcosa "architettura" ovvero su cosa fa sì che un progetto si distingua dagli altri ed emerga in rilievo rispetto alla pratica comune del costruire o dell'immaginare. E mi accorgo che "la perfetta coerenza del sistema" tale che non sia possibile spostare un chiodo senza perdere il tutto, per me è oggi totalmente priva di significato se non all'interno di quella coerenza più vasta che deriva appunto dalla capacità di entrare attivamente in relazione col sistema globale in cui viviamo, impattando su di esso come fattore di equilibrio, o ri-equilibrio, piuttosto che di disequilibrio...'.

 

8 dicembre 2004

Dopo la Walt Disney Concert Hall di Gehry e la Cattedrale "Our Lady of the Angels", opera di Moneo, un'altra grande opera architettonica terminata recentemente, caratterizza il centro di Los Angeles. Nicolai Ouroussoff presenta, sulle pagine del New York Times, (A Building as a Beacon for a City's Plans) il Caltrans District 7 realizzato da mOrphosis, lo studio californiano di Thom Mayne. All'interno dell'edificio trova sede l'ente che gestisce la spettacolare rete autostradale della città, capolavoro ingegneristico e vera e propria icona urbana. Con questo progetto Mayne va controcorrente rispetto al trend architettonico delle grandi città americane, rifiuta la scelta della piccola scala con aree pedonali, spesso sostenuta con la pretesa di "salvare" i centri. "On the contrary, his design sprouts from an intuitive understanding of what gives cities their meaning: their clashing scales and vibrant ethnic mix." Le dimensioni dell'edificio sono imponenti, e Mayne ha optato per caratterizzarle attraverso una pelle in vetro; "The effect is magical at night, when the building dissolves into a shimmering slab of glass. But more subtly, the varied textures of the facade's movable surfaces break down the building's sense of anonymity, hinting at the life buzzing inside. And the design aggressively engages its surroundings with a hierarchy of public zones that sweep right up through the building." (Samuele Martelli)

 

5 dicembre 2004

Una doppia pelle in legno restituisce l'illusione di un corpo cavo scavato nel tronco di un albero. In ARCH'IT architetture Carlo Prati presenta la Stiva da morts di Gion A. Caminada, un edificio pubblico a vocazione religiosa, annesso alla chiesa ed al cimitero di Vrin, un piccolo insediamento rurale ai margini estremi della Valle Lumnezia cuore dell'area Romanda del canton Grigione. 'Caminada si serve del materiale –e dei trattamenti ad esso associati- per trasfondere nella struttura portante la dimensione sacrale. Il legno, che insieme alla pietra ed al cemento costituisce il corpo dell'edificio, si differenzia nel trattamento: verso l'esterno la costruzione è stata rivestita con la caseina, una miscela mista tra Quark (una specie di formaggio bianco) e calcare; all'interno invece le pareti ed il soffitto sono protetti da uno strato di lacca translucida (Schellack). Questo processo mediante il quale si modifica apparentemente l'intima natura del materiale, in realtà lo nobilita e lo preserva dal degrado indotto dagli agenti atmosferici, inoltre la tinta bianca permette di avvicinare la Stiva all'edificio religioso e di ereditarne al contempo le valenze spirituali e simboliche...'.

 

5 dicembre 2004

In occasione del centenario di Angelo Frisa, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino si inaugura Unintentional Beauty. Una mostra fotografica, 'Angelo Frisa: ingegnere tra progetto e calcolo', curata da Carlo Olmo e comprendente foto inedite di Gabriele Basilico sull'autostrada Torino Milano e sul viadotto del Gran San Bernardo. Un incontro di apertura, in programma oggi alle 18.30, sul tema 'Il patrimonio industriale di Torino: memoria e recupero' (vedi ARCH'IT convegni) farà il punto sul problema del recupero del patrimonio industriale della città. In questa occasione, insieme agli interventi di Sergio Chiamparino, Paolo Verri, Filippo Scognamiglio, Marco Visconti, Gabriele Basilico, Carlo Ratti, Emanuela Recchi, Giampaolo Rosso, Marco Borini, il city architect Carlo Olmo illustrerà in anteprima il progetto di salvataggio di un pezzo forte dell'eredità industriale di Torino: le Officine Fiat Grandi Motori. Alla tavola rotonda partecipa Antoine Picon, storico di architettura e tecnologia e docente presso la Harvard University, con un intervento del quale ARCH'IT files anticipa alcuni passaggi.

 

4 dicembre 2004

La rimozione del soprannaturale, il pensiero negativo, l'assenza, il silenzio, il nulla, il vuoto. Sono elementi fondativi e pervasivi della modernità. Non solo in ambito filosofico, ma soprattutto nelle scienze naturali e nelle più diverse manifestazioni culturali e sociali. Assenza. Un nuovo percorso di Giovanni Corbellini nei sentieri bibliografici proposti da ARCH'IT parole chiave. 'In questo vivace proliferare di sperimentazioni attorno al nulla, l'architettura, per una volta, non segue a rimorchio le conquiste di arte e scienza, ma si fa protagonista della ricerca sul vuoto, costruendo proprio su di esso la sua originale identità di disciplina moderna. Una storia dell'assenza nell'architettura occidentale potrebbe cominciare infatti con la rivoluzione prospettica, dove zero e infinito mostrano la loro indissolubile relazione (vedi Karsten Harries, 'Infinity and perspective', The MIT Press, 2001), e con il superamento della concezione chiusa della cosmologia medievale che apre allo spazio barocco (Leonardo Benevolo, 'La cattura dell'infinito', Laterza, 1991). Passerebbe per le ricerche manieristiche dello Zuccari e del Palladio richiamate da Colin Rowe come ascendenti del quadrato bianco al centro della facciata di villa Schwob di Le Corbusier ('Mannerism and Modern Architecture', in "Architectural Review", 1950, ristampato in Id., 'The Mathematichs of the Ideal Villa and other Essays', The MIT Press, 1976)...'.

 

2 dicembre 2004

"Venez, circulez, participez et parlez-en!" È l'esortazione contenuta nella presentazione del 9. Festival des jeunes créations, in programma a Losanna dal 3 al 4 dicembre. Il consueto appuntamento dedicato all'esplorazione dell'humus creativo giovanile ospita artisti svizzeri e internazionali chiamati a raccontare i loro lavori: dalla danza al teatro, dalla musica al cinema, alla performance e all'architettura. L'obiettivo dell'iniziativa, organizzata dal Comité des Urbaines (Tanguy Ausloos, Boris Hoogeven, Corinne Martin, Sarah Neumann, Florian Schmied, David Vessaz) in collaborazione col comune di Losanna, è quello di promuovere le giovani promesse dell'arte e di fornire loro un palcoscenico -dieci diversi luoghi culturali per la città- per illustrare le proprie idee. Presenze ludiche e politico-sociali nel campo delle installazioni. Tra gli altri, al F'ar -Forum d'architecture-, ma0 presenta Touch Screen, una passeggiata all'interno di un tubo di tela dal quale emergono immagini, luci, contatti in un'atmosfera ovattata e intima. Al Circuit è di scena l'Osservatorio Nomade/Stalker con l'installazione Le Traité de Lausanne e il progetto Egnatia. (Francesca Oddo)

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