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31 maggio 2004 Per la maggior parte progetti presentati in occasione di concorsi, mostre e convegni, nazionali e internazionali. Una parte cospicua del lavoro di IaN+ è contenuta nel volume intitolato alle Interferenze con il reale. La presentazione di Matteo Zambelli, in ARCH'IT books review, passa in rassegna i numerosi progetti che lo studio basato a Roma ha prodotto dal 1997 ad oggi, individuando un singolare e importante percorso nella ricerca italiana contemporanea. 'Io propongo -scrive Zambelli- due chiavi di lettura intrecciate, l'innesto e l'ibridazione natura e architettura, attraverso le quali spiegare il titolo del libro. Mi sembra che nei progetti di IaN+ l'interferenza sia generalmente prodotta attraverso l'innesto. In botanica l'innesto consiste nel trasportare una parte di una pianta dotata di gemme su una pianta radicata al suolo, favorendone la saldatura e lo sviluppo, in modo da formare un solo individuo, normalmente migliore o diverso, determinato sia dalla parte innestata sia dalla pianta che lo ospita. Allo stesso modo, le architetture di IaN+ si collocano nel territorio, o nella città, come innesti che crescono in parte determinate dal luogo e in parte modificando il luogo stesso...'.
30 maggio 2004 Una pelle che si sfoglia e si piega. È il luogo dei riflessi, dei riverberi visivi. Le finestre scompaiono, le squame disegnano tagli e sporti. L'edificio polifunzionale ex cinema Arena Braga a Giulianova, di Giovanni Vaccarini. 'L'edificio -scrive Vaccanini nella relazione di progetto pubblicata in ARCH'IT architetture- accoglie delle residenze temporanee per vacanze. L'idea, anche in ragione della morfologia fortemente allungata dell'edificio, è quella di pensare questi spazi quasi come spazi nautici più che come residenze piantate sulla terraferma; l'accesso a tutti gli alloggi avviene da un lungo "ponte" posto all'ultimo piano, da cui si distribuiscono gli ambienti giorno degli alloggi...'.
30 maggio 2004 Una bella lezione. Quando l'architettura non è solo un valore linguistico posticcio che imballa contenitori desueti, ma diventa essa stessa struttura spaziale primigenia, città, paesaggio. Aldo Aymonino su Giovanni Vaccarini. 'Questo obiettivo costante -scrive Aymonino in ARCH'IT files- accompagna tutto il lavoro di Giovanni Vaccarini: dalla piccola scala dell'edificio in un lotto stretto e lungo a Giulianova in cui le pareti laterali si flettono come scaglie per andare a catturare la luce, in un gesto di ammirato omaggio agli amati Moretti e Coderch; alla scala urbana dei lavori di Jesolo e di Ortona (concorsi nazionali, entrambi vinti) in cui la plastica volumetrica riesce a disegnare città nell'urbanizzazione pulviscolare del nord-est, mentre nel centro storico della città abruzzese la sapiente strategia dell'inserimento di nuovi volumi innesca una nuova modalità d'uso spaziale di parti di città altrimenti destinati al degrado o all'abbandono...'.
28 maggio 2004 'Un parallelepipedo composto di cinque lati con tetto piano tagliato da un piano inclinato, una rampa che collega l'ingresso ai locali sottostanti e allo spazio superiore, sollevandosi dal suolo. La porta d'ingresso della casa, con angoli smussati, ricorda lo sportello di una cassaforte. Un volume rigido e compatto emerge al centro dell'abitazione, al suo interno una scala di metallo traforato attraversa la selva naturale per accedere al bagno, chiuso da una grande parete di vetro...'. In ARCH'IT architetture Matteo Costanzo presenta le Jardin d'Hybert, di Décosterd & Rahm, associés. Il luogo più intimo della vita dell'uomo, uno spazio climatico costruito intorno al cuore della casa.
26 maggio 2004 Una città nomade continua, come quella delle mappe situazioniste, o un territorio tutto indifferentemente artificiale, in cui architettura e natura sono forzate ad una sintesi definitiva. Ad Ascoli Piceno, alla Libreria Rinascita, avviando il ciclo di incontri promossi dalla locale Facoltà di Architettura e dall'Ordine degli Architetti, Gabriele Mastrigli discute di Walkscapes e Artscapes con Francesco Careri e Luca Galofaro. Partecipano Pippo Ciorra e Cristiano Toraldo di Francia. Con Ultimate Landscape, I Mercoledì dell'architettura diventano una serie di pubblicazioni selezionate, ospitate e dibattute all'interno di ARCH'IT books review. 'Io parlo di erranze nei secoli -dice Careri- perché perdersi è un fatto sempre attuale, e forse il sapersi perdere è un valore tutto da imparare. Io in fondo ho sempre misurato la bellezza di una città anche dalla sua capacità di farti perdere...'. 'Ho cercato più che altro -afferma Galofaro- di trovare una chiave di lettura del contemporaneo che evidenzi un tipo di azione sul paesaggio e non il risultato formale...'.
26 maggio 2004 Sul bordo del caos. Nella necessità di articolare il rapporto da essere reale ad essere digitale e viceversa, verso la dimensione sociale della interazione. In ARCH'IT interview Marialuisa Palumbo intervista Mauro Annunziato. 'Il passaggio da un ambiente puramente virtuale ad un ambiente ibrido reale-virtuale -afferma Mauro Annunziato- è stato ed è realmente una sfida difficile ed affascinante [...] abbiamo cercato di lavorare sul concetto di ecosistema ibrido reale-virtuale dove ogni azione e/o interazione lascia un segno nel sistema che potrebbe essere nella mente o nella cultura degli esseri digitali che lo abitano, ma anche nello sviluppo di una nuova capacità interattiva del visitatore umano. Le difficoltà sono molte ed insidiose: occorre evitare di determinare univocamente il futuro dell’ambiente lasciandone aperta l'evoluzione e la possibilità di una crescita progressiva della complessità in cui l'uomo possa giocare un ruolo determinante ma non totalitario, attraverso l'interazione...'.
25 maggio 2004 La persona al centro del progetto. La sistemazione della piazza, l'allestimento, l'arredo della Piazza Vittorio Emanuele II a Moncalieri. In ARCH'IT architetture il progetto di mGm (Luca Macrì, Michele Gueli, Claudio Marino), secondo classificato al concorso di idee recentemente conclusosi con la vittoria del gruppo capeggiato da Flavio Bruna. 'Lo spazio di sosta centrale -si legge nella relazione del progetto di mGm- è risolto da una serie di piani triangolari inclinati che potendosi percorrere lungo i lati permettono di superare l'importante dislivello che contraddistingue questo spazio storico, con una pendenza dell'8%. I lati di questi piani inclinati hanno una lunghezza massima di 10m e si inseriscono nel tessuto esistente arrivando in piano con la pavimentazione attuale. I piani si susseguono l'un l'altro senza soste...'.
23 maggio 2004 Una finestra sul trasferimento. Una nota di Luca Bartolini presenta il volume di Ingrid Paoletti dedicato alla discussione dei possibili scenari per le tecnologie innovative in architettura. 'La proposta di una finestra evoluta ad assetto variabile -scrive Bartolini in ARCH'IT books review- può essere interpretata come una proposizione dell'autrice di una delle strade che il progettista può intraprendere avvalendosi delle conoscenze dell'industria. Il serramento progettato risulta sicuramente stimolante, anche se sarebbe doveroso verificarne l'applicazione in una situazione reale, così da valutarne tutte le prestazioni durante la vita e il normale utilizzo...'.
21 maggio 2004 La fisicità del Patent Building diventa lo sfondo per lo spettacolo offerto dalla pacata seduzione, aerea e diffusa, della copertura vetrata e dei nuovi volumi di ampliamento, sospesi. Un interno con una copertura drammaticamente spettacolare, quello elaborato da Eric Owen Moss per il concorso internazionale in due fasi finalizzato all'ampliamento del Patent Office Building, che oggi ospita lo Smithsonian American Art Museum e la National Portrait Gallery. Lo presenta Paola Giaconia in ARCH'IT architetture. 'Il bando richiede una soluzione temeraria ed energica: "the objective of this competition is to select an architect to create a singular vision for a cultural landmark in the nation's capital; (...) to establish the most dynamic and exuberant vision for the project". Un progetto iconico che possa divenire espressione delle "ambizioni culturali cittadine"...'. La richiesta di una proposta visionaria. Ma la giuria preferisce il progetto di Sir Norman Foster, più accademico e controllato.
20 maggio 2004 L'architetto è ontologicamente vecchio. Vecchio come le montagne, vecchio come la materia e come la luce. Come tutti i vecchi pratica il limite, circoscrive e confina. Ugo Rosa si sofferma sui sonetti (alchemici) che, nel trattato inedito d'autore ignoto, introducono ad un capitolo sulla tecnologia dei materiali. 'C'è un attimo, dunque, -annota Rosa in ARCH'IT lanterna magica- in cui la materia viene alla luce: quest'attimo è quello in cui l'artefice stesso vede la luce. Luce, materia e artefice sono, in quell'attimo, una cosa sola. L'aurora della materia è, insieme, quella dell'artefice e la luce appare con essi: lasciandoli apparire. Sembrerebbe dunque davvero, come dice il mistico, che "Dio ha bisogno di me": egli, l'artefice supremo, ha in effetti bisogno di me, del fango e dell'albero per venire, assieme a me, al fango e all'albero, alla luce...'.
Utopia e Tradimento. Da un lato l'entusiasmo di proporre nuovi scenari progettuali e culturali, dall'altro il brusco confronto col continuo tradimento e fallimento degli ideali. Si discuterà di questa frustrante tensione dialettica il 19 e il 20 maggio nell'ambito del forum internazionale organizzato alla Triennale di Milano in seno alla Festa dell'Architettura. Il tema è alto, impegnativo, complesso. Non a caso Luca Molinari, curatore dell'incontro, ha chiamato a partecipare al dibattito alcuni fra i nomi più significativi della cultura architettonica contemporanea a livello internazionale. La prima giornata vedrà gli interventi di David Trottin, Stefano Mirti, Lorenzo Romito del gruppo Stalker, Walter Aprile, Antonella Bruzzese per gli A12, François Roche. Tema: 'Utopia, Visioni, Viruses, Games & Politics'. Moderatori Marco Brizzi e Paola Nicolin. Nella seconda giornata la Triennale aprirà il salone d'onore ad Andrea Branzi, Odile Decq, Alberto Iacovoni di ma0, Peter Cook. Il tema sul quale verterà il confronto sarà 'Avanguardia, Tradimento, Iper-modernità, Nostalgia'. Moderatori Cloe Piccoli e Mirko Zardini. Molti altri ancora i partecipanti, altrettanto autorevoli, e gli interventi in programma. Curiosità e compiacimento per la presenza di Massimo Cacciari e Luca Sofri. Appuntamento alle 10.00 di dopodomani in Triennale. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)
17 maggio 2004 Quattro parti relazionate tra loro da geometrie interdipendenti. Rampe e scalinate permettono di attraversare l'edificio su tutti i livelli. Il nuovo Blue Moon al Lido di Venezia, di Giancarlo De Carlo: un progetto che può essere letto come un testo che raccoglie pensieri e frammenti. Lo presenta Filippo Forzato in ARCH'IT architetture. 'Progettare -annota Forzato- può diventare l'occasione per conservare testimonianze, non necessariamente nel senso di conservazione dei manufatti, ma nelle personali interpretazioni dei luoghi. In questo serve capacità di sintesi e coerenza; scelte coraggiose e compromessi. Un operare difficile, che può portare a scrivere un testo incompreso senza gerarchie, o un'opera impareggiabile...'.
17 maggio 2004 ILA&UD: progettazione tentativa e partecipazione. I trent'anni dei laboratori internazionali fondati da Giancarlo De Carlo, in una nota di Laura Masiero da oggi in ARCH'IT files. 'La prima sede -scrive Laura Masiero- è stata Urbino. Successivamente il laboratorio si è trasferito in altre città, Siena, San Marino di nuovo Urbino, per approdare da ormai 7 anni a Venezia dove contribuisce con innumerevoli proposte al dibattito architettonico all'interno e all'esterno della città. Il laboratorio si occupa della trasformazione dell'ambiente fisico, si propone di promuovere la ricerca di nuove metodologie e tecniche di progettazione, e di favorire i contatti e lo scambio culturale tra docenti e studenti di diversi Paesi e università. "La ricerca di questo linguaggio [ha affermato De Carlo] implica di capire e di ridefinire in termini creativi la natura dei rapporti che si svolgono tra i gruppi sociali e lo spazio fisico e che sono ogni volta diversi come la natura e la storia dei luoghi dove accadono"...'.
14 maggio 2004 Come la moda, il Design svolge la funzione di indicare un futuro che in realtà è già iscritto nel presente. The Salone. How to do it manual. Giannino Malossi presenta le strategie e delle modalità di avvicinamento ad un evento espositivo originale e di successo. 'Il design -scrive Giannino Malossi nella sezione ARCH'IT esposizioni- non è merce da essere manipolata ai fini della comunicazione. Il design è comunicazione in quanto tale (lasciando gli aspetti più tecnici da parte). Il Salone ha il successo che ha perché è il luogo (e il momento) in cui vengono esercitate le qualità comunicative e sociali condivise dalla comunità del design italiano (progettisti, critici e business)...'.
13 maggio 2004 Digital Odyssey. Chi, tra i nuovi architetti del Mediterraneo è la nostra Penelope, che tesse il giorno e sfila la notte? Quali gli odori e i sapori che istintivamente riconosciamo come nostri? L'introduzione di Antonino Saggio al nuovo volume di IaN+. Come scrive Saggio nell'introduzione al volume, consultabile in ARCH'IT coffee break, riferendosi agli esempi portati dagli autori, la 'consapevolezza che accomuna molte ricerche gravita sul concetto di territorio. In queste terre, il paesaggio è sentito come fatto antropico che connette in un insieme continuo città, architettura, coltivazioni e grandi emergenze naturali. Questa idea di territorio antropizzato conduce logicamente al tema dell'ecologia e quindi ad un uso in qualche modo consapevole delle risorse. Di questo specifico aspetto IaN+ ha fatto un tema chiave anche della propria personale ricerca progettuale ed ha elaborato una serie di linea guida. Ma il pensiero neoecologico non è come ben sappiamo scisso dal pensiero digitale anzi l'uno è la stessa faccia dell'altro...'.
11 maggio 2004 Il concetto di riciclo nel mondo della moda? Lo illustra per un mese la mostra 'Materia DiFforme '60 – Una rivoluzione di moda' in programma alla Fornace di Asolo dal 23 maggio al 27 giugno 2004. Angelo Pauletti, curatore della mostra, racconta il contesto sociale nel quale si è affermata la moda casual, quando accostamenti audaci, fantasie floreali, gioielli di plastica diventano la traduzione nel campo dell'abbigliamento della rivoluzione degli anni Sessanta e dei nuovi valori imposti dai giovani: anticonformismo, libertà, dinamismo. Grazie al contributo di alcuni tra i più importanti archivi di moda e design italiani verranno esposti vestiti e accessori d'epoca inseriti in una cornice d'arredamento vintage. Promossa dalla Confartigianato di Asolo, l'esposizione prende le mosse dagli anni Sessanta per illustrare il percorso di alcune realtà d'impresa protagoniste a livello mondiale del linguaggio casual (Benetton, Replay, Diesel) che delle strategie di comunicazione e del design hanno fatto la loro carta vincente. Inaugurazione sabato 22 maggio. (Francesca Oddo)
10 maggio 2004 Anselmi architetto-sarto, attrezzato con gli strumenti della disciplina, che modella elementi geometrici bidimensionali a partire dai luoghi. Il commento di Gabriele Mastrigli sulla mostra Alessandro Anselmi. Piano Superficie Progetto, aperta al MAXXI di Roma fino al prossimo 16 maggio. 'Una architettura bilanciata -scrive Mastrigli in I luoghi del superficiale, l'intervento ospitato da ARCH'IT sopralluoghi-, leggera e aperta come una scultura di Calder, che rifiuta l'unità e proclama l'apertura geometrica e la costruzione dello spazio per sequenze di immagini architettoniche [...]. Le architetture di Anselmi sono dunque sempre "muri che si arrotolano, si contorcono, si intersecano", le superfici -curve, sghembe o complesse- insieme ai piani sono gli elementi che dominano la composizione. Il vuoto tra di essi è quindi il tema principale di una architettura di fatto anti-oggettuale (la predilezione per le forme zoomorfe non tragga in inganno). Una architettura bilanciata, leggera e aperta come una scultura di Calder, che rifiuta l'unità e proclama l'apertura geometrica e la costruzione dello spazio per sequenze di immagini architettoniche...'.
10 maggio 2004 Un grande serissimo gioco. Un racconto che narrasse metaforicamente anche gli aspetti più nascosti e intimi di un itinerario creativo eterodosso, unico nel suo apparentemente contraddittorio sviluppo. Valerio Palmieri illustra in ARCH'IT files il progetto di allestimento della mostra dedicata ad Anselmi. 'Lo spazio delle sale espositive è stato occupato da oggetti, quasi delle sculture, che fungessero da filtro tra queste diverse sezioni tematiche e che contemporaneamente fossero in grado di sintetizzarne con un'immagine spaziale le diverse fasi di sviluppo. È in questo senso che vanno intesi i due grandi dinosauri posti negli ambienti d'ingresso, così come la spigolosa spirale rossa a chiusura del percorso espositivo, sorta di labirinto che metaforicamente rimanda alla forte carica autoreferenziale della produzione progettuale del GRAU. I dinosauri che nelle sale del MAXXI si guardano, si studiano, quasi si annusano, rimandano senza dubbio a quell'immaginario della zoomorfia già frequentato da Anselmi in alcune delle sue opere degli anni Novanta, dalla sistemazione della terrazza del castello Ruffo di Scilla, al centro commerciale di Sotteville-les-Rouen, ma evocano soprattutto quella matrice espressionista che l'architetto si porta appresso, ancorché dissimulata, sin dagli inizi. Matrice che con sempre maggiore insistenza affiora in molte delle prove progettuali di questi ultimi anni...'.
10 maggio 2004 Quella sorta di spirale e quell'animalone, alla luce di occhi di bambino, acquistano il loro vero senso. Architetture per bambini. Così Alessandro Anselmi introduce il progetto di allestimento dell'esposizione al MAXXI. 'In realtà -annota Anselmi in ARCH'IT files- avviene molto spesso che si può anche progettare con le mani in tasca, liberi, con quella sorta di radar che possediamo in azione, pronto a captare cose anche molto lontane dall'architettura o comunque a farci finalmente "vedere" oggetti e segni che erano da sempre sotto i nostri occhi. Per questo ho voluto introdurre il suono e la proiezione deformata di immagini architettoniche difficilmente riconoscibili nella loro struttura disciplinare ma chiaramente evocative della complessa dimensione psico-fiosiologica nella quale nasce e poi si consolida la forma architettonica che tradotta in segno tecnico chiamiamo progetto...'.
9 maggio 2004 Conversazioni sotto una tettoia. Brevi, contratte nel gesto, lente, dal pensiero profondo, ricche di passione e partecipazione. Raffaele Cutillo presenta il volume, curato da Davide Vargas, contenente testimonianze di De Carlo, Fretton, Riva, Sottsass. 'Ne viene fuori -scrive Cutillo in ARCH'IT books review- un'idea di unità dove tutti i piani della persona, compreso i luoghi, compreso un'identificazione con la città, che è naturalmente legame critico e al tempo stesso elastico, concorrono verso la manifestazione esterna, che nel caso è l'architettura, ma non solo...'.
7 maggio 2004 Il grado di elaborazione del materiale aumenta progressivamente con l'aumentare delle forze in gioco. f-u-r, il gruppo di Mirco Becker and Oliver Tessmann, presenta l'elaborazione concettuale adaptiveARCHIVE. 'Once a set up was fixed -scrivono in ARCH'IT architetture gli autori del progetto- the analogue performance model was tested on a topographic site model by deforming it through different forces. The versions of site specific and useful outcomes served as material feedback samples in a chain of material and digital computation. The morphology is informed by material performance, the site and the program...'.
7 maggio 2004 Si inaugura oggi a Cremona, alle ore 19, presso il Centro Culturale Santa Maria della Pietà, "SCALA 1/1: Mario Cucinella - Works at MCA". Organizzata dall'Ordine degli Architetti della Provincia di Cremona, la mostra presenta cinque progetti recenti o in corso di realizzazione di MCA, tra cui il discusso padiglione espositivo eBO a Bologna e la ristrutturazione della ex casa di Bianco a Cremona. Modelli di studio, disegni, animazioni video proiettate su grandi schermi, ma anche prototipi in scala reale che riproducono gli elementi tecnologici caratterizzanti il progetto. Tre video illustreranno la genesi dei progetti ed il loro sviluppo in studio e in cantiere. In occasione dell'esposizione si svolgeranno incontri e workshop a cadenza settimanale. Maggiori informazioni in ARCH'IT mostre. (Elisabetta Mori)
Firenze si apre al contemporaneo. Negli ultimi anni, la città del Brunelleschi sembra rivolgere la propria attenzione ai nuovi linguaggi comparsi sulla scena artistica, nati dall'interazione fra le nuove tecnologie e la società dell'informazione da esse generata. Il mese di maggio propone una nuova occasione di dibattito e di riflessione sui rapporti fra arte e nuove tecnologie. Il prossimo 7 maggio si inaugura, presso la Sala Pontevecchio del Convitto della Calza, il convegno La Magia del Presente - 'L'Arte incontra le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione'. Organizzato da Università di Milano-Crema, Liceo Lussana di Bergamo, Istituto 2F di Firenze, INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa, NABA - Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, Accademia di Brera, 2F Multimedia, il convegno presenta un denso programma di incontri, workshop, mostre, concorsi e iniziative sulle nuove espressioni artistiche e multimediali. Articolato su tre giornate –7, 8 e 9 maggio– il ciclo di incontri alterna conferenze e workshop. Interverranno Derrick De Kerckhove, Gianni Degli Antoni, Fabrizio Pecori, Alessandro Musumeci, Mario Rotta, Antonio Glessi, Nello Scarabattolo, Roberto Carraro, Giovanni Biondi, Paolo Valcher. (Francesca Oddo)
3 maggio 2004 Uno schermo multimediale stereometrico si immerge simbioticamente nelle forme tondeggianti della Kunsthaus di Graz e da essa ne riemerge animato da infinite immagini in movimento. Anna Cornaro presenta BIX, di realities:unites. Alta tecnologia a bassa risoluzione. Al tramonto -scrive Anna Cornaro in ARCH'IT files-, dietro l'involucro traslucido di metacrilato (PMMA) color petrolio, occhieggiano 930 luci circolari fluorescenti come fossero pixel a scala urbana; la luminosità di ciascuna può essere variata in modo progressivo grazie ad un controllo computerizzato. Per mezzo di un software appositamente ideato, il grande schermo (20mx45m) è in grado di trasmettere filmati con una frequenza di 20 frames al secondo: ne deriva un'immagine evanescente tanto più astratta nella sua incerta bicromia da superotto, quanto più poetica...'. |
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