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31 gennaio 2004 Jean-Jacques Aillagon, ministro della cultura francese, ha reso noti ieri i nomi degli architetti che faranno parte del nouveaux albums des jeunes architectes, iniziativa che mira a sostenere i direttori di lavoro con meno di 35 anni. I quattordici gruppi di architetti selezionati per il carrettere innovativo e per la qualità delle proposte a scala architettonica, urbana e territoriale, sono: Jérôme de Alzua Architecture, Cécile Brisac, Colboc-Franzen, Colomer-Dumont, Atelier Fernandez –Serres, Lan Architecture, Karine Herman,Llamata+Berthier/LLB Architecture, Pangalos Dugasse, Jean-Christophe Quinton, Rathle & Duron, Tomorrow, Clément Vergél, Wonderland.productions. La presentazione dei nuovi membri del nouveaux albums des jeunes architectes 2003-2004 si svolgerà in aprile in occasione della cerimonia di apertura del Prix National de l'Architecture, volto a promuovere l'opera delle nuove generazioni di talento. (Francesca Oddo)
31 gennaio 2004 Piazza Risorgimento, Bari. Le cose da fare: quasi nulla. Il dispositivo pensato da ma0 è molto semplice, quanto una vecchia giostra dei playground per bambini. 'È un dispositivo -scrivono gli autori- che si propone di moltiplicare le opportunità di plasmare uno spazio secondo i propri desideri: per incontrarsi con molti amici al calar della sera, per aspettare l'uscita di un figlio da scuola, o l'arrivo di qualcuno dalla vicina piazza Garibaldi, per leggersi il giornale all'ombra in un caldo pomeriggio d'estate, o alla luce di un lampione la sera, o al contrario appartarsi nell'ombra con chi vi piace... È lo strumento con cui immaginiamo di trasformare quello spazio in interattivo, con un impiego tecnologico minimo, plasmabile sui desideri dei suoi abitanti, playground per produrre situazioni...'. In ARCH'IT architetture.
28 gennaio 2004 Una mostra, la prima vasta retrospettiva itinerante sul lavoro di Koolhaas e dell'OMA dopo S,M,L,XL. E un libro, o meglio "il" libro su Terragni, al quale Peter Eisenman lavorava praticamente da quarant'anni. Due pietre miliari che sembrano segnare la conclusione di un ciclo. In ARCH'IT files Pier Vittorio Aureli e Gabriele Mastrigli: Postmodern Oppositions. Eisenman contro Koolhaas. 'Portando alle estreme conseguenze i loro ruoli, l'autonomista Eisenman e il verista Koolhaas finiscono per sovrapporsi nel medesimo luogo e cioè quello di un progetto deliberatamente e coscientemente senza speranza, senza futuro, straordinariamente cupo, che abbandona definitivamente la rassicurante maschera del supermodernismo che la critica gli aveva confezionato e si mostra in tutto il suo pessimismo aggressivo. Forse è proprio questa caratteristica che rende di assoluto interesse queste due opere e che le salva dalla piattezza del discorso attuale tutto assorbito dai vari regionalismi nazionalistici e dagli hyper e super, prefissi-anabolizzanti di uno "sperimentalismo" progettuale sempre più a corto di coscienza teorica...'.
27 gennaio 2004 A cinquantatré anni dalla costruzione, il monumento ai Martiri delle Fosse Ardeatine si conferma uno degli edifici più interessanti e significativi della Roma moderna. In ARCH'IT sopralluoghi Francesco Gatti propone una visita all'opera nel Giorno della Memoria proclamato in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. 'Il progetto -scrive Gatti- non raccolse subito i consensi dei parenti delle vittime che in alcuni casi si aspettavano una scelta più legata alla retorica funeraria magari anche con più arricchimenti decorativi e, data la particolarità del caso, il progetto fu sottoposto a referendum ai familiari delle vittime, i quali alla fine fecero passare la soluzione che oggi possiamo ammirare...'.
25 gennaio 2004 Un'ampia selezione di opere degli archivi di Gordon Matta Clark, Aldo Rossi, Cedric Price e James Stirling è in mostra al Centre Canadien d'Architecture. In ARCH'IT esposizioni Roberto Zancan intervista Mirko Zardini, curatore di out of the box. 'At the CCA we are in the middle of a process of enquiry and research on this theme so the exhibition is intended as an opportunity to reveal the process behind the enquiry and objects of our on-going investigations. In this sense, the installation too reflects the idea of process, and the fact that material of our research can change, be transformed, substituted, can lead to completely different questions, as we can change our ideas and correct points of view... in directing our enquiries. The exhibition acts as display tool for the intermediate state of such investigations...'.
23 gennaio 2004 'Fino a che gli architetti non iniziano a ragionare in termini di storie da raccontare, non si andrà mai da nessuna parte. Gli architetti dovrebbero passare meno tempo a leggere le riviste di architettura, investendo quell'energia a leggere Buzzati, a leggere Kafka, a guardarsi tutto Stanley Kubrick e Robert Frank. Gli architetti non hanno capito che il mondo vuole narrazioni, vuole storie, non vuole discorsi tettonici o riferimenti interni alla disciplina...'. Vorrei... non vorrei... ma se vuoi... Un dialogo di Simone Muscolino e Stefano Mirti su video e architettura. In ARCH'IT files.
23 gennaio 2004 Conquistare l'attenzione del pubblico, provocarne la capacità d'immaginazione, creare un rinnovato senso di identità. La produzione video di squint/opera (oggi a Milano per un incontro, Il progetto, video, al Politecnico) raccontata in una intervista a cura di Francesca Oddo. 'Molti dei cittadini di Barnsley ai quali è stato mostrato questo video -affermano i giovani autori londinesi riferendosi a una delle loro più significative produzioni- si sono sentiti piuttosto frustrati. Volutamente abbiamo presentato il loro centro cittadino come una vuota terra incolta popolata da rifiuti sospinti dal vento come erba del deserto. Abbiamo cercato di dar voce a tutte quelle persone che protestano per la perdita di orgoglio civico e di identità urbana, mostrando solo un accenno delle proposte che potrebbero prefigurare scenari migliori. Molte persone hanno reagito dicendo, "Barnsley non è così male, molta gente viene a fare shopping il sabato... ma cosa sarebbe l'idea di una campagna toscana qui intorno?" L'obiettivo del film era di isolare i reali problemi, raccontare come Barnsley potrebbe cambiare, e in questo modo sollecitare le persone a dire, "Visto che deve cambiare, allora dovrebbe essere così?"...'. In ARCH'IT files.
21 gennaio 2004 Wiel Arets. Opere e progetti. Quella curata da Massimo Faiferri è -afferma Daniele Mancini in ARCH'IT books review- una monografia coraggiosa. Che presenta al lettore italiano la ricerca di spazi costruiti con uno spiccato senso di narratività. 'Se da una parte l'architettura di Arets rende omaggio alla chiarezza ruvida dell'architettura di Dom Van Der Laan, fatta di cemento a faccia vista e di superfici giustapposte in incastri volumetrici basilari –si pensi al convento benedettino di Vaals– dall'altro si avvale della metafora del "montaggio", mutuata dal mondo del cinema, che arricchisce lo spazio di "colpi di scena" spaziali –l'inaspettatezza- e di una certa narratività nel susseguirsi di spazi bassi e spazi alti, di luci e di ombre...'.
21 gennaio 2004 Una galleria d'arte privata, una caffetteria, una serra per i fiori, un deposito per gli attrezzi da giardinaggio e un pollaio. La Hedge House di Wiel Arets, raccontata nelle sue apparenti contraddizioni da Daniele Mancini in ARCH'IT architetture. 'Nonostante l'esiguità delle dimensioni -annota Mancini- il programma funzionale è estremamente vario...' 'Il principio generativo dell'intera composizione spaziale è quello della massima superficie espositiva. Per questo, l'edificio si piega ripetutamente su se stesso, in uno zig-zag sia planimetrico che altimetrico...'.
Venerdì 23 gennaio, a partire dalle 9.30, il Dipartimento di Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano ospita IL PROGETTO, VIDEO. Nuove professionalità nella comunicazione dell'architettura contemporanea, un programma di incontri e di visioni a cura di Marco Brizzi e Simone Muscolino sulle modalità e sui problemi legati alla comunicazione del progetto di architettura attraverso le tecnologie digitali, con una particolare attenzione all'emergere di nuove figure professionali. Sono stati invitati a partecipare all'incontro produttori di audiovisivi, studiosi di mezzi di comunicazione, autori di video, progettisti: figure tra le quali sembrano svilupparsi inedite interazioni. Una selezione di opere video, raccolte da iMage tra le più interessanti produzioni internazionali, accompagnerà il dibattito. 'Sempre più spesso –spiega Marco Brizzi di iMage- le interferenze tra la produzione di architettura e lo sviluppo di sistemi di comunicazione si risolvono nella ricerca di comuni strategie attuative, nella messa a punto di basi produttive in grado di rispondere alle sollecitazioni cui i media hanno sottoposto la nostra visione dello spazio costruito...'.
19 gennaio 2004 Il 30 dicembre 2003 si è spento all'età di ottanta anni l'architetto svizzero Pierre Zoelly. Autore, tra l'altro, del Museo dell'Orologeria a Chaux le Fond e del Museo della Croce Rossa a Ginevra, la sua linea di pensiero è stata raccontata su ARCH'IT da Antonino Saggio, suo collaboratore e amico. Scrive Saggio a proposito della monografia 'Pierre Zoelly. Elements of an Architect's Language': 'Girare le pagine è un evento, una continua sorpresa. Ogni volta troviamo un'impaginazione diversa, un montaggio che ci fa riflettere. Un albero ispira una struttura radicata al suolo che si alza con mensole, la basilica un percorso, una montagna una sezione stratificata, una scala la necessità di un arrivo simbolico, una fessura o una crepa l'anticipazione di un dramma, il legno una tessitura, il cemento la forza, il mattone la versatilità, l'acciaio l'ossatura, il vetro una energia algida, la luce una magia...'.
'Sotto la spinta delle necessità, così come aderendo a stili di vita sempre più nomadici, anche l'architettura sembra dunque seguire il destino di portabilità di telefoni, computer e altre nostre protesi elettroniche. E lo fa senza scomporsi più di tanto, dimostrando la vitalità di un pensiero capace di staccarsi da terra...'. Così Giovanni Corbellini nel percorrere il tema Mobile, proposto oggi in ARCH'IT parole chiave. E 'Parole Chiave', la rubrica curata dallo stesso Corbellini, diventa ora un ciclo di conferenze organizzate al MusArc, museo nazionale di architettura di Ferrara. Il prossimo 20 gennaio, alle ore 18, nell'ambito del 'premio Biagio Rossetti' per tesi di laurea in architettura, Corbellini terrà la prima conferenza, dal titolo Densità: una traccia critica stimolata dalla recente attenzione di alcune riviste internazionali al tema dell'housing collettivo.
18 gennaio 2004 L'ultimo numero dell'Architecture d'Aujourd'hui (349, dicembre 2003, "Questions de Forme / Shaping Form") è dedicato all'attualità ed alla storia di alcune forme "irregolari" in architettura. Accanto a progetti recenti (il Kunsthaus di Graz di Peter Cook e Fournier, i grandi magazzini Selfridge's a Birmingham, il Museo Mercedes-Benz a Stoccarda di van Berkel e Bos, etc.), due saggi di Valentina Sonzogni ed Eva Kraus suggeriscono una genealogia delle forme sculturali, dalla Endless House di Kiesler agli Habitacles di André Bloc alla "spaziologia" di Vittorio Giorgini. Un saggio di Mario Carpo su "folding in architecture" negli anni Novanta ed un'ampia intervista a Greg Lynn mettono in evidenza la specificità della condizione tecnologica contemporanea, ed il riassunto di una tavola rotonda con la partecipazione fra gli altri di Bernard Cache rinvia al dibattito attuale sulla produzione "non standard".
16 gennaio 2004 Oggi, alle ore 18.00, la Casa dell'Architettura di Roma presenta la mostra realizzata nell'ambito della XVIII edizione della Biennale Colombiana di Architettura che ha avuto luogo a Cartagena de Indias nell'autunno del 2002. Organizzata dalla Sociedad Colombiana de Arquitectos, la Biennale colombiana mira a selezionare e a promuovere le opere più significative dell'architettura locale. Il primo giugno 2004 sarà inaugurata la XIX edizione dell'evento. A Roma l'iniziativa è promossa dall'Ambasciata di Colombia in Italia, dall'Istituto Italo LatinoAmericano (IILA), dalla Società Colombiana degli Architetti e dall'Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e Provincia, con il patrocinio del Comune di Roma. La mostra rimane aperta al pubblico dal 16 gennaio al 5 febbraio 2004, nei giorni feriali dalle 09.00 alle 15.00. (Francesca Oddo)
15 gennaio 2004 È uscito, rinnovato, Domus di gennaio, il primo sotto la direzione di Stefano Boeri. La copertina ci riconduce ad una data storica "dimenticata": 30 maggio 1968, inaugurazione della mostra il "Grande Numero" curata da Giancarlo De Carlo. Un gruppo di artisti e centinaia di studenti vogliono bloccarne l'inaugurazione presso la Triennale di Milano, considerata una "istituzione borghese"; le installazioni vengono distrutte "...ma distruggere la Triennale non è un equivoco, e neppure un complotto... ad andare in pezzi con la XIV Triennale è l'idea, ancora oggi viva, di un'architettura che non sia solo un magazzino di prototipi, ma anche un modo -uno dei più efficaci- per capire il mondo e per raccontarlo". Domus "racconta", così, la città mediterranea e la sua "tortuosità" a partire da un'intervista allo stesso De Carlo, passando per un reportage critico sulla nuova trasformazione di Barcelona Forum 2004, per approdare al "Solid Sea", nuova natura del Mediterraneo, "un territorio solcato da rotte predeterminate e da confini insuperabili, suddiviso in bande d'acqua specializzate e rigidamente normate". (Laura Masiero)
14 gennaio 2004 Rotte Metropolitane, rassegna 'a geometria variabile' del Comune di Firenze, curata da Daria Filardo e finalizzata alla promozione della ricerca e della sperimentazione operate da artisti dell'area fiorentina ha proposto, nell'edizione di quest'anno, un attraversamento della città rapsodico e trasversale, toccando luoghi e energie creative che si intersecano a delineare nuove e inconsuete rotte cittadine. Il progetto ha valorizzato la fruizione di luoghi noti come inediti (gli spazi del Museo Archeologico, dell'Orto Botanico, dell'Ex-Carcere delle Murate, del Tepidario Roster, delle gallerie La Corte e Sergio Tossi Arte Contemporanea e dello studio del fotografo-editore Marco Calò) presentando mostre personali di Andras Calamandrei, Daniela De Lorenzo, Paolo Lonzi, Giacomo Piussi, Letizia Renzini (TIMET), Elisabetta Senesi, Sandra Tomboloni. I progetti, pensati in stretta relazione al sito individuato, hanno costituito un percorso, narrando sette storie molto diverse. Il prossimo 15 gennaio alle ore 12.00, presso i "Cantieri Goldonetta" in via S. Maria 25 a Firenze, Daria Filardo modererà una tavola rotonda con Marco Brizzi, Saretto Cincinelli, Daria Filardo, Francesco Giomi, Arabella Natalini, Sergio Risaliti, Marco Scotini, Virgilio Sieni durante la quale il tema della città sarà letto attraverso molteplici piani di lettura.
13 gennaio 2004 Herzog & de Meuron. Anomalie della norma. La dissonante combinazione di una rigorosa adesione alle istanze funzionali con l'abile "provocazione" generata da reconditi artifici tecnologici e volta a sorprendere. Francesca Rosa presenta il volume curato da Alessandro d'Onofrio. L'autore 'descrive la linea evolutiva della loro ricerca, individuando alcune invarianti che confermano la costanza di un metodo e ne comprovano, al contempo, guardando alla diversificazione della produzione architettonica, l'eterogeneità delle conclusioni. Sia che si tratti delle opere degli esordi, in maggior misura intrise di un'impronta fisiognomica, sia delle realizzazioni in cui è preponderante l'indagine sugli effetti percettivi delegati all'epidermide degli edifici, o in quelle dell'ultimo periodo nelle quali la ricerca sulla percezione travalica la bidimensionalità dell'involucro per investire decisamente la spazialità interna, intuiamo che ciò che resta costante nell'operato degli architetti è il carattere sperimentale dell'esplorazione progettuale che li guida nell'approfondimento di potenzialità compositive e li conduce ogni volta ad inedite conclusioni...'. In ARCH'IT books review.
13 gennaio 2004 I flussi pedonali e carrabili confluiscono, si mescolano con la natura dell'area e si deformano. Il progetto di Ugo Camerino e studio.eu vincitore del concorso per un Nuovo complesso direzionale a Porto Marghera. 'L'ampio percorso -scrivono gli autori in ARCH'IT architetture- parte dalle città di Venezia e Mestre, ovvero dalla stazione, per intrufolarsi tra le infrastrutture, passando sopra i binari e sotto il fiume del flusso carrabile, atterra poi nelle aree di parcheggio e le attraversa per penetrare nell'edificio direzionale, trasformandosi prima in portico, poi in piazza, esce poi, travalicando la strada, e salta nell'acqua dove funge da appiglio per il nuovo porto turistico...'.
13 gennaio 2004 L'Accademia Nazionale di San Luca ospita, dal 2 al 9 febbraio, il secondo LAB_2, Laboratorio di Progettazione a cura di Lucio Passarelli con Alessandro d'Onofrio. Oggetto di studio di LAB_2 è il caso della sopraelevata San Lorenzo a Roma, tema scottante e oggetto di vivaci polemiche nell'attuale dibattito architettonico italiano. Trenta giovani architetti ed artisti di varia nazionalità, seguiti da personaggi noti in ambito artistico e architettonico, saranno chiamati ad un momento di riflessione e proposizione su come l'architettura e l'arte contemporanee possano attivamente intervenire nei problemi urbani. Martedì 10 febbraio alle ore 10,30 a Palazzo Carpegna a Roma saranno esposti e discussi in pubblico i risultati del LAB_2. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)
"Tra i temi di dibattito di questi ultimi anni, due sono risultati nodali: la tutela del diritto d'autore e la necessità di espletare concorsi di progettazione. Entrambi in questa vicenda risultano sostanziali e disattesi". Lunedì 12 gennaio alle ore 20.30 la Casa dell'Architettura di Roma ospita 'Moderno contro Moderno. La demolizione dell'ala Cosenza della GNAM', tavola rotonda sull'ampliamento della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e sull'abbattimento dell'ala Luigi Cosenza. Organizzato da in/arch Lazio e dall'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Roma e Provincia, l'incontro avrà come relatori Massimo Locci, Francesco Garofalo, Francesco Ghio, Margherita Guccione, Giorgio Muratore, Renato Nicolini, Massimo Pica Ciamarra, Sandra Pinto, Paolo Portoghesi, Franco Purini, Amedeo Schiattarella, Luigi Prestinenza Puglisi. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni. (Francesca Oddo)
9 gennaio 2004 Reflecting Absence di Michael Arad è il nome del World Trade Center Memorial scelto dopo una lunga e accurata selezione. Acqua e verde le cifre simboliche del progetto. Due specchi d'acqua, profondi trenta piedi sotto il livello della strada e continuamente rigenerati, ricordano il vortice doloroso della perdita. Due laghetti come specchi del ricordo, come aperta e vulnerabile ferita che rimanda all'assenza, come orma delle torri. Una coppia di edifici piegati inizia il visitatore al percorso attraverso i sentimenti della memoria: una discesa alla volta delle fredde tenebre lo allontana dai suoni e dalla luce della città. Procedendo, la voce dell'acqua che scorre riemerge e con essa anche la luce. È il ritorno alla vita dopo la coscienza della morte e del dolore. Alla fine del percorso il visitatore si ritrova innanzi ad un muro sottile di acqua, circondato dalla lunghissima striscia dei nomi delle vittime, misura fisica e interiore dell'enormità della tragedia. Il percorso si conclude con l'ascesa verso la città, simbolo del procedere della vita e del suo senso ciclico. (Francesca Oddo)
8 gennaio 2004 L'architettura sembra avere il ruolo di aggiungere altre stelle al firmamento dei grandi artisti, senza voler disegnare alcuna nuova costellazione di senso. Roberto Zancan discute il problema presentando la mostra Herzog & De Meuron. Archaeology of the Mind attraverso una discussione con un protagonista discreto: Serge Belet. 'Philippe [Ursprung] era arrivato con un'ipotesi iniziale: l'idea di un archeologo del futuro che, nel corso dei suoi scavi, troverebbe dei resti, o meglio -come li chiama Herzog- degli scarti, appartenuti allo studio Herzog & de Meuron. Per ricomporre tali frammenti, egli ha proposto una metafora che si affidava all'immaginario del XIX secolo, quella del museo di storia naturale. Una immagine appartenente al "XIX secolo", perché è in quel momento, o forse anche un po' prima, che questi musei si sono sviluppati...'. In ARCH'IT allestimenti.
8 gennaio 2004 Come viene recepita, nel modo dei critici d'arte, la recente deriva artistica del lavoro di molti celebrati architetti? Scritta da un giovane critico d'arte, Scott Rothkopf, la recensione controcorrente, apparsa su Artforum, sulla mostra Scanning: the aberrant architecture of Diller + Scofidio. 'Se le loro installazioni forniscono spesso l'impressione di essere, anche se con stile, illustrazioni di consumate teorie critiche, Diller + Scofidio sono al loro meglio quando lavorano all'interno piuttosto che all'esterno dei vincoli di un programma architettonico dato...'. In ARCHI'IT files, con una introduzione di Roberto Zancan.
5 gennaio 2004 Un nastro bianco si dispiega, sospeso a mezz'aria. Un tracciato bidimensionale nasce dalla deformazione di due sistemi generativi e si proietta al suolo. Questo lo scenario che introduce la mostra Non-Standard Architecture curata da Frédéric Migayrou (con Zeynep Mennan), recentemente inaugurate al Centre Pompidou. La presenta Teresanna Donà in ARCH'IT sopralluoghi. 'Il termine composto "non-standard" -scrive Teresanna Donà-, così come l'hanno interpretato gli organizzatori [...] rispecchia due significati distinti ma nello stesso tempo sovrapponibili. Il primo si riferisce all'universo della matematica, ed in particolare a quel ramo denominato "analisi non standard" che ha aperto la strada a due importanti filoni di ricerca: il calcolo informatico basato su algoritmi e la morfogenesi (studi sulla generazione delle forme). Il secondo significato è invece in chiara opposizione rispetto al concetto di "standard", così come era stato interpretato nell'ambito dell'architettura moderna...'.
La moda vintage del 2004? Quella degli anni '80! Quando eccentriche sfilate di moda, sofisticati video musicali, gallerie d'arte come paesaggi postmoderni, ogni forma di espressione dei costumi sociali affidava i propri messaggi a teorie immagini, ora edoniste ora dissacranti, di grande efficacia comunicativa, che raccontavano una società in rapido cambiamento. Firenze si fa testimone di quel periodo e ospita alla Leopolda Excess. Moda e Underground negli anni '80, 'una mostra sulla moda, con le opere degli artisti che con la moda si sono confrontati, e soprattutto con gli oggetti di design, i veri protagonisti del paesaggio domestico di quegli anni'. Organizzato dalla Fondazione Pitti Immagine Discovery in collaborazione con Pitti Immagine, l'evento è curato da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi. L'ingresso alla mostra che si inaugura l'8 gennaio alle 18.00 è di qart progetti: uno spazio filtro nero costituito da due container avanza verso il visitatore introducendolo alla 'passeggiata vintage'. Al loro interno abiti, immagini e oggetti popolano spazi crudi e spogli. Contrasto tra glamour e purezza scarna degli spazi della Leopolda. Festa d'apertura pensata da Label e Closed (lo storico marchio di jeans&casual wear anni '80) il 9 gennaio alle 22.00 allo Spazio Alcatraz. (Francesca Oddo)
3 gennaio 2004 Dedicato al periodo 1914-1918 il secondo capitolo di Forme e ombre, l'ultimo volume di Luigi Prestinenza Puglisi proposto integralmente in ARCH'IT files in quattro puntate. 'I volontari che vanno al fronte -scrive Prestinenza Puglisi aprendo il capitolo- scandendo slogan patriottici hanno tutto il tempo per restarne delusi: il conflitto durerà quattro interminabili anni. Provocherà oltre dieci milioni di morti. Troppi anche per i futuristi, che hanno proclamato la guerra come la sola igiene del mondo e, con Balla, disegnato un vestito antineutrale. Marinetti e Russolo rimangono feriti. Boccioni muore in un incidente; Sant'Elia alla testa della sua pattuglia. Eppure, ancora nel 1917, Russolo compone una danza del cannone-macchina, accompagnata dal grido "Savoia!" della ballerina...'.
2 gennaio 2004 Un monolite atterrato sul sito come un corpo alieno al contesto nasconde un'ambiguità camaleontica. Con il progetto partecipante al concorso per il Nam June Paik Museum, Francesco Gatti torna sul tema del breathing building. 'L'era dell'elettronica e dell'informatica -scrive Francesco Gatti nella nota pubblicata in ARCH'IT architetture- presuppone "proiezione, mutazione, simulazione" come le tre parole chiave ispiratrici di un'architettura che sposta sempre più i suoi contenuti verso l'esterno in un luogo compreso fra l'immediatezza e la superficialità, un'architettura che si fa sempre più schermo, supporto neutro di immagini realmente parlanti. Se ciò accade le parole emanate dall'architettura potranno confrontarsi "finalmente" con la moda, la pubblicità e la televisione...'. |
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