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28 febbraio 2004 California. Una superficie composta di pannelli in policarbonato traslucido si piega e si scompone sul palco. La sua forma astratta suggerisce metafore letterali e sembra disorientare la compagnia. Ned Cramer presenta il set per il coreografo John Jasperse, nel progetto di Ammar Eloueini. 'Jasperse describes the set -scrive Cramer in ARCH'IT architetture- as "an architecture of expectation." Eloueini, like so many adherents of digital architecture, struggles with the unfamiliarity of his adopted tongue. Wittingly or not, Eloueini has have assumed the burden of the historic avant-garde, exploring the potentials and limitations of a new design tool before colleagues, contractors, clients, or the public-at-large have had the time to adjust. The rehearsals are most entertaining.'
28 febbraio 2004 L'obiettivo che ha portato alla realizzazione di una struttura in grado di mutare nello spazio e nel tempo era lavorare sulle modalità di condizionamento dello spazio da parte dei danzatori. Ammar Eloueini sul set realizzato per California, nell'intervista di Melissa Urcan. 'I was initially investigating something engineered, almost a building type in reaction to his ideas of the NY project which was highly engineered. This was when I realized the fact that there is the difference not only through durability or permanency, but that the stage set needs less complexity. This idea was present of something moving and changing on the stage that counteracts the notion of engineering itself. I was hoping to integrate this notion of movement and change into the set...'. In ARCH'IT files.
26 febbraio 2004 È alto 17 centimetri, largo 12,5 per 6 di profondità. Pesa 0.8 kg. Copertina verde, formato e titolo "biblico". Assomiglia molto a un manuale scientifico il volume Phylogenesis: Foa's Ark che raccoglie la produzione di Foreign Office Architects. Il commento di Marco Guarnieri in ARCH'IT books review, insieme alle altre novità editoriali. 'L'altro argomento che emerge dal libro -scrive Guarnieri- è quello dell'identità dello studio di architettura e della coerenza della sua produzione all'interno dello stesso processo di globalizzazione. L'intero libro si può definire mirato a questo scopo. Anche in questo caso infatti, l'argomento viene presentato in opposizione alla maniera tradizionale e convenzionale con cui si intendeva la produzione di un architetto. L'autore del progetto, l'architetto, con la sua inclinazione e coerenza stilistica non può più competere con la velocità dell'evoluzione del mercato e si troverebbe a disagio operando nel processo di globalizzazione in differenti spazi geografici e ambiti culturali...'.
Un gruppo di architetti e direttori di museo ha promosso un appello internazionale in difesa del progetto dello studio Diener & Diener, vincitore nel 2000 del concorso internazionale di progettazione per l'ampliamento della Galleria d'Arte Moderna di Roma, al quale hanno aderito "...nomi di grande rilievo dell'architettura internazionale (da Gehry a Moneo, a Herzog & De Meuron), anche italiani (da Fuksas a Dal Co), e personalità come Nicholas Serata, presidente della Tate Gallery". Il progetto è contestato da un comitato a favore della tutela e del restauro dell'edificio iniziato su progetto di Luigi Cosenza (detto "ala Cosenza") e rimasto incompiuto, che verrà sostituito dalla nuova ala pensata dallo studio di Basilea. "Le obiezioni avanzate contro il progetto odierno sono ingiustificate affermano i firmatari dell'appello. Esse mettono in pericolo le attività della GNAM in quanto istituzione pubblica e minacciano lo strumento politico- culturale che garantisce la qualità di simili progetti: il concorso di architettura." (Laura Masiero)
25 febbraio 2004 Radio Tre presenta 'L'era urbana', la brillante iniziativa curata da Marta Francocci con la collaborazione di Giorgio de Finis in onda dal primo al 28 marzo, dalle 14,00 alle 14,30, tutti i giorni escluso il sabato e la domenica. L'evoluzione della città contemporanea è il tema del dibattito che vedrà confrontarsi architetti, urbanisti, filosofi, sociologi, antropologi e sindaci di città d'arte nell'arco di venti puntate di trenta minuti ciascuna. 'La Metropoli del XXI secolo' è il tema della prima puntata nella quale interverranno Raffaele Sirica, Renata Bizzotto, Joseph Rykwert, Paul Virilio, Rem Koolhaas, Jean Nouvel, Franco Purini, Massimiliano Fuksas, Bernardo Secchi, Michael Maffesoli, Cristiano Toraldo di Francia e Jean Baudrillard. Argomento delle puntate successive saranno 'I luoghi del sacro', 'I Musei', 'Oriente ed Occidente', 'il pericolo e la paura', 'Monumenti e simboli', 'Quartieri e simboli', 'Le stazioni', 'La committenza', 'Frontiere tecnologiche', 'Ecocittà', 'L'esotismo', 'L'utopia', 'Il mestiere dell'architetto', 'I luoghi del commercio', 'I luoghi del divertimento'. Il ciclo di incontri radiofonici è promosso dalla DARC - Direzione per l'arte e l'architettura contemporanea (www.darc.beniculturali.it) e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. (Francesca Oddo)
24 febbraio 2004 Vere e proprie "macchine per pensare". Strumenti dotati di estrema elasticità, capaci di essere precisi e imprecisi allo stesso tempo, di semplificare ed evidenziare fenomeni complessi eliminando tutto il superfluo. Giovanni Corbellini sul termine Diagramma. 'L'efficacia del diagramma -scrive Corbellini in ARCH'IT parole chiave- sta in larga misura proprio nella sua interdisciplinarità, esso è in grado di agire come mediatore tra quantità differenti e interrelate, con funzioni esplicative e come una sorta di scorciatoia grafica alla rappresentazione di fenomeni più o meno complessi. Non sorprende quindi che la sua apparizione nel campo dell'architettura sia stata spesso legata a incursioni di protagonisti provenienti da altri percorsi formativi, incursioni di efficacia tale da lasciare segni duraturi.
23 febbraio 2004 Un insieme di città dentro la città. Il nuovo strato che IaN+ inserisce è quello sportivo. Metápolis o città dagli ingressi multipli: Matteo Zambelli presenta Sportcity, il progetto del gruppo romano elaborato per HiperCatalunya. 'IaN+ non propone una nuova città, né di radere al suolo quella vecchia per sostituirla con interventi demiurgici e palingenetici. Non immagina una nuova città del sole, né nuovi modelli urbani per una società diversa. Sportcity lavora con la città come essa si presenta, non propone espansioni autoconcluse, ma interventi puntuali nelle interzone. Le interzone sono, insieme alle forze agenti e alle zone, uno dei tre elementi individuati da IaN+ come base dei suoi progetti...'. In ARCH'IT architetture.
23 febbraio 2004 Un atlante comparativo per comprendere gli elementi chiave di una molteplicità e stabilire criteri per la gestione delle dinamiche instabili della realtà. Con Territori di ricerca Silvia Banchini traccia una sintesi delle linee guida che hanno ispirato HiperCatalunya. 'L'architettura, evidentemente, -scrive Silvia Banchini in ARCH'IT files- non cessa di essere un prodotto, però la questione principale risponde adesso al come operare al di là di logiche rigidamente chiuse da convenzioni spesso obsolete, per poter sopravvivere ai rapidi cambiamenti delle condizioni attuali...'.
22 febbraio 2004 Techno Rococo: Gulbin Yaviz e Elena Manferdini per Indie Collective. Tutti gli outfit, dalla superficie primitiva al folding, alla creazione dei volumi, sono disegnati con Maya. Le geometrie sono state poi trasformate in pattern, stampati in carta e usati come template per il taglio dei tessuti. Un articolo di Amanda Salud-Gallivan in ARCH'IT in a bit. 'Initial computer-based form generating sessions characterize -scrive Amanda Salud-Gallivan- the early stages of their process. It is within these sessions that the value of Techno Rococo's technological contribution is concentrated. The collection was conceived in the gray Cartesian space of a software program, without sketch or shred of fabric in sight much less a yard to drape for tactile inspiration. Digital animations chronicle simple platonic geometry transforming to accommodate the form of the human figure via a series of intermediate operations; folding, stretching, slicing...'.
20 febbraio 2004 Un nuovo grande spazio collettivo per la città di Caserta. Un polmone verde di connessione tra il centro storico e i quartieri della città moderna. Il progetto di Boeri Studio, Raffaele Cutillo, Beniamino Servino in ARCH'IT architetture. 'L'area del Macrico, attualmente occupata da costruzioni militari, caserme, officine, depositi di mezzi meccanici per un totale di oltre 500.000 mc, è per lo più sconosciuta ai cittadini di Caserta. Tra i depositi e le caserme, una fitta vegetazione spontanea di siepi e alberi ad alto fusto sembra già oggi anticipare quello che sarà il futuro del nuovo Macrico, destinato a diventare un grande parco urbano per la città. Un parco con grandi aree boschive, radure, prati, giardini con essenze mediterranee ed esotiche. Il Parco del Macrico sarà una grande area verde attorno alla quale si andranno ad insediare spazi ed edifici con funzioni di eccellenza, con l'obiettivo di creare un nuovo polo di riferimento per l'arte, la cultura, il turismo e il tempo libero per la Regione Campania e per l'area metropolitana di Caserta...'.
19 febbraio 2004 Altri meccanismi e altri punti di arrivo. L'architettura alla ricerca di una nuova legittimità, data da un revisionismo critico dei propri contributi disciplinari. Matteo Agnoletto presenta in ARCH'IT books review l'edizione italiana del volume che raccoglie la conversazione di Jean Baudrillard e Jean Nouvel su Architettura e nulla. 'Simmetrico ad "Architettura e nulla. Oggetti singolari" –raccolta di due conversazioni tra Jean Baudrillard e Jean Nouvel– è "Eupalino o l'Architetto" di Paul Valéry. Entrambi composti sottoforma di dialogo –il primo tra l'autore dell'Institute du Monde Arabe e uno dei più mediatici pensatori contemporanei; il secondo tra le anime di Socrate e Fedro– ed entrambi orientati a discutere intorno al senso dell'architettura come pensiero teorico investigativo e come techné, i due testi si osservano a distanza, si richiamano inverosimilmente l'uno con l'altro, si assomigliano e si completano. Ma si tratta di una simmetria assolutamente imperfetta...'.
18 febbraio 2004 Unbuilt architectures. In ARCH'IT files i risultati del concorso POSSIBLE FUTURES. Bienal Miami + Beach 2003, concluso nello scorso novembre, presentati dal curatore Alfredo Andia. 'The Bienal Miami + Beach organized its second electronic competition: "Possible Futures" to precisely -afferma Andia- discover and reveal potential discourses in the contemporary production of un-built architecture. The objective is to award extraordinary unbuilt projects and architectural ideas. The contest is an open competition of design works that provoke new cultural visions, new professional practices, and new understandings of urbanity in the contemporary world that reveals the possible futures of architecture...'.
18 febbraio 2004 'Teatro senza architettura' è l'ultimo numero monografico di Parametro. Curato da Brunetto De Battè, indaga le evoluzioni dello spazio dello spettacolo, con particolare riferimento alle esperienze più recenti. In apertura un percorso storico illustra il passaggio dallo spazio architettonico tradizionale del teatro ad altre scenografie, inedite e alternative, che mirano a coinvolgere brani della città e del territorio nella rappresentazione teatrale. Strade, piazze, cave dimesse, capannoni industriali diventano le nuove quinte del teatro contemporaneo. Parametro 249 conduce lungo gli spazi del teatro attraverso tre interviste a Gianfranco Padovani, Luca Ronconi e Emanuele Luzzati a proposito dei nuovi orientamenti della scenografia, i saggi di Michele Palamara e di Domenico Cogliandro sull'architettura del teatro, l'articolo di Andrew Todd sulla crisi dell'architettura del teatro, l'analisi di alcune opere di Guido Fiorato, Luca Antonucci, nActiegroep, Studio Azzurro, Giorgio Gallione e Vito Acconci. (Francesca Oddo)
17 febbraio 2004 Passeggiando a Jesi attraverso l'arte contemporanea. Esperienza presto possibile tramite MAi/J - Metropolitan Art itineraries /JESI, l'iniziativa volta a trasformare la cittadina marchigiana in una passeggiata attraverso opere d'arte contemporanea in vista di una seducente sinergia fra spazio urbano e momento artistico. Il 'museo all'aperto', pensato lungo le vie della città, ha inaugurato la sua promenade l'8 febbraio con il primo gruppo di sculture dal titolo 'Il diametro del fiume' di Carlo Cecchi, lungo il viale Don Minzoni. La nascita del primo MAi/J sarà illustrata il 20 febbraio nel corso di una tavola rotonda a Jesi, in corso Matteotti 37, alle ore 17.30. Modera Cristiano Toraldo di Francia. (Francesca Oddo)
14 febbraio 2004 Verso un modo di produzione non-standard. Nel saggio di Patrick Beaucé e Bernard Cache (Objectile), presentato da Teresanna Donà in ARCH'IT extended play, gli elementi fondativi di una cultura della produzione digitale in architettura. 'La preoccupazione della forma -scrivono Beaucé e Cache- prende nutrimento da una teoria delle proporzioni che bisogna capire a fondo se si vogliono evitare gli scogli che hanno troppo di frequente costretto il procedere del pensiero architettonico, a partire dall’acustica neo-pitagorica fino al Modulor di Le Corbusier. Ora, il filosofo che pone il problema in maniera più chiara, e qui in relazione all’architettura, è sicuramente Platone nel suo Sofista. Di che cosa si tratta? Platone è preoccupato di quelle persone, i Sofisti, che professano tutto e il contrario di tutto, e che insegnano a rovesciare ogni argomentazione per difendere le tesi più disparate. In breve, i Sofisti sono dei fabbricanti di immagini che fanno del morphing con la sola retorica...'.
13 febbraio 2004 Scade il prossimo 23 febbraio il termine per le iscrizioni al terzo master 'Lo spazio in-forme' indetto da in/arch intorno al tema dell'architettura digitale. I corsi, che partiranno a Roma il 18 marzo, sono orientati alla formazione professionale di figure consapevoli delle diverse implicazioni culturali e metodologiche prodotte dallo sviluppo dell'architettura in ambiente digitale. L'accesso aperto a studenti in possesso di Laurea in Architettura, Ingegneria o diplomi equivalenti e studenti laureandi delle stesse facoltà. Maggiori informazioni in ARCH'IT convegni.
12 febbraio 2004 La mutabilità è il carattere predominante del sito. L'incostanza della sua morfologia è l'unica costante che lo contraddistingue. Il progetto Muthabitat. Stazione turistica Etna Nord, di SPIN+ con Paola Mariotto, presentato con una nota di Manuela Gatto. 'Tempo umano e tempo geologico sono, normalmente, due dimensioni temporali non equiparabili. Il paesaggio naturale -annotano gli autori in ARCH'IT architetture- è da noi letto come un contesto sostanzialmente immutabile, un dato del problema. La straordinarietà delle aree vulcaniche è che la non coincidenza temporale va completamente ad annullarsi: tempo umano e tempo geologico si sovrappongono, talvolta sono addirittura coincidenti. La carta topografica dell'area di progetto riporta accanto alle curve di livello l'anno della loro formazione, cosa assolutamente unica, ancor più perché queste date risalgono agli ultimi cento, cinquanta, addirittura dieci anni...'.
10 febbraio 2004 Architectural Association. Il fronte di ricerca per l'anno corrente. L'agenda programmatica dei corsi, dalla Foundation School ai master di specializzazione. Un'indagine su più livelli in ARCH'IT files. Paolo Cascone introduce i diversi itinerari di sperimentazione della scuola. Tra i temi ricorrenti: Iperarticolazione ed Emergenza di Filippo Innocenti; Form finding di Marco Vanucci. Per approfondire la metodologia didattica, Manuela Gatto, corresponsabile del corso di Intermediate Unit 3, descrive il programma del nuovo anno accademico: Inter-active Fluid Space. Chiude il servizio un'intervista di Alessandra Belia a Patrik Schumacher, condirettore del Master in Design Research DRL, sul ruolo della scuola nellìavanguardia dell’architettura contemporanea e sugli orizzonti aperti dall'applicazione della robotica alla progettazione dell’architettura responsive. 'Questo non è un universo di tipo Newtoniano con sistemi ciclici e stabili -afferma Patrik Schumacher-, ma un universo di tipo Darwiniano, caratterizzato da processi di mutazione, selezione, riproduzione, sviluppo ed evoluzione. È una sfida affascinante da portare avanti, ma, oggi, c'è anche un modo necessario e pertinente di pensare l'architettura, dato dal fatto che il processo della vita sociale è in continuo cambiamento. E queste trasformazioni sono irreversibili piuttosto che cicliche...'.
9 febbraio 2004 La scelta di progettare. Samuele Martelli presenta il volume di Pier Angiolo Cetica originato dalla necessità di dare risposta ad una domanda che sembra quasi banale, ma alla quale non è facile dare una risposta precisa e chiara. Occorre, scrive Cetica in ARCH'IT books review, 'realizzare il processo di antropizzazione utilizzando elementi e procedure esistenti in natura ad integrazione delle tecniche acquisite dall'uomo e impiegate nell'azione di urbanizzazione. Il che non significa solo fare parchi e giardini, piuttosto che utilizzare energie naturali rinnovabili, ma significa considerare sostanzialmente conclusa la costruzione della rete planetaria di urbanizzazione e ritenere ora necessario intervenire nelle aree non urbanizzate confermando la centralità della specie umana e la sua capacità di operare, per adeguare dall'interno l'ambiente naturale e il suo divenire alle nostre attese e alle nostre necessità...'.
7 febbraio 2004 Il terzo capitolo di Forme e ombre, l'ultimo volume di Luigi Prestinenza Puglisi proposto integralmente in ARCH'IT files in quattro puntate, cerca una sintesi nel titolo Commistione dei linguaggi: 1918-1925. 'L'Europa esce dalla guerra [...] In questo panorama -scrive Prestinenza Puglisi-, artisti e architetti si sentono confusi. Oscillano tra il bisogno di proiettare sull'opera le proprie ansie, la rivendicazione di ideali universali e il desiderio di realizzare, finalmente, un mondo razionale, efficiente, esatto, che funzioni con la precisone di un congegno meccanico. In forma di dilemma tra razionalità e irrazionalità, autorità e libertà, regola e arbitrio, oggettività e individualismo, autonomia ed eteronomia, il problema assillerà, almeno sino alla prima metà degli anni Venti, i più sensibili protagonisti dell'avanguardia...'.
6 febbraio 2004 Sfondo, supporto, struttura, superficie, diaframma o forse tutti questi elementi allo stesso tempo? Auto Braids / Auto Breeding, la membrana creata da Evan Douglis non sceglie un ruolo definito e preferisce rimanere apparato nomadico. Così è nell'applicazione più recente, nell'ambito della mostra Jean Prouvé: Three Nomadic Structures, curata da Douglis con Robert Rubin e visibile alle Columbia University Architecture Galleries a New York fino al 23 aprile 2004. 'La riflessione di Douglis -annota Pietro Valle in ARCH'IT artland-, partita da singole esperienze, si è ampliata a più generali considerazioni sullo stato dell'informazione e alla generazione di ambienti mutanti legati alle tecnologie digitali. Auto Braids / Auto Breeding (auto intrecci / auto generazione), l'ultima creazione di Douglis è un'innovativa membrana autoportante di schiume irrigidite prodotta con un sofisticato software di modellazione tridimensionale collegato a macchine a controllo numerico operanti su cinque assi. Formata da unità di circa trenta-quaranta centimetri incastrate l'una nell'altra, essa si presenta come un campo seriale il cui ripetersi è stemperato dall'oscillazione della superficie caratterizzata da onde e intrecci...'.
5 febbraio 2004 Sguardo sul primo spazio neuromorfo. Marialuisa Palumbo a conversazione con Paul Verschure, autore di 'Ada, the intelligent space'. Una rete neurale per investigare sistematicamente le proprietà delle interazioni del pubblico con lo spazio. 'La risposta di Ada ad un visitatore o ad un gruppo di visitatori -afferma Vershure- dipenderà dallo stato in cui si trova. Per esempio, quando Ada sta esplorando il suo ambiente i visitatori verranno tracciati con un colore unico sul pavimento e il loro comportamento sonoro è contraccambiato da Ada con "risposte" sonore e visive. In aggiunta, Ada può ricorrere a delle protesi, cioè piastrelle lampeggianti in prossimità del visitatore, per verificare se quel particolare visitatore è reattivo nei suoi confronti o meno, o se sia opportuno interessarsi a quel visitatore e dedicargli delle risorse. Queste interazioni "locali" influenzano il benessere complessivo di Ada. Di contro il livello di felicità di Ada si traduce nell'ambiente visivo e sonoro in cui il visitatore è immerso, stabilendo un circuito chiuso tra ambiente e visitatore o uomo e macchina...'. In ARCH'IT interview.
2 febbraio 2004 Excess. Moda e underground negli anni '80. In parte accessibili ed attraversabili, in parte chiusi a delimitare spazi espositivi, in parte utilizzati per organizzare retroproiezioni: 43 container compongono l'allestimento della mostra realizzato da qart progetti all'interno della Stazione Leopolda di Firenze. 'Un impianto sia fisico che concettuale -scrive Paola Giaconia nel presentare il progetto in ARCH'IT allestimenti- che contiene qualsiasi eccesso edonistico e ogni ostentazione decorativa per presentare al pubblico proprio gli anni Ottanta, eccessivi per definizione. Uno spazio oscuro all'interno del quale una distesa di container -quasi una città alla Blade Runner che si comprende appieno solo dall'alto- rischiarati da pochi punti luminosi disvelano vetrine che illustrano quel contraddittorio decennio...'.
2 febbraio 2004 ARCH'IT riviste, lo spazio a cura di Matteo Agnoletto dedicato alla presentazione dei periodici cartacei di architettura segnala, tra le altre novità, tre testate di recente pubblicazione. Giovanni Corbellini presenta la nuova edizione di Piano Progetto Città, recentemente rinnovata sotto la direzione di Carmen Andriani e apparsa con un numero monografico 'Casa new motion' che, annota il recensore, 'affronta a largo raggio le molteplici tematiche legate alla casa oggi, sia nelle sua dimensione sociale, collettiva che nelle forme più isolate e individuali. Antonella Mari commenta 32:Beijing/New York, la rivista curata da Steven Holl e Yung Ho Chang. '32 spazi ampi ed aperti pensati per accogliere suggestioni, pensieri e riflessioni su quanto avviene all'interno dell'enorme spazio compreso tra Pechino e New York che si chiama mondo...'. Ventre, di Diego Lama, presentata da Diego Caramma. 'Una rivista graffiante sotto molti aspetti [...] dalla grafica underground rigorosamente in bianco e nero, al formato gigante [...]; ma anche per il linguaggio dissacrante, a volte esasperato, solo in apparenza ingenuo, in ogni caso provocatorio e corrosivo fino al limite dell'eccesso...'.
2 febbraio 2004 architecture.it presenta il percorso puntuale e documentato di Stefano Medda, curatore della sezione 'hardware & software' della webzine, sui dispositivi di visualizzazione in architettura. 'Lavorando con una certa frequenza nel campo del 3D architettonico -scrive Medda- viene facilmente alla luce il limite del dover visualizzare insiemi di dati tridimensionali in sole due dimensioni. Per moltissimo tempo qualsiasi tipo di informazione è stato ridotto in due dimensioni: sulla scorta dei mai dimenticati riga e squadra, al più attuale, e generalmente sottoutilizzato, disegno assistito dal computer, si continua diffusamente nel perverso ma naturale atteggiamento di costringere nelle due dimensioni oggetti reali, e quindi assolutamente tridimensionali, spinti anche dai limiti dei dispositivi di visualizzazione. Nell’intento di superare questi stringenti limiti sono nati e stanno nascendo una varietà di nuovi dispositivi di visualizzazione che in varia misura riescono a superare la barriera delle due dimensioni.' (Francesca Oddo)
1 febbraio 2004 Gli architetti sono invitati a non rimanere seduti. A considerare il progetto come qualcosa non più da disegnare a tavolino ma da negoziare. The metapolis dictionary of advanced architecture: un manifesto architettonico complesso, punto di arrivo di una ricerca decennale. 'Mole seducente e apparentemente pretenziosa di definizioni più o meno prossime alle questioni tradizionali dell'architettura, il volume è in realtà -scrive Gabriele Mastrigli nel presentare l'opera in ARCH'IT books review- l'ultimo prodotto di un progetto di più ampio respiro in atto da diversi anni, che coinvolge molti degli autori dei progetti, dei redattori dei testi, sino ai grafici e all'intera struttura editoriale. Linguaggi e temi di ricerca sono esplorati sin dall'inizio degli anni Novanta, quando il gruppo di giovani architetti catalani coagulati intorno alla sigla Actar (che in catalano vuol dire "azione") prende in mano la rivista «Quaderns»...'.
Il prossimo venerdì 6 febbraio a partire dalle ore 16.00 verrà presentato a Firenze, presso lo Urban Center itinerante, nella Sala dell'Altana di San Salvatore a Camaldoli (ex monastero delle Leopoldine), in piazza Tasso 1, The metapolis dictionary of advanced architecture. City, technology and society in the information age, curato da Metapolis e pubblicato da Actar. Il capoluogo toscano si fregia di un evento speciale: la prima presentazione europea di un dizionario della contemporaneità in architettura. La presentazione del "Dizionario" di Metapolis si inserisce nel ciclo di incontri "Ascolto il tuo cuore, città" –dal titolo del libro di Alberto Savinio- ideati e coordinati da Vittorio Savi, critico e storico dell'architettura, cui è stata affidata dall'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Firenze un'opera di monitoraggio critico e di recensione delle trasformazioni urbane, in atto e in prospettiva, riguardanti il tessuto metropolitano fiorentino. Maggiori informazioni sul programma dell'incontro, che si concluderà alle 21.15 con una riflessione sulla nuova Firenze, sul sito ufficiale della manifestazione.
1 febbraio 2004 Biblioteca del Cenide pubblica 'Dess(e)ins de voyage', il libro di disegni a cura di Domenico Cogliandro. Una brillante nota di Ugo Rosa, leggibile su antiThesi, commenta il volume. 'Questa raccolta di disegni -si legge nella presentazione del volume offerta dall'editore- non vuole essere didattica, né didascalica. È quel che è. Il disegno serve a cancellare dati dalla memoria; e nel comporre un disegno già svaniscono molte cose, alcune disegnabili e altre no, tutte parte del contesto, di cosa rende una cosa quello che è perché sta lì dove sta in quel dato momento. Il disegno non cancella singoli eventi, ma diluisce quel che si vede in quel che s’è visto. Conduce la contemporaneità degli eventi verso un evento singolo, unico e immutabile.' (Francesca Oddo) |
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